Santa Maria Capua Vetere sogna. Il presidente Luce: «Domenica sfida al vertice con l'Ischia, mi auguro di vedere lo stadio pieno»
ROMA - Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Pardòn, "senza provincia" amano dire da queste parti tanta è la rivalità con la Casertana. Il Gladiator, storico club campano, è oggi l'unica squadra imbattuta dalla serie A alla serie D. Qui, nel girone H, comanda la classifica insieme all'Ischia. E domenica lo scontro diretto al "Mario Piccirillo": "Sarà una sfida bellissima, mi auguro di vedere tanta gente allo stadio". Lo dice Lazzaro Luce, il presidente del club che vide gli esordi del giovane Italo Allodi. Luce, in passato numero uno dell'Ippogrifo, oggi cavalca un altro sogno.
Presidente, qual è il segreto del suo Gladiator?
Grande umiltà, buona rosa, buon ambiente. La piazza ti lascia lavorare in tranquillità. La società ha un'ottima organizzazione, sono un manager e ho calato nel calcio una mentalità diversa, aziendale.
Una piazza calda, che sogna
Sappiamo che le tre componenti, società-squadra-pubblico, devono vivere con armonia ed intelligenza questi momenti importanti. Siamo primi, imbattuti, ma non dimentichiamo che questo è un campionato difficile.
Però lei è anche un tifoso con in mente qualche traguardo
Certo, sono quattro anni che vivo il calcio da dirigente e non nascondo che ho voglia di vincere. Come la squadra. Cerco però di trasmettere all'ambiente la serenità giusta, si possono raggiungere gli obiettivi ma in punta di piedi.
Imbattuti, dalla A alla D. Che effetto fa?
E' bello, senza dubbio. Però non guardo al "campionato dei grandi", lì non è solo sport. La componente spettacolo la fa da padrone, girano tanti soldi e purtroppo anche il nostro movimento ne risente. E' difficile far venire la gente allo stadio quando, alle 14.30 di domenica, i tifosi possono vedersi i big match della serie A seduti comodamente in poltrona.
Proposte per aiutare le piccole?
Non ho la bacchetta magica ma gli occhi ben aperti. Mi auguro che anche il movimento si renda conto che dobbiamo salvare questo calcio vero e romantico. Organizzare un Osservatorio per non dimenticare che, nelle serie minori, c'è un serbatoio incredibile di talenti.
Come il suo Tommaso Manzo?
Il nostro Miccoli. Lui è un fenomeno, un professionista incredibile. Però il nome lo ha avete fatto voi, non sono abituato a parlare dei singoli. Come dicevo: il gruppo è fondamentale. Noi abbiamo un mix di giocatori esperti e di giovani dal futuro assicurato.
Ed il suo allenatore?
Squillante. Se solo fosse meno focoso...
Cioè?
Deve contenersi in campo ma è bravo, bravissimo. Mi ricorda Mazzone.
Corse verso la curva comprese?
Sì, tutto compreso
Presidente, qual è il segreto del suo Gladiator?
Grande umiltà, buona rosa, buon ambiente. La piazza ti lascia lavorare in tranquillità. La società ha un'ottima organizzazione, sono un manager e ho calato nel calcio una mentalità diversa, aziendale.
Una piazza calda, che sogna
Sappiamo che le tre componenti, società-squadra-pubblico, devono vivere con armonia ed intelligenza questi momenti importanti. Siamo primi, imbattuti, ma non dimentichiamo che questo è un campionato difficile.
Però lei è anche un tifoso con in mente qualche traguardo
Certo, sono quattro anni che vivo il calcio da dirigente e non nascondo che ho voglia di vincere. Come la squadra. Cerco però di trasmettere all'ambiente la serenità giusta, si possono raggiungere gli obiettivi ma in punta di piedi.
Imbattuti, dalla A alla D. Che effetto fa?
E' bello, senza dubbio. Però non guardo al "campionato dei grandi", lì non è solo sport. La componente spettacolo la fa da padrone, girano tanti soldi e purtroppo anche il nostro movimento ne risente. E' difficile far venire la gente allo stadio quando, alle 14.30 di domenica, i tifosi possono vedersi i big match della serie A seduti comodamente in poltrona.
Proposte per aiutare le piccole?
Non ho la bacchetta magica ma gli occhi ben aperti. Mi auguro che anche il movimento si renda conto che dobbiamo salvare questo calcio vero e romantico. Organizzare un Osservatorio per non dimenticare che, nelle serie minori, c'è un serbatoio incredibile di talenti.
Come il suo Tommaso Manzo?
Il nostro Miccoli. Lui è un fenomeno, un professionista incredibile. Però il nome lo ha avete fatto voi, non sono abituato a parlare dei singoli. Come dicevo: il gruppo è fondamentale. Noi abbiamo un mix di giocatori esperti e di giovani dal futuro assicurato.
Ed il suo allenatore?
Squillante. Se solo fosse meno focoso...
Cioè?
Deve contenersi in campo ma è bravo, bravissimo. Mi ricorda Mazzone.
Corse verso la curva comprese?
Sì, tutto compreso