Il premier, intervenendo alla fiera del tessile a Milano, chiede alle parti sociali di “superare gli steccati ideologici”. E sull’operato iniziale del suo governo: “Abbiamo momentaneamente aggravato la situazione per un risanamento più duraturo”
Monti: "L'Italia tornerà a crescere dal 2013"
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Il governo ha posto le basi per una ripresa dell'economia italiana nel lungo periodo, pur accompagnata da recessione temporanea, ma ora tocca alle parti sociali avere un ruolo da protagoniste per uscire dalla crisi. Lo ha detto il premier Mario Monti intervenendo a Milano alla fiera del tessile Milano Unica, a poche ore dall'incontro a Palazzo Chigi con i sindacati, dopo aver visto la scorsa settimana i rappresentanti di imprese, banche e assicurazioni.
Monti ha analizzato l'operato iniziale del suo governo e ammettendo che alcune delle riforme messe in campo hanno "contribuito ad aggravare la situazione congiunturale italiana. Ma solo uno stolto può pensare di risolvere il male di decenni senza un temporaneo aggravamento che deriva dalla riduzione della domanda. Le forze produttive se ne rendono conto ma solo in questo modo abbiamo qualche speranza di aver sanato in modo durevole la situazione".
Il premier mette sul piatto una riduzione del cuneo fiscale per aumentare la competitività delle imprese e aumentare il salario dei lavoratori - "dobbiamo ridurre ad ogni costo il numeratore [del cuneo fiscale] che è il divario tra salario lordo e netto", ha detto - ma il resto tocca alle parti sociali che si devono accordare superando gli steccati ideologici. "Noi esigiamo a nome del Paese, dei cittadini e dell'interesse generale che imprese e sindacati riescano a fare qualcosa di più con il loro congiunto impegno. Per avere successo serve uno sforzo congiunto che deve prevalere su differenze ideologiche", ha detto Monti precisando che "il governo è pronto a fare da facilitatore e stimolo in affiancamento di parti alle quali spetta il ruolo di protagoniste in questa fase".
Monti ha poi ribadito che il governo nei vari ambiti punta ad una "azione sistemica finalizzata a incrementare la produttività”. In particolare, l’esecutivo "punta a sbloccare 50 miliardi di euro entro fine legislatura" per interventi infrastrutturali. Quanto alla spending review, Monti ha sottolineato che "va a intaccare tessuti in cui la commistione tra politica e imprese aveva creato spesa ma anche opacità”. Riguardo alle misure prese, il premier ha parlato di un compito "difficilissimo, per il quale non a caso mi sono rivolto a una persona dalle straordinarie capacità come Bondi" e che secondo il premier si sta rivelando "pesantissimo da ricevere" per alcuni settori.