Emerge dall'analisi della "scatola nera", che la Gdf ha trascritto per l'incidente probatorio. E dal ponte di comando qualcuno affermò: "Siamo proprio col c**o a terra!"
09:22 - Nel distastro della Concordia, Schettino avrebbe un ruolo centrale. A incastrare il comandante è il radar: emerge dalla "scatola nera" che la finanza ha concluso di analizzare per l'incidente probatorio in corso a Grosseto. Dai dati presi in esame infatti è alle 21.39 del 13 gennaio che Schettino prende in mano il controllo della nave ed è da quell'istante che inizierà la sequenza tragica che porterà la Concordia contro gli scogli del Giglio.
Dalle indiscrezioni processuali pubblicate sul "Corriere della Sera" salta fuori un quadro chiaro di cosa successe quella sera. Partendo dal radar di bordo si nota che alle 21.40, oramai il comandante Schettino ha preso i comandi manuali, la Concordia segue una traccia ben diversa da quella eseguita dal pilota automatico, se fosse stato ancora attivo. "Alle 21.43 - come scrive il quotidiano - il punto di non ritorno". L'imbarcazione procede verso il Giglio, lo scontro contro gli scogli è inevitabile. Alle 21.45 l'impatto e l'inizio della fine: il mezzo marittimo imbarca acqua.
Le fiamme gialle hanno trascritto anche le battute, che, in quegli istanti di panico, si scambiarono sul ponte di comando Schettino e i suoi. Qualche secondo prima dello scontro un ufficiale (nell'analisi non è specificato chi) si rende conto dell'inesorabile: "Stiamo proprio col c**o a terra!", segue una bestemmia e ordina: "Chiudete le porte stagne a poppa". Poi una voce maschile dice: "Mi sento in colpa". Subito dopo parla Schettino. "Dove abbiamo toccato?, chiede. Rispondono in due: "Su uno scoglio a pelo d'acqua". E qualcuno: "E' l'inchino che voleva (possibile anche volevamo, ndr). Alle 21.46 Schettino: "L'importante è che non sia entrata acqua". Alle 21.38 il comandante aveva chiamato Terenzio Palombo, comandante in pensione della Costa Crociere, per avvertirlo dell'inchino.
La telefonata all'unità per le emergenze
Alle 21.56 Schettino chiama per la prima volta Roberto Ferrarini, nell'unità per le emergenze della Costa Crociere a Genova. "Roberto - afferma - ho fatto un casino... Senti una cosa io sono passato sotto l'isola. E' stato il comandante Palombo... mi ha detto 'passa sotto passa sotto'. Per colpa di sto maronne ho fatto questa cosa: ho preso con la poppa un basso fondale. Sono, guarda, io sto a morè.. e sono passato che alla fine ci stava questo scoglietto qui...". E alla fine: "Sono proprio distrutto, e perché, perché abbiamo preso questa botta sulla poppa. Mi ha detto Palombo, mi ha detto: passa qua!". Alle 22.21 Schettino sollecita un rimorchiatore alla Capitaneria di Livorno che chiede: "Ci sono mica feriti? E la causa della falla?"; qualcuno risponde: "Nessun ferito, in attesa di un rimorchiatore che ci tiri a terra". Ma non avendo ricevuto una risposta completa Livorno chiede di nuovo quale sia stata la causa. E la voce maschile questa volta dice: "Uno squarcio dovuto a uno scoglio".
L'atmosfera si fa sempre più tesa e dal ponte di comando qualcuno inizia a sollecitare Schettino affinché dia l'ordine di abbandonare la Concordia. Alle 22.28, finalmente, sembra che il comandante pigli l'iniziativa: "Va buò, va buò, facciamoli andare a terra". Però alle 22.29 temporeggia con chi gli aveva intimato di avviare la procedura: "Aspetta, fammi... fammi chiamare un attimo a Ferrarini". L'ordine parte solo alle 22.51, dopo più di un'ora dall'incidente, quando già qualcuno aveva incominciato l'evacuazione.