ROMA, 14 febbraio 2012
Il premier Mario Monti, 68 anni.
NELL'INCONTRO DI COMUNICAZIONE del premier col sindaco di Roma Alemanno e i presidenti del comitato promotore Letta e Pescante, oltre a quello del Coni Petrucci.
Mario Monti ha detto no alla possibilità di organizzare l'Olimpiade del 2020 a Roma. A poche ore dalla scadenza prevista dal Cio per la formalizzazione della candidatura, il premier ha riferito il suo parere negativo nel colloquio con Alemanno, Petrucci e Pescante, tenutosi intorno alle 16.
FREDDEZZA — Storia di un feeling mai nato. Fra Mario Monti e l'idea olimpica non è mai corso buon sangue. Dall'insediamento a Palazzo Chigi alla bocciatura, Roma 2020 ha collezionato una lunga serie di rinvii. Lo stesso rapporto Fortis-Carraro è stato congelato prima della presentazione del Campidoglio del 12 gennaio. Ma già allora il primo approccio con la delegazione olimpica era stato gelido. Monti aveva congedato Alemanno, Petrucci e Pescante con un eloquente "vi farò sapere". Il ministro dello sport Gnudi aveva tirato fuori una battuta poco incoraggiante: ”un punto di spread vale tre olimpiadi".
NIENTE RIMONTA — Poi il tentativo di "rimontare" senza riuscirci. Il 27 gennaio Monti aveva annunciato una decisione entro la scadenza, ma nessuno pensava che si potesse arrivare proprio all'ultimissimo momento. Fra le ragioni del no ci sarebbe anche un sondaggio riservato di esito nettamente contrario a quello illustrato da Mannheimer in Campidoglio dove si parlava di un 74 per cento di italiani favorevoli. L'inchiesta avrebbe riportato invece segnali di una contrarietà popolare. Il più pessimista era sempre stato proprio Mario Pescante, il presidente del Comitato promotore: intravedeva nei rinvii il pericolo che Monti potesse dire no sull'altare della severità e del rigore. E' stato, purtroppo per lui e per l'avventura olimpica, buon profeta.
SCADENZE — Domani il comitato promotore avrebbe dovuto consegnare al Cio il questionario di conferma della candidatura e le lettere d'impegno del Governo firmate anche dal ministero dell'Economia e dello Sport. A maggio il Cio ufficializzerà la short list, la lista delle città (dovrebbero essere al massimo 4) che potranno ufficialmente definirsi "candidate". Il 7 settembre 2013 a Buenos Aires (Arg), il presidente del CIo annuncerà la città che ospiterà i Giochi 2020.
Il premier Mario Monti, 68 anni.
NELL'INCONTRO DI COMUNICAZIONE del premier col sindaco di Roma Alemanno e i presidenti del comitato promotore Letta e Pescante, oltre a quello del Coni Petrucci.
Mario Monti ha detto no alla possibilità di organizzare l'Olimpiade del 2020 a Roma. A poche ore dalla scadenza prevista dal Cio per la formalizzazione della candidatura, il premier ha riferito il suo parere negativo nel colloquio con Alemanno, Petrucci e Pescante, tenutosi intorno alle 16.
FREDDEZZA — Storia di un feeling mai nato. Fra Mario Monti e l'idea olimpica non è mai corso buon sangue. Dall'insediamento a Palazzo Chigi alla bocciatura, Roma 2020 ha collezionato una lunga serie di rinvii. Lo stesso rapporto Fortis-Carraro è stato congelato prima della presentazione del Campidoglio del 12 gennaio. Ma già allora il primo approccio con la delegazione olimpica era stato gelido. Monti aveva congedato Alemanno, Petrucci e Pescante con un eloquente "vi farò sapere". Il ministro dello sport Gnudi aveva tirato fuori una battuta poco incoraggiante: ”un punto di spread vale tre olimpiadi".
NIENTE RIMONTA — Poi il tentativo di "rimontare" senza riuscirci. Il 27 gennaio Monti aveva annunciato una decisione entro la scadenza, ma nessuno pensava che si potesse arrivare proprio all'ultimissimo momento. Fra le ragioni del no ci sarebbe anche un sondaggio riservato di esito nettamente contrario a quello illustrato da Mannheimer in Campidoglio dove si parlava di un 74 per cento di italiani favorevoli. L'inchiesta avrebbe riportato invece segnali di una contrarietà popolare. Il più pessimista era sempre stato proprio Mario Pescante, il presidente del Comitato promotore: intravedeva nei rinvii il pericolo che Monti potesse dire no sull'altare della severità e del rigore. E' stato, purtroppo per lui e per l'avventura olimpica, buon profeta.
SCADENZE — Domani il comitato promotore avrebbe dovuto consegnare al Cio il questionario di conferma della candidatura e le lettere d'impegno del Governo firmate anche dal ministero dell'Economia e dello Sport. A maggio il Cio ufficializzerà la short list, la lista delle città (dovrebbero essere al massimo 4) che potranno ufficialmente definirsi "candidate". Il 7 settembre 2013 a Buenos Aires (Arg), il presidente del CIo annuncerà la città che ospiterà i Giochi 2020.