Palermo, cimitero delle cosche: atti alla procura
Il boss Mansueto intercettato: «La palazzina gronda di sangue».
In un processo per estorsione conclusosi il 3 maggio con la condanna del boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, è spuntata un'intercettazione agghiacciante tra un uomo delle cosche e la sorella.
CIMITERO DI MAFIA. Nella conversazione si accennava all'esistenza di un cimitero di mafia. «Questa palazzina gronda di sangue», disse alla sorella il mafioso Pietro Mansueto.
Ora il tribunale, che ha condannato i capimafia, ha trasmesso gli atti alla procura perchè indaghi sulla vicenda.
La palazzina di cui parla Mansueto è un immobile che si trova a Tommaso Natale, un quartiere del Capoluogo, dove due commercianti, taglieggiati dai Lo Piccolo, che per questa estorsione sono stati condannati, avrebbero voluto aprire una macelleria.
L'EDIFICIO ERA DI MANSUETO. L'edificio era di Mansueto. Il mafioso disse alla sorella, parlando di una terza persona ancora non identificata: «Io a quello me lo devo togliere davanti, casomai lo metto dove stanno gli altri, tra i carciofi e gli sparacelli».
La conversazione aveva allarmato i pm Francesco Del Bene e Anna Maria Picozzi che, tempo fa, avevano fatto disporre un sopralluogo nell'area, non trovando però alcun appezzamento di terreno che potesse essere stato usato per seppellire dei cadaveri.
Il tribunale vuole far luce sulla vicenda, per questo ha trasmesso l'intercettazione alla procura perchè indaghi per soppressione di cadavere. Atto che potrebbe spingere i magistrati a delegare accertamenti più approfonditi, tra cui scavi vicino alle fondamenta dell'edificio.
Il boss Mansueto intercettato: «La palazzina gronda di sangue».
In un processo per estorsione conclusosi il 3 maggio con la condanna del boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, è spuntata un'intercettazione agghiacciante tra un uomo delle cosche e la sorella.
CIMITERO DI MAFIA. Nella conversazione si accennava all'esistenza di un cimitero di mafia. «Questa palazzina gronda di sangue», disse alla sorella il mafioso Pietro Mansueto.
Ora il tribunale, che ha condannato i capimafia, ha trasmesso gli atti alla procura perchè indaghi sulla vicenda.
La palazzina di cui parla Mansueto è un immobile che si trova a Tommaso Natale, un quartiere del Capoluogo, dove due commercianti, taglieggiati dai Lo Piccolo, che per questa estorsione sono stati condannati, avrebbero voluto aprire una macelleria.
L'EDIFICIO ERA DI MANSUETO. L'edificio era di Mansueto. Il mafioso disse alla sorella, parlando di una terza persona ancora non identificata: «Io a quello me lo devo togliere davanti, casomai lo metto dove stanno gli altri, tra i carciofi e gli sparacelli».
La conversazione aveva allarmato i pm Francesco Del Bene e Anna Maria Picozzi che, tempo fa, avevano fatto disporre un sopralluogo nell'area, non trovando però alcun appezzamento di terreno che potesse essere stato usato per seppellire dei cadaveri.
Il tribunale vuole far luce sulla vicenda, per questo ha trasmesso l'intercettazione alla procura perchè indaghi per soppressione di cadavere. Atto che potrebbe spingere i magistrati a delegare accertamenti più approfonditi, tra cui scavi vicino alle fondamenta dell'edificio.