Balotelli protagonista di una lunga intervista sulla prestigiosa rivista americana: «Le persone razziste sono poche ma non puoi fare nulla con di loro perchè sono stupide ed è inutile parlarci. Io spero di poter aiutare le persone italiane ad essere meno razziste e lo stesso vale per gli inglesi»
ROMA - Balotelli si prende la prestigiosa copertina del Time. L'attaccante italiano del City protagonista di una lunga intervista a tutto campo sulla rivista americana in cui ha parlato di calcio, ma anche di Obama e di razzismo. «Perché quella maglietta “Why always me?” dopo aver segnato nel derby contro lo United? Semplice, perché in quel periodo tutte le persone parlavano solo di me. Volevo solo dire: "Lasciatemi in pace". I migliori tre gol della mia carriera? Contro il Rubin Kazan in Champions League con la maglia dell'Inter, con la Germania all'ultimo Europeo e poi il mio primo gol contro lo United con la maglia del City».
BAD BOY - Si porta dietro l'etichetta di Bad Boy, ma agli Europei ha mostrato il suo lato tenero con il bacio alla mamma in tribuna dopo un suo gol. «Ero felice per lei, la volevo lì e sono stato contento che i miei genitori erano lì a tifare per me. Mia madre non voleva diventassi un calciatore, voleva facessi altri sport ma in me ha sempre creduto e non mi ha mai messo pressione. Mi ha sempre fatto fare ciò che più desideravo».
RAZZISMO - «Le persone razziste sono poche ma non puoi fare nulla con di loro perchè sono stupide ed è inutile parlarci. Io spero di poter aiutare le persone italiane ad essere meno razziste e lo stesso vale per gli inglesi. Quando Obama fu eletto per la prima volta ero felice perchè era la prima volta che un uomo di colore andava alla Casa Bianca. Mi piacerebbe conoscerlo di persona, un giorno».
FUTURO - Un ritorno in Italia? Per ora non ci pensa: «Per adesso voglio restare al City, poi in futuro cambierò squadra perchè non voglio stare tutta la vita qui». È un ragazzo molto ambizioso e non si nasconde. «Quando finirò di giocare al football, spero di farlo da migliore del mondo».
TABLOID - «Personalmente non ho problemi con i giornalisti dei tabloid, piuttosto penso che loro abbiano qualcosa contro di me. Scrivono tante falsità, ma questa cosa non mi dà fastidio. Diverso è il discorso se invadono le mura domestiche, questo non va bene, perchè quello è un posto privato e allora mi arrabbio. Se mi seguono i paparazzi in giro per l'Europa non è un problema perché so che quello è il loro lavoro. Però quando invadono la privacy di casa mia, allora mi mancano di rispetto e mi ribello»
PATERNITA' - Infine, futura paternità: «Penso che mio figlio avrà bisogno di una madre che sappia dire di no. Forse perché da piccolo ho sofferto molto. Quindi gli vorrò così tanto bene che non saprò dirgli di no».
ROMA - Balotelli si prende la prestigiosa copertina del Time. L'attaccante italiano del City protagonista di una lunga intervista a tutto campo sulla rivista americana in cui ha parlato di calcio, ma anche di Obama e di razzismo. «Perché quella maglietta “Why always me?” dopo aver segnato nel derby contro lo United? Semplice, perché in quel periodo tutte le persone parlavano solo di me. Volevo solo dire: "Lasciatemi in pace". I migliori tre gol della mia carriera? Contro il Rubin Kazan in Champions League con la maglia dell'Inter, con la Germania all'ultimo Europeo e poi il mio primo gol contro lo United con la maglia del City».
BAD BOY - Si porta dietro l'etichetta di Bad Boy, ma agli Europei ha mostrato il suo lato tenero con il bacio alla mamma in tribuna dopo un suo gol. «Ero felice per lei, la volevo lì e sono stato contento che i miei genitori erano lì a tifare per me. Mia madre non voleva diventassi un calciatore, voleva facessi altri sport ma in me ha sempre creduto e non mi ha mai messo pressione. Mi ha sempre fatto fare ciò che più desideravo».
RAZZISMO - «Le persone razziste sono poche ma non puoi fare nulla con di loro perchè sono stupide ed è inutile parlarci. Io spero di poter aiutare le persone italiane ad essere meno razziste e lo stesso vale per gli inglesi. Quando Obama fu eletto per la prima volta ero felice perchè era la prima volta che un uomo di colore andava alla Casa Bianca. Mi piacerebbe conoscerlo di persona, un giorno».
FUTURO - Un ritorno in Italia? Per ora non ci pensa: «Per adesso voglio restare al City, poi in futuro cambierò squadra perchè non voglio stare tutta la vita qui». È un ragazzo molto ambizioso e non si nasconde. «Quando finirò di giocare al football, spero di farlo da migliore del mondo».
TABLOID - «Personalmente non ho problemi con i giornalisti dei tabloid, piuttosto penso che loro abbiano qualcosa contro di me. Scrivono tante falsità, ma questa cosa non mi dà fastidio. Diverso è il discorso se invadono le mura domestiche, questo non va bene, perchè quello è un posto privato e allora mi arrabbio. Se mi seguono i paparazzi in giro per l'Europa non è un problema perché so che quello è il loro lavoro. Però quando invadono la privacy di casa mia, allora mi mancano di rispetto e mi ribello»
PATERNITA' - Infine, futura paternità: «Penso che mio figlio avrà bisogno di una madre che sappia dire di no. Forse perché da piccolo ho sofferto molto. Quindi gli vorrò così tanto bene che non saprò dirgli di no».
