Questa l'intercettazione
Safet Altic: E che dice Peperone (Luca Toni, n.d.r.) ieri? Giuseppe Sculli: Peperone è qua ancora… Ti giuro qua stasera lo vedo è rimasto qui, il ****** è qui. Mamma che ******. Ha detto Carabinierovic ho detto se ti piglia Carabinierovic… Si incazza ehh? Ho detto guarda che le foto le ha ancora lui Sergio. No? Ti prego… SA: No non gli dire che non le abbiamo… GS: No ma io ce le ho davvero le foto SA: Giuri? GS: Te le giuro che le ho fratello SA (ride): m***a… Tienile comunque… Se non siamo più amici con questo peperone. GS (ride) SA: Gli recapitiamo alla signora Marta… come si chiama GS: Marta Cecchetto… Allora gli dico Se che domani pomeriggio passi tu da lei. Gli dico di aspettare dai…
LA MENTE — Il ruolo di Altic emerge chiaramente dalle carte dell’inchiesta. Il bosniaco aveva contatti quotidiani con Sculli, di cui era amico e da cui ha ricevuto senza problemi in presito la sua Audi A6, e diversi anche con altri giocatori del Genoa, in particolare Omar Milanetto, Domenico Criscito e Kakha Kaladze, con cui i contatti telefonici erano molto frequenti. Altic risulta anche “ben inserito nella realtà calcistica del Genoa”, con “legami significativi” con Gabriele e Guido Morso, pregiudicati siciliani “ben conosciuti dagli appartenenti del gruppo ultras del Genoa nonché da diversi calciatori di tale società”. In altre intercettazioni Altic organizza attraverso un intermediario la consegna di 1.500 euro a Sculli, che il calciatore riceve al casello autostradale di Serravalle Scrivia (Al) il 23 aprile 2011.