I Red Devils sembrano tornati protagonisti. La quotazione in Borsa ha favorito l'ingresso di capitali freschi per appianare l'enorme debito, e ora si punta al colpo grosso di mercato: il ritorno di Cristiano Ronaldo
Saranno stati lo shock per lo scudetto del City, finora considerato il cugino povero di Manchester, e la delusione per una stagione di assoluta mediocrità, ma dall'estate il Manchester United ha ripreso a pensare in grande. Prima una campagna acquisti di livello - con la gemma Van Persie - poi piani ancora più ambiziosi, con Ferguson che vuole dare l'assalto al Real Madrid per Cristiano Ronaldo (anche se le ultime notizie dalla Spagna parlano di un riavvicinamento tra il Real e il portoghese).Insomma, i Red Devils sono tornati, e hanno intenzione di riprendersi scettro e trono, sia in Inghilterra che in Europa. Sembra una follia per un club che ha 423 milioni di sterline di debito. Lo è di meno se consideriamo che comunque lo United è una macchina da soldi impressionante: è il club al mondo che più guadagna in termini di marketing. Molto deve a David Beckham: fu lo Spice Boy, all'apice del suo successo calcistico ma soprattutto mediatico, a diffondere il marchio in tutto il globo, specie in quella sorta di mercato senza fondo che è l'Asia.
La proprietà, la famiglia americana Glazer, ad agosto ha quotato lo United in Borsa. Si è trattato di un ritorno: proprio nel 2005 i Glazer, al momento dell'acquisto del club, lo fecero uscire dalla Borsa di Londra. Adesso ci sono tornati, ma a Wall Street, a New York. Mai amati i Glazer all'Old Trafford e dintorni. E del resto neanche loro hanno fatto granché per farsi apprezzare. Ad esempio i rampolli del patriarca Malcolm hanno preso in prestito dalla società un bel po' di soldi ad un tasso di interesse assai favorevole. Insomma, il club usato come la cassaforte di famiglia: un bel conflitto di interessi. Senza contare che anche i 525 milioni sborsati per comprare il club furono tutti presi in prestito dalle banche: il debito di oggi è in buona parte eredità di quella operazione.
Resta che anche con i Glazer lo United ha continuato a vincere. E ora la quotazione in Borsa ha favorito l'ingresso di capitali freschi. Della partita è anche il finanziere George Soros, che ha da sempre il pallino del calcio (provò a comprare la Roma). Curioso, perché di Soros in Inghilterra hanno pessimi ricordi: nel 1991 con le sue manovre finanziarie fu il responsabile del crollo e della successiva svalutazione della sterlina.
In ogni caso lo United ha deciso di tornare protagonista. Lo palesano le mosse sul mercato, anche se non è chiaro come possa mettere insieme i 100 e più milioni di euro che servirebbero a comprare eventualmente Cristiano Ronaldo. E la sfida al Manchester City dello sceicco Mansour è aperta, e non solo sul campo: lo United ha ufficialmente chiesto al consiglio di Lega inglese di adottare il fair play finanziario previsto dalla Uefa, inserendo così l'obbligo di pareggio di bilancio. Un modo come un altro di limitare le spese folli dei Citizens.