Ha un mese e mezzo. E come tutti i neonatipiange. Sia di giorno, che di notte, quando il fastidio delle colichette gassose disturba ancor di più i piccolissimi. La mamma, i nonni e gli zii la cullano, la coccolano, la tengono in braccio, ma più di tanto non possono alleviarla. In questo caso, però, a complicare la situazione è stata una vicina di casa, che ha più volte bussato alla porta della famiglia della piccina, protestando con fare indispettito perché i vagiti le impediscono di dormire. Non contenta, la donna si è addirittura rivolta alla Divisione Anticrimine della Questura, presentando unesposto contro la neomamma. La vicenda è finita sul tavolo dell’avvocato Giovanni Moschetti, che conosce benissimo la famiglia di origine moldava della bambina: il legale ha contattato i funzionari di polizia e poi ha spedito una diffidaalla vicina, intimandole di non sognarsi più di importunare la ragazza. In caso contrario, dovrà fare i conti con una denuncia per molestie.
La storia avviene nel quartiere padovano dell'Arcella, in un condominio di via Buonarroti. La puerpera ha appena 19 anni e va ancora a scuola: è rimasta incinta, ma ha deciso di tenere la figlioletta, in virtù anche del sostegno e della disponibilità dimostrata dai genitori che si sono impegnati ad aiutarla in questo momento non certo facile. Dopo il parto la giovane ha continuato a frequentare la scuola: la madre fa la colf, il padre ha un’occupazione e quindi, anche se a fatica, riescono a sbarcare il lunario. La ragazza quando deve studiare affida la piccola ai genitori, o ai fratelli. La denuncia della vicina ha sconvolto la vita della famigliola, anche perché i familiari hanno saputo che era stato presentato un esposto quando la ragazza è stata convocata perentoriamente in Questura. Adesso l’avvocato Moschetti è intervenuto e ha inviato un fax alla polizia. «In base a quale legge – osserva il legale – si convoca la giovanissima madre di una neonata che piange davanti alla polizia anticrimine? Si dovrebbe solo ringraziare la sua famiglia che, nonostante le enormi difficoltà, l’ha sostenuta quando ha deciso di tenersi questa creatura. Questa ragazza dovrebbe rinunciare ad andare a scuola per recarsi in Questura a rispondere a quali domande? Tutto ciò va aldilà di ogni principio di proporzionalità, cardine di ogni "stato di diritto". Ho parlato con un funzionario il quale mi ha risposto che si dovrebbero rivedere procedure del genere, in quanto è stato utilizzato un mezzo, cioè la convocazione della mamma, inadeguato. Tra l’altro citando una contravvenzione fuori luogo».