VICENZA — Domenica sera, due vigili del fuoco si addentrano in un appartamento di Torri di Quartesolo che sta bruciando per un corto circuito. Devono assicurarsi che all’interno non ci sia nessuno. Trascorrono alcuni minuti nell’immobile, a temperature elevate, facendosi largo tra fumo e fiamme. Quanto basta per ritrovarsi le mani ustionate, con le dita deformi, coperte di bolle alte un paio di centimetri.
E questo nonostante indossassero i guanti forniti dal ministero dell’Interno, che fanno parte dei cosiddetti dispositivi di protezione individuale. Tutti regolarmente indossati e calzati. Entrambi gli operatori, dei trentenni vicentini, sono stati portati all’ospedale San Bortolo del capoluogo, per essere medicati. I sanitari hanno diagnosticato loro ustioni di secondo grado. I l vigile del fuoco permanente se la caverà in una decina di giorni, così come riportato nel referto medico, il volontario discontinuo, con la pelle più chiara, dopo una notte passata in astanteria, è stato invece ricoverato nel reparto di chirurgia plastica. È sotto stretta osservazione e non si sa ancora quando verrà dimesso.
Domenica sera i due facevano parte della squadra intervenuta a Torri di Quartesolo, coordinata dal capo partenza Luca Bianucci. Sono entrati assieme nell’appartamento in fiamme, avendo accesso dalla finestra del bagno, per controllare se effettivamente, come era stato loro segnalato, c’erano madre e figlia all’interno. La ricerca è stata negativa e nel giro di qualche minuto sono usciti. Una volta bagnati, come da prassi, si sono tolti i guanti di protezione: entrambi avevano le mani compromesse. Con ustioni di secondo grado stando al referto dell’ospedale San Bortolo. Uno dei due si trova ancora ricoverato: è sotto osservazione, per scongiurare eventuali infezioni. L’incidente sul lavoro è stato regolarmente denunciato in questura. Un episodio che ha fatto molto parlare in questi giorni al comando di via Farini. Non senza un velo di preoccupazione da parte del personale.
«Siamo scioccati per quanto accaduto domenica sera. È un episodio molto grave, che ci fa nutrire dei seri dubbi sulla qualità dei dispositivi di protezione individuale che vengono forniti al personale in servizio – commenta Daniele Nodari, segretario regionale della Federazione nazionale sicurezza Cisl del Veneto e capo squadra esperto in servizio al comando di Vicenza – Ora vogliamo vederci chiaro, capire come sia potuto accadere visto che si tratta di guanti collaudati e certificati. I due colleghi sono entrati in un appartamento con alte temperature, ma non c’è stato contatto. E ciò nonostante i guanti non hanno mantenuto un isolamento termico. Per entrambi gli operatori. Il che fa riflettere: sono rimasti ustionati tutti e due, e solo alle mani, perché nel resto del corpo i dispositivi di protezione hanno funzionato».
Nodari è deciso ad andare fino in fondo. «Solleveremo il problema a Roma, perché vogliamo siamo fatte le dovute verifiche – precisa – daremo mandato alla segreteria nazionale della Cisl di interrogare il Dipartimento per capire come possa essere successo questo: se si tratta di una partita di guanti scadenti, se sia accaduto ancora. E ci auguriamo che anche il comando faccia lo stesso. È necessario siano fatti accertamenti: vogliamo, esigiamo delle risposte».
Domenica sera i due facevano parte della squadra intervenuta a Torri di Quartesolo, coordinata dal capo partenza Luca Bianucci. Sono entrati assieme nell’appartamento in fiamme, avendo accesso dalla finestra del bagno, per controllare se effettivamente, come era stato loro segnalato, c’erano madre e figlia all’interno. La ricerca è stata negativa e nel giro di qualche minuto sono usciti. Una volta bagnati, come da prassi, si sono tolti i guanti di protezione: entrambi avevano le mani compromesse. Con ustioni di secondo grado stando al referto dell’ospedale San Bortolo. Uno dei due si trova ancora ricoverato: è sotto osservazione, per scongiurare eventuali infezioni. L’incidente sul lavoro è stato regolarmente denunciato in questura. Un episodio che ha fatto molto parlare in questi giorni al comando di via Farini. Non senza un velo di preoccupazione da parte del personale.
«Siamo scioccati per quanto accaduto domenica sera. È un episodio molto grave, che ci fa nutrire dei seri dubbi sulla qualità dei dispositivi di protezione individuale che vengono forniti al personale in servizio – commenta Daniele Nodari, segretario regionale della Federazione nazionale sicurezza Cisl del Veneto e capo squadra esperto in servizio al comando di Vicenza – Ora vogliamo vederci chiaro, capire come sia potuto accadere visto che si tratta di guanti collaudati e certificati. I due colleghi sono entrati in un appartamento con alte temperature, ma non c’è stato contatto. E ciò nonostante i guanti non hanno mantenuto un isolamento termico. Per entrambi gli operatori. Il che fa riflettere: sono rimasti ustionati tutti e due, e solo alle mani, perché nel resto del corpo i dispositivi di protezione hanno funzionato».
Nodari è deciso ad andare fino in fondo. «Solleveremo il problema a Roma, perché vogliamo siamo fatte le dovute verifiche – precisa – daremo mandato alla segreteria nazionale della Cisl di interrogare il Dipartimento per capire come possa essere successo questo: se si tratta di una partita di guanti scadenti, se sia accaduto ancora. E ci auguriamo che anche il comando faccia lo stesso. È necessario siano fatti accertamenti: vogliamo, esigiamo delle risposte».