Svizzera, gruppo di ragazzi respinto da rifugio: “Siete italiani, non entrate”
Circa 200 studenti di parrocchie liguri in gita in Svizzera il 19 luglio scorso sono stati respinti da un rifugio in montagna nel Cantone dei Grigioni, il Fuorcla Surlei, solo perchè italiani. Lo denuncia oggi il Secolo XIX, che pubblica la testimonianza di uno dei docenti in gita con gli studenti, il professore Pierluigi Castagneto, insegnante a Spezia, il quale ha scritto una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all' ambasciatore italiano in Svizzera e a quello svizzero in Italia.
Nella lettera si riferisce nel dettaglio l'episodio, precisando che ad un gruppo di sette-otto ragazzi che nel rifugio hanno chiesto di acquistare bibite e panini è stato risposto di no «perchè italiani». Allo stesso insegnante, che ha fatto la coda alla cassa per una tazza di tè, è stato risposto in questi termini: «Sì, siamo razzisti e voi italiani non entrate».
Il docente precisa che il comportamento dei ragazzi è sempre stato rispettoso e corretto, e che non c'era alcun motivo per allontanarli dal rifugio, ma così è stato. Interpellata dal Secolo XIX sull'episodio, la titolare del rifugio 'Berghaus Restaurant Fourcla Surlej', ai piedi del ghiacciaio del Bernina, si è giustificata dicendo di averli mandati via «solo perchè erano troppi, ma non perchè fossero di nazionalità italiana. Comunque questo è un rifugio privato». In quanto tale non fa parte del Club Alpino Svizzero, dunque non ha l'obbligo di accoglienza.
Circa 200 studenti di parrocchie liguri in gita in Svizzera il 19 luglio scorso sono stati respinti da un rifugio in montagna nel Cantone dei Grigioni, il Fuorcla Surlei, solo perchè italiani. Lo denuncia oggi il Secolo XIX, che pubblica la testimonianza di uno dei docenti in gita con gli studenti, il professore Pierluigi Castagneto, insegnante a Spezia, il quale ha scritto una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all' ambasciatore italiano in Svizzera e a quello svizzero in Italia.
Nella lettera si riferisce nel dettaglio l'episodio, precisando che ad un gruppo di sette-otto ragazzi che nel rifugio hanno chiesto di acquistare bibite e panini è stato risposto di no «perchè italiani». Allo stesso insegnante, che ha fatto la coda alla cassa per una tazza di tè, è stato risposto in questi termini: «Sì, siamo razzisti e voi italiani non entrate».
Il docente precisa che il comportamento dei ragazzi è sempre stato rispettoso e corretto, e che non c'era alcun motivo per allontanarli dal rifugio, ma così è stato. Interpellata dal Secolo XIX sull'episodio, la titolare del rifugio 'Berghaus Restaurant Fourcla Surlej', ai piedi del ghiacciaio del Bernina, si è giustificata dicendo di averli mandati via «solo perchè erano troppi, ma non perchè fossero di nazionalità italiana. Comunque questo è un rifugio privato». In quanto tale non fa parte del Club Alpino Svizzero, dunque non ha l'obbligo di accoglienza.