Sony ha come ogni anno la posizione di coda nella giornata di apertura dell’E3, ed è un’arma a doppio taglio: se è vero che le permette di concentrarsi sulla sua linea, senza darsi pena di dover stupire per forza come tocca a Microsoft, che storicamente apre l’evento losangelino, è anche vero che a fine giornata il pubblico è più disilluso e stanco (non a caso Sony offre agli intervenuti un’attrezzata e organizzatissima area rinfresco per attendere l’apertura dei cancelli), e quindi diventa più difficile strappare l’applauso e suscitare l’entusiasmo. È quindi davvero significativo che quasi tutti i titoli di punta presentati siano stati salutati da scrosci di applausi fragorosi, a partire da The Last of Us, presentato per la prima volta in forma giocata dopo alcuni spettacolari filmati di intermezzo.
JACK TRETTON PRESENTA...
A tenere le fila dell’evento è stato come sempre Jack Tretton di SCEA, e a parte un breve saluto, per la prima volta non si è praticamente visto Kaz Hirai. Presumiamo che la ragione sia la sua recente nomina a Signore&Padrone di Sony, che lo allontana un filo dall’immediato del settore videogames. Nonostante ciò, il suo legame con il marchio PlayStation è forte, come testimoniato dall’omaggio di Tretton e dall’applauso dei presenti. La conferenza inizia tessendo le lodi dei giocatori, i veri protagonisti dell’industria, celebrati dal motto "never stop playing". A loro è dedicato l’evento, prima che alle menti creative e a chi lavora dietro le quinte. Il perché uno lo può capire senza grossi problemi guardando alla situazione finanziaria di Sony, che senza “i giocatori” sarebbe davvero in brutte acque. E non si fatica particolarmente a credere a Tretton quando confessa che gestire l’E3, con tutta la stampa ansiosa di definire “chi vince e chi perde” non sia una roba particolarmente rilassante.
A tenere le fila dell’evento è stato come sempre Jack Tretton di SCEA, e a parte un breve saluto, per la prima volta non si è praticamente visto Kaz Hirai. Presumiamo che la ragione sia la sua recente nomina a Signore&Padrone di Sony, che lo allontana un filo dall’immediato del settore videogames. Nonostante ciò, il suo legame con il marchio PlayStation è forte, come testimoniato dall’omaggio di Tretton e dall’applauso dei presenti. La conferenza inizia tessendo le lodi dei giocatori, i veri protagonisti dell’industria, celebrati dal motto "never stop playing". A loro è dedicato l’evento, prima che alle menti creative e a chi lavora dietro le quinte. Il perché uno lo può capire senza grossi problemi guardando alla situazione finanziaria di Sony, che senza “i giocatori” sarebbe davvero in brutte acque. E non si fatica particolarmente a credere a Tretton quando confessa che gestire l’E3, con tutta la stampa ansiosa di definire “chi vince e chi perde” non sia una roba particolarmente rilassante.