Salve ragazzi! Oggi sarò assente tutto il giorno, vado con i miei a Roccapelago... purtroppo non ci saremo ne io, ne Gabry oggi quindi fate i bravi, commentate e postate!!!
Ora vi voglio lasciare un articolo su Roccapelago, che è stato pubblicato più volte anche sulla Gazzetta di Modena!
A presto
Ora vi voglio lasciare un articolo su Roccapelago, che è stato pubblicato più volte anche sulla Gazzetta di Modena!
Spoiler :
Le mummie le hanno viste un po' tutti, nei musei oppure in Tv, ma i turisti ora possono recarsi alla chiesa di Roccapelago e ammirare una serie di mummie del XVI secolo del tutto particolari. Nella cripta della chiesa della piccola frazione è infatti visibile una "ambientazione" di mummie più uniche che rare: si tratta di una scoperta importante in Italia, effettuata alcuni mesi fa. Durante i lavori di restauro dell'edificio - finanziati dalla Fondazione Crmo - vennero individuati nella cripta i resti di 281 corpi di persone scomparse tra le metà del '500 e la metà del secolo seguente e di queste una sessantina sono mummie. Ossia resti ben conservati di donne, uomini, tanti bambini con i loro cappelli, vestiti, anelli, croci, addirittura una rara lettera, che il clima secco ha conservato fino a noi. La particolarità è che si tratta di una intera comunità montana di una zona di valico tra la Garfagnana e il Modenese, dunque di notevole importanza per carpire informazioni su quella lontana popolazione. Ora parte dei ritrovamenti, grazie al lavoro di Comune, Soprintendenza, Ibc regionale e Onoranze funebri Gibellini, è in esposizione insieme a molti pannelli informativi che permettono di scoprire vari aspetti su questa comunità, sicuramente "chiusa" e dunque destinata a terminare perché gli studiosi hanno scoperto che gli individui si sposavano tra loro. Tutto possibile grazie alla mostra "Le Mummie di Roccapelago (XVI-XVIII sec.): vita e morte di una piccola comunità dell'Appennino modenese", sino al 14 ottobre a cura di Giorgio Gruppioni e Donato Labate. «Abbiamo fatto - spiega il professor Gruppioni, docente all'Università di Bologna-Ravenna - grazie agli ospedali di Forlì e Ravenna le tac da cui iniziamo a comprendere i primi segreti su questa popolazione. Abbiamo lo scopo di comprendere cosa c'è sotto i tessuti e ci interessano le varie patologie anche se non si tratta di studi semplici». Le mummie sono state "ambientate", anche questo un caso piuttosto unico in Italia, perché di solito gli studiosi trattano questi corpi come oggetti esponendoli in teche e musei. «Non qui - spiega l'archeologo della Soprintendenza Donato Labate - abbiamo pensato di posizionare le mummie quasi come sono state ritrovate». I visitatori si trovano davanti una sala, visibile sia da un vetro sul pavimento della chiesa che da una vetrina nella cripta, con una trentina di mummie vestite e in parte sovrapposte. Un anno e mezzo fa, infatti, le mummie vennero ritrovate quasi tutte accumulate perché i corpi erano stati gettati attraverso un pozzo dalla chiesa nel sottostante locale. Attraverso una seconda buca del pavimento, invece, i cittadini calavano i corpi dei bambini scomparsi e quindi gli archeologi hanno pensato a predisporre uno spazio apposito con i piccoli crani. Un'altra area del museo presenta alcune cuffie, tanti anelli e crocefissi, tessuti, una rara lettera ancora in parte leggibile, oggetti che erano addosso agli inumati. Presente anche un commovente, perfettamente conservato, abito da bambino, con gorgiera. «Ora valorizzeremo questi resti - conclude il sindaco di Pievepelago, Corrado Ferroni -perché ci parlano della nostra comunità». Ieri la chiesa per l'inaugurazione era strapiena, segno che comprendere le proprie origini interessa davvero tutti.
A presto