La donna dopo la denuncia dal bambino fu assolta in primo grado e condannata in appello a un mese di carcere. La Cassazione ora ha confermato la condanna riducendo la pena a 20 giorni.
Fece scrivere 100 volte su un quaderno "Sono un deficiente" a un alunno che aveva impedito a un compagno di entrare in bagno insultandolo. L'insegnante di scuola media, oggi in pensione, Giuseppina Valido, dopo la denuncia dal bambino, fu assolta in primo grado e condannata in appello a un mese di carcere per abuso di mezzi di correzione aggravato. La Cassazione ora ha confermato la condanna riducendo la pena a 20 giorni.
La donna, che insegnava in un istituto di Palermo, si è sempre difesa sostenendo di avere utilizzato quella punizione dopo avere spiegato all'alunno l'etimologia del termine deficiente che indica l'assenza di qualcosa, nel suo caso di sensibilità. L'assoluzione venne appellata dal pm che arrivò a invocare la Corte dei diritti dell'uomo a tutela del bambino punito.
Fece scrivere 100 volte su un quaderno "Sono un deficiente" a un alunno che aveva impedito a un compagno di entrare in bagno insultandolo. L'insegnante di scuola media, oggi in pensione, Giuseppina Valido, dopo la denuncia dal bambino, fu assolta in primo grado e condannata in appello a un mese di carcere per abuso di mezzi di correzione aggravato. La Cassazione ora ha confermato la condanna riducendo la pena a 20 giorni.
La donna, che insegnava in un istituto di Palermo, si è sempre difesa sostenendo di avere utilizzato quella punizione dopo avere spiegato all'alunno l'etimologia del termine deficiente che indica l'assenza di qualcosa, nel suo caso di sensibilità. L'assoluzione venne appellata dal pm che arrivò a invocare la Corte dei diritti dell'uomo a tutela del bambino punito.