Milano, 25 gennaio 2012
Sopra, da sinistra, Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Sotto Connors, McEnroe, Lendl e Wilander
Federer, Nadal, Djokovic e Murray continuano il loro dominio e si giocheranno le semifinali dell'Australian Open. Ma il quartetto che ha dominato tra il 1983 e il 1985, McEnroe, Connors, Lendl e Wilander, ha lasciato una traccia indelebile nella storia del tennis.
"I fab four" (I fantastici quattro) resteranno i Beatles. Ma le semifinali degli Australian Open ripropongono, nel tennis, i soliti quattro diavoli, Federer-Nadal-Djokovic-Murray giovani, forti e belli, che le suonano a tutti. Tanto da presentarsi in gruppo, dal 2008, sotto il traguardo dei tornei più importanti, fra Masters Series (oggi Masters 1000) e tornei dello Slam. Anzi nei Major, dopo l’assaggio degli Us Open 2008, è la quarta volta che accade, ma la frequenza è aumentata: dal Roland Garros agli Us Open 2011, adesso alla prima grande tappa 2012, a Melbourne.
QUARTETTI — E’ già successo? Sì, notano gli statistici, col poker McEnroe-Connors-Lendl-Wilander anni 80, più precisamente, nell’83-’84-’85. Ma come valore, quel quartetto era più forte o più debole di quello di oggi? Il paragone, limitato alla coppia da sogno, Roger & Rafa, salterebbe subito, davanti ai 26 trionfi Slam dello svizzero e (16) e dello spagnolo (10). Ma, come valore reale dei contendenti, almeno finora, SuperMac, Jimbo, Ivan il terribile e Mats hanno lasciato una traccia troppo importante nell’evoluzione del tennis e dello sport. Supermac lo ha rivoluzionato, tecnicamente, come tutti i geni ineguagliabili, e stilisticamente, come yippie, insofferente a qualsiasi regola e quindi ai parrucconi di Wimbledon e agli arbitri in generale. Jimbo è stato il sinonimo del guerriero che getta in campo gli attributi (eufemismo) per sradicare il match dalle mani dell’avversario, usando qualsiasi mezzo. Ivan il terribile è stato il transfuga dall’ex cortina di ferro, che impara la lezione ingoiando un rospo dietro l’altro, ma costruendosi infine fisico, personalità, fama e conto in banca, oltre a una nuova nazionalità negli Stati Uniti. Mats è stato il grande atleta, intelligente, che sa riciclarsi da ragazzo prodigio solo da terra a campione completo. Non possiamo sminuire di certo il valore, nella storia dello sport, della rivalità Federer-Nadal, forse inarrivabile per livello tecnico ed agonistico, sicuramente per etica sportiva e differenze umane e tennistiche. Djokovic sta costruendo la sua credibilità storica col piglio del campione, ma ancora non vale un Lendl. E Murray sta crescendo solo ora, e lascia solo trasparire potenzialità da protagonista come è stato Wilander.
GLI ALTRI — Già così, verrebbe quindi da mettere su un gradino superiore, come quartetto i "Fab Four" degli anni 80, rispetto ai moderni. Ma c’è un altro elemento decisivo nella nostra delicatissima valutazione, aggiornata agli Australian Open 2012, ed è quella del valore dei secondi. All’epoca il quinto era Yannick Noah, il Moro di Francia, lo straordinario atleta che riportava il Roland Garros in patria; era Andres Gomez, il formidabile mancino d’Ecuador, campione del Roland Garros 1990; era Stefan Edberg, il ballerino del net, l’ultimo grande nipotino di Bjorn Borg, capace di firmare epiche sfide al vertice con Boris Becker, lasciando un segno a Wimbledon, Us Open, Australian Open e coppa Davis. Insomma, stiamo parlando di molto di più dell’onesto corridore dal cuore grande, David Ferrer. Il quinto dietro i Fantastici Quattro di oggi. Che evidenzia la distanza fra loro e gli altri.
Sopra, da sinistra, Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Sotto Connors, McEnroe, Lendl e Wilander
Federer, Nadal, Djokovic e Murray continuano il loro dominio e si giocheranno le semifinali dell'Australian Open. Ma il quartetto che ha dominato tra il 1983 e il 1985, McEnroe, Connors, Lendl e Wilander, ha lasciato una traccia indelebile nella storia del tennis.
"I fab four" (I fantastici quattro) resteranno i Beatles. Ma le semifinali degli Australian Open ripropongono, nel tennis, i soliti quattro diavoli, Federer-Nadal-Djokovic-Murray giovani, forti e belli, che le suonano a tutti. Tanto da presentarsi in gruppo, dal 2008, sotto il traguardo dei tornei più importanti, fra Masters Series (oggi Masters 1000) e tornei dello Slam. Anzi nei Major, dopo l’assaggio degli Us Open 2008, è la quarta volta che accade, ma la frequenza è aumentata: dal Roland Garros agli Us Open 2011, adesso alla prima grande tappa 2012, a Melbourne.
QUARTETTI — E’ già successo? Sì, notano gli statistici, col poker McEnroe-Connors-Lendl-Wilander anni 80, più precisamente, nell’83-’84-’85. Ma come valore, quel quartetto era più forte o più debole di quello di oggi? Il paragone, limitato alla coppia da sogno, Roger & Rafa, salterebbe subito, davanti ai 26 trionfi Slam dello svizzero e (16) e dello spagnolo (10). Ma, come valore reale dei contendenti, almeno finora, SuperMac, Jimbo, Ivan il terribile e Mats hanno lasciato una traccia troppo importante nell’evoluzione del tennis e dello sport. Supermac lo ha rivoluzionato, tecnicamente, come tutti i geni ineguagliabili, e stilisticamente, come yippie, insofferente a qualsiasi regola e quindi ai parrucconi di Wimbledon e agli arbitri in generale. Jimbo è stato il sinonimo del guerriero che getta in campo gli attributi (eufemismo) per sradicare il match dalle mani dell’avversario, usando qualsiasi mezzo. Ivan il terribile è stato il transfuga dall’ex cortina di ferro, che impara la lezione ingoiando un rospo dietro l’altro, ma costruendosi infine fisico, personalità, fama e conto in banca, oltre a una nuova nazionalità negli Stati Uniti. Mats è stato il grande atleta, intelligente, che sa riciclarsi da ragazzo prodigio solo da terra a campione completo. Non possiamo sminuire di certo il valore, nella storia dello sport, della rivalità Federer-Nadal, forse inarrivabile per livello tecnico ed agonistico, sicuramente per etica sportiva e differenze umane e tennistiche. Djokovic sta costruendo la sua credibilità storica col piglio del campione, ma ancora non vale un Lendl. E Murray sta crescendo solo ora, e lascia solo trasparire potenzialità da protagonista come è stato Wilander.
GLI ALTRI — Già così, verrebbe quindi da mettere su un gradino superiore, come quartetto i "Fab Four" degli anni 80, rispetto ai moderni. Ma c’è un altro elemento decisivo nella nostra delicatissima valutazione, aggiornata agli Australian Open 2012, ed è quella del valore dei secondi. All’epoca il quinto era Yannick Noah, il Moro di Francia, lo straordinario atleta che riportava il Roland Garros in patria; era Andres Gomez, il formidabile mancino d’Ecuador, campione del Roland Garros 1990; era Stefan Edberg, il ballerino del net, l’ultimo grande nipotino di Bjorn Borg, capace di firmare epiche sfide al vertice con Boris Becker, lasciando un segno a Wimbledon, Us Open, Australian Open e coppa Davis. Insomma, stiamo parlando di molto di più dell’onesto corridore dal cuore grande, David Ferrer. Il quinto dietro i Fantastici Quattro di oggi. Che evidenzia la distanza fra loro e gli altri.
bravo bel topic ! 