InVersion è l’ultima produzione made in Namco Bandai, uno sparatutto in terza persona firmato Saber Interactive carico di buoni propositi… che purtroppo si arena sulla spiaggia dell’anonimato a causa di scelte di game design che sfiorano spesso il plagio. Non basta la presunta rivoluzione di poter manipolare la gravità a proprio piacimento per garantire, poi, effettivamente un titolo innovativo.Scopriamo insieme i perché del parziale fallimento di un gioco che, nel tentativo di prendere tutto ciò che di buono hanno gli attuali TPS, non dimostra sufficiente carattere per innalzarsi sopra la media di un panorama ormai saturo, sia quantitativamente che qualitativamente.
COPIARE È UN’ARTE FIN TROPPO RAFFINATA
Senza troppi giri di parole, inVersion fallisce per via del suo essere un potpourri di elementi presi di peso da titoli ormai radicati nell’immaginario comune, non riuscendo sostanzialmente ad emergere in nessun particolare settore con idee realmente innovative. Se dovessimo valutare la mera realizzazione tecnica, non si tratterebbe affatto di un titolo di seconda classe, offrendo in realtà effetti grafici di prim’ordine e una manipolazione delle leggi della fisica tutto sommato convincente ed intrigante. Il problema è che ogni elemento del gioco, a partire dal gameplay, subisce in maniera fin troppo plateale l’influenza di Gears of War.Il design delle armature dei nemici, le loro armi e il modo di parlare così gutturale, il fatto che provengano da un misterioso mondo sotterraneo, sono solo alcuni degli elementi che azzerano immediatamente l’interesse di chi abbia già giocato almeno uno dei tre Gears usciti finora.
Senza troppi giri di parole, inVersion fallisce per via del suo essere un potpourri di elementi presi di peso da titoli ormai radicati nell’immaginario comune, non riuscendo sostanzialmente ad emergere in nessun particolare settore con idee realmente innovative. Se dovessimo valutare la mera realizzazione tecnica, non si tratterebbe affatto di un titolo di seconda classe, offrendo in realtà effetti grafici di prim’ordine e una manipolazione delle leggi della fisica tutto sommato convincente ed intrigante. Il problema è che ogni elemento del gioco, a partire dal gameplay, subisce in maniera fin troppo plateale l’influenza di Gears of War.Il design delle armature dei nemici, le loro armi e il modo di parlare così gutturale, il fatto che provengano da un misterioso mondo sotterraneo, sono solo alcuni degli elementi che azzerano immediatamente l’interesse di chi abbia già giocato almeno uno dei tre Gears usciti finora.