È scomparso in Florida a 65 anni, aveva avuto una crisi cardiaca nei giorni scorsi. Tutta la Lazio in lutto
ROMA - È morto a 65 anni Giorgio Chinaglia. L'ex bandiera della Lazio è scomparso nella sua casa& in Florida questa mattina, dove era tornato da qualche giorno dopo una crisi cardiaca che lo aveva costretto a ricoverarsi la scorsa settimana.
L'ANNUNCIO DEL FIGLIO: «MIO PADRE E' MORTO» - «Mio padre Giorgio Chinaglia è morto questa mattina». A confermare piangendo la notizia della scomparsa del leader del primo scudetto laziale è al telefono dall'America il figlio Anthony. «Mio padre - ha aggiunto Anthony Chinaglia - è morto questa mattina intorno alle 9:30. Era stato operato una settimana fa dopo un attacco di cuore. Gli erano stati impiantati 4 stent e l'operazione era andata bene. Era stato rimandato a casa dove sembrava essersi ripreso. Stamattina si era svegliato per prendere una medicina e si era rimesso al letto. Poi sono andato a controllarlo ed ho scoperto che non respirava più. Ho provato a rianimarlo ma non c'è stato niente da fare». Chinaglia aveva 65 anni.
IL LUTTO - Lazio in lutto per Giorgio Chinaglia. Sul sito ufficiale, il club biancoceleste "si unisce al cordoglio della famiglia Chinaglia per la scomparsa di Giorgio, nato a Carrara il 24 gennaio 1947 e morto oggi negli Stati Uniti". La Lazio ricorda che Chinaglia "fu giocatore del club biancoceleste dal 1969 al 1976 (Campione d'Italia nella stagione 1973-1974) e presidente dal 1983 al 1985".
IL CALCIATORE- Classico centravanti, forte, potente, impetuoso, entrava in area palla al piede e segnava. Era tanto forte in mezzo al campo, quanto provocatore fuori. A San Siro, di fronte ai tifosi interisti, scalciò il compagno di squadra D'Amico, reo di non aver rincorso Sandro Mazzola. All'Olimpico, dopo un gol nel derby, andò ad esultare la Sud, curva dei romanisti. Al San Paolo, prima di Napoli-Lazio, salutò il pubblico di casa mostrando le corna. Chinaglia arrivò nella Capitale a 22 anni, nel 1969. Nato a Carrara, il 24 gennaio 1947, ad appena sei anni, la sua famiglia emigrò in Galles dove aprì un piccolo ristorante. Qui Chinaglia cominciò a giocare a calcio: nello Swansea, poi nel Cardiff, in prima divisione. In Italia, proprio in Toscana, tornò nel 1966/67, alla Massese in serie C. Poi due stagioni all'Internapoli, sempre in C, fino all'arrivo alla Lazio nel 1969/70, dove restò fino al 1976. Nel 1971/72 Long John, soprannominato così dai tifosi biancocelesti proprio perchè cresciuto in Galles, vinse la classifica cannonieri di serie B con 21 gol e riportò i biancocelesti in serie A. Proprio come giocatore di B, riuscì a conquistare un posto in Nazionale: esordio e gol in Bulgaria, il 21 giugno del 1972. Nella stagione 1972/73 la Lazio neopromossa sfiorò lo scudetto: assieme a Chinaglia c'erano Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Vincenzo D'Amico. Nella stagione 1973/74, lui segnò 24 reti e la Lazio conquistò lo scudetto, alla penultima giornata (12 maggio 1974). Nell'estate '74 arrivarono i Mondiali tedeschi: Long John partì titolare ma con il ct Ferruccio Valcareggi non furono tutte rose e fiori. L'allenatore azzurro lo sostituì, nel corso di Italia-Haiti, e Chinaglia lo mandò a quel paese in mondovisione. Poco dopo finì l'avventura azzurra in Germania e con lei anche quella di Chinaglia in Nazionale che, col nuovo allenatore, Fulvio Bernardini, fu utilizzato poco. In tutto, in azzurro, dal 1972 al 1975, disputò 14 partite e segnò 4 reti. Chinaglia concluse, poi, la sua carriera oltreoceano, al Cosmos, club newyorkese dove giocarono anche Pelè e Beckenbauer. L'avventura nel calcio statunitense durò sette anni, Chinaglia fu il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite.
IL DIRIGENTE - Appese le scarpette al chiodo, Chinaglia divenne dirigente a New York, per poi tornare alla Lazio da presidente. Due anni alla guida del club biancoceleste e poi le esperienze di rito come commentatore sportivo. Chinaglia, in quel momento, era vicepresidente del Dicobe International Associates ma l'affare sfumò. Quattro anni dopo Chinaglia tornò in Italia con una finanziaria svizzera per acquisire il Catania (allora in C1) dagli eredi di Angelo Massimino. Non ci fu accordo sulle cifre e la firma saltò. Dal Catania passò al Marsala: acquistato nel giugno del 2000 con una finanziaria ungherese, ne divenne presidente onorario. Per poco, però, perchè nell'ottobre dello stesso anno il finanziere romano Marco Russo acquistò il Foggia dai Sensi e Long John divenne presidente, fino al marzo del 2001. Nel luglio dello stesso anno fu interrogato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul Foggia per riciclaggio. Nel luglio 2004 acquisì il Lanciano (C1). Poi l'annuncio, nell'ottobre 2005: Long John torna alla Lazio. Ritorna assieme agli ungherese: la curva nord è contro il presidente Lotito, Chinaglia riabbraccia i suoi vecchi tifosi e va perfino in mezzo a loro a vedere una partita. Ma Lotito resiste. Fino a quando, nell'aprile del 2006, si apre un'inchiesta per aggiotaggio sulla scalata in borsa alla Lazio tramite la mediazione di Giorgio Chinaglia. L'ultima bomba, la più pesante, gli arrivò da Napoli nel luglio 2008: c'è anche l'ex capitano e bandiera della Lazio tra i dieci destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip per il tentativo di acquisto della Lazio con denaro della camorra. Poi di lui si erano perse le tracce fino all'annuncio odierno del figlio Anthony della scomparsa di Giorgio Chinaglia a seguito di problemi cardiaci.
L'ANNUNCIO DEL FIGLIO: «MIO PADRE E' MORTO» - «Mio padre Giorgio Chinaglia è morto questa mattina». A confermare piangendo la notizia della scomparsa del leader del primo scudetto laziale è al telefono dall'America il figlio Anthony. «Mio padre - ha aggiunto Anthony Chinaglia - è morto questa mattina intorno alle 9:30. Era stato operato una settimana fa dopo un attacco di cuore. Gli erano stati impiantati 4 stent e l'operazione era andata bene. Era stato rimandato a casa dove sembrava essersi ripreso. Stamattina si era svegliato per prendere una medicina e si era rimesso al letto. Poi sono andato a controllarlo ed ho scoperto che non respirava più. Ho provato a rianimarlo ma non c'è stato niente da fare». Chinaglia aveva 65 anni.
IL LUTTO - Lazio in lutto per Giorgio Chinaglia. Sul sito ufficiale, il club biancoceleste "si unisce al cordoglio della famiglia Chinaglia per la scomparsa di Giorgio, nato a Carrara il 24 gennaio 1947 e morto oggi negli Stati Uniti". La Lazio ricorda che Chinaglia "fu giocatore del club biancoceleste dal 1969 al 1976 (Campione d'Italia nella stagione 1973-1974) e presidente dal 1983 al 1985".
IL CALCIATORE- Classico centravanti, forte, potente, impetuoso, entrava in area palla al piede e segnava. Era tanto forte in mezzo al campo, quanto provocatore fuori. A San Siro, di fronte ai tifosi interisti, scalciò il compagno di squadra D'Amico, reo di non aver rincorso Sandro Mazzola. All'Olimpico, dopo un gol nel derby, andò ad esultare la Sud, curva dei romanisti. Al San Paolo, prima di Napoli-Lazio, salutò il pubblico di casa mostrando le corna. Chinaglia arrivò nella Capitale a 22 anni, nel 1969. Nato a Carrara, il 24 gennaio 1947, ad appena sei anni, la sua famiglia emigrò in Galles dove aprì un piccolo ristorante. Qui Chinaglia cominciò a giocare a calcio: nello Swansea, poi nel Cardiff, in prima divisione. In Italia, proprio in Toscana, tornò nel 1966/67, alla Massese in serie C. Poi due stagioni all'Internapoli, sempre in C, fino all'arrivo alla Lazio nel 1969/70, dove restò fino al 1976. Nel 1971/72 Long John, soprannominato così dai tifosi biancocelesti proprio perchè cresciuto in Galles, vinse la classifica cannonieri di serie B con 21 gol e riportò i biancocelesti in serie A. Proprio come giocatore di B, riuscì a conquistare un posto in Nazionale: esordio e gol in Bulgaria, il 21 giugno del 1972. Nella stagione 1972/73 la Lazio neopromossa sfiorò lo scudetto: assieme a Chinaglia c'erano Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Vincenzo D'Amico. Nella stagione 1973/74, lui segnò 24 reti e la Lazio conquistò lo scudetto, alla penultima giornata (12 maggio 1974). Nell'estate '74 arrivarono i Mondiali tedeschi: Long John partì titolare ma con il ct Ferruccio Valcareggi non furono tutte rose e fiori. L'allenatore azzurro lo sostituì, nel corso di Italia-Haiti, e Chinaglia lo mandò a quel paese in mondovisione. Poco dopo finì l'avventura azzurra in Germania e con lei anche quella di Chinaglia in Nazionale che, col nuovo allenatore, Fulvio Bernardini, fu utilizzato poco. In tutto, in azzurro, dal 1972 al 1975, disputò 14 partite e segnò 4 reti. Chinaglia concluse, poi, la sua carriera oltreoceano, al Cosmos, club newyorkese dove giocarono anche Pelè e Beckenbauer. L'avventura nel calcio statunitense durò sette anni, Chinaglia fu il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite.
IL DIRIGENTE - Appese le scarpette al chiodo, Chinaglia divenne dirigente a New York, per poi tornare alla Lazio da presidente. Due anni alla guida del club biancoceleste e poi le esperienze di rito come commentatore sportivo. Chinaglia, in quel momento, era vicepresidente del Dicobe International Associates ma l'affare sfumò. Quattro anni dopo Chinaglia tornò in Italia con una finanziaria svizzera per acquisire il Catania (allora in C1) dagli eredi di Angelo Massimino. Non ci fu accordo sulle cifre e la firma saltò. Dal Catania passò al Marsala: acquistato nel giugno del 2000 con una finanziaria ungherese, ne divenne presidente onorario. Per poco, però, perchè nell'ottobre dello stesso anno il finanziere romano Marco Russo acquistò il Foggia dai Sensi e Long John divenne presidente, fino al marzo del 2001. Nel luglio dello stesso anno fu interrogato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul Foggia per riciclaggio. Nel luglio 2004 acquisì il Lanciano (C1). Poi l'annuncio, nell'ottobre 2005: Long John torna alla Lazio. Ritorna assieme agli ungherese: la curva nord è contro il presidente Lotito, Chinaglia riabbraccia i suoi vecchi tifosi e va perfino in mezzo a loro a vedere una partita. Ma Lotito resiste. Fino a quando, nell'aprile del 2006, si apre un'inchiesta per aggiotaggio sulla scalata in borsa alla Lazio tramite la mediazione di Giorgio Chinaglia. L'ultima bomba, la più pesante, gli arrivò da Napoli nel luglio 2008: c'è anche l'ex capitano e bandiera della Lazio tra i dieci destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip per il tentativo di acquisto della Lazio con denaro della camorra. Poi di lui si erano perse le tracce fino all'annuncio odierno del figlio Anthony della scomparsa di Giorgio Chinaglia a seguito di problemi cardiaci.