Los Angeles trascinata da Howard batte 91-86 San Antonio ed è a una sola vittoria dai playoff. Il tedesco di Dallas festeggia il traguardo storico e il successo che gli consente di tagliarsi la barba dopo due mesi. Denver vince ma rischia di perdere Faried. Houston 6ª a Ovest
A Los Angeles c’è vita anche senza Kobe Bryant. Nella prima partita dopo l’infortunio della loro superstar, i Lakers battono San Antonio in una gara tirata e si portano ad un solo successo dalla postseason. Dirk Nowitzki taglia il traguardo dei 25mila punti in carriera, e con la vittoria di Dallas a New Orleans riporta in parità il bilancio vittorie-sconfitte dei Mavs e può tornare a radersi, come aveva promesso di fare solo quando il record della squadra fosse tornato al 50%. Denver piega Portland ma rischia di perdere Kenneth Faried, che rimedia una brutta distorsione alla caviglia sinistra. Houston domina Sacramento grazie a James Harden.
Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 91-86
A una vittoria dai playoff. I Lakers (44-37) piegano la resistenza di San Antonio (58-22) nella prima partita senza Kobe Bryant e si portano ad un passo dalla postseason, che conquisterebbero in caso di successo mercoledì su Houston o con una sconfitta di Utah tra stasera a Minnesota e mercoledì a Memphis. La Los Angeles del dopo Kobe fatica al tiro (37% dal campo con 9/27 da tre) e chiede leadership a Dwight Howard e Pau Gasol, che sopperisce con 16 rimbalzi a una terribile serata da 3/17 al tiro. La voce di Bryant si è fatta sentire: aveva promesso di guardare la partita in tv e dare consigli telefonici nell’intervallo in caso di necessità e così ha fatto, invitando durante il riposo Gasol a non preoccuparsi degli errori al tiro rimanendo aggressivo. Poi, a fine partita, ha scelto Twitter per congratularsi con i compagni: “Ben fatto amici, ben fatto - sono i complimenti che Bryant ha fatto arrivare via Twitter ai compagni -. Manca solo una vittoria adesso per i playoff”. In attacco ad aiutare Howard (doppia doppia numero 47 e terza gara di fila sopra quota 20 punti) ci hanno pensato Antwan Jamison e soprattutto Steve Blake, a due punti dal massimo in carriera. Gli Spurs incassano la sesta sconfitta esterna consecutiva e dicono praticamente addio alla possibilità di chiudere in testa la Western Conference, visto che Oklahoma ora ha una gara di vantaggio. La banda di Popovich chiude col 37% dal campo, traditi dalla pessima serata di Parker (1/10 al tiro. “nel 4° l’ho tenuto fuori perché stava giocando malissimo” è la bocciatura di coach Popovich), dominati 58-46 a rimbalzo e costretti alla resa nell’ultimo quarto quando i Lakers hanno spedito a bersaglio 5 triple su 9 dopo il 4/18 dei primi tre periodi. Match tiratissimo con 14 parità e 8 cambi al comando, col 12-6 iniziale dei Lakers che resta fino a metà ultimo periodo il massimo divario tra le due squadre. Duncan (superato Charles Barkley nella classifica dei migliori marcatori di sempre) regala a San Antonio il 23-22 alla prima sirena, Blake esplode con 14 punti e 4/4 da dietro l’arco nel secondo periodo ma ai Lakers non basta per la fuga: al riposo è parità sul 43. Le due squadre sbagliano tanto (nessuna supera il 33% al tiro al 36’) e l’equilibrio non si spezza, con gli Spurs che a 2’40” dalla terza sirena ricorrono al fallo sistematico su Howard (6/15 dalla lunetta nei primi tre periodi). L’equilibrio regge fino al 69-69 ad inizio ultimo quarto, quando i Lakers aprono un parziale di 15-4 che li porta avanti 84-73 a 4’ dalla fine. San Antonio non si arrende, ricuce fino al 90-86 firmato Joseph a 1’09” dalla fine ma sbaglia gli ultimi tre tiri e deve arrendersi. “Abbiamo giocato duro, di squadra, e abbiamo vinto” esulta Howard a fine gara. Dopo una stagione da incubo, i Lakers “vedono” la postseason. L.A. Lakers: Howard 26 (9/15 da due, 8/17 tiri liberi), Blake 23, Jamison 15. Rimbalzi: Howard 17. Assist: Blake 4, Meeks 4, Morris 4.
San Antonio: Duncan 23 (11/22, 1/1 tl), Green 16, Neal 12. Rimbalzi: Duncan 10, Splitter 10. Assist: Parker 8.
Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 118-109
Vittoria con brivido. Denver (55-25) piega Portland (33-47) ritoccando il record di vittorie da quando la franchigia è in Nba, ma non può esultare visto l’infortunio di Kenneth Faried. The Manimal è uscito a 2’40” dalla prima sirena, procurandosi una brutta distorsione alla caviglia sinistra durante un tentativo di penetrazione. Il lungo urlava di dolore ed è stato portato fuori dal campo a braccia, ma le lastre hanno escluso fratture anche se la caviglia verrà ulteriormente testata da una risonanza magnetica in programma nel tardo pomeriggio italiano. “Non ho mai provato un dolore simile nella mia vita, mi sono spaventato molto - ha raccontato Faried, miglior rimbalzista dei Nuggets con 9,2 a partita -. Ma nei playoff devo assolutamente esserci: se riuscirò a camminare, giocherò”. Denver vince la 22ª gara consecutiva in casa e fa un passo deciso verso il terzo posto a Ovest grazie allo show di Andre Iguodala (28 punti, 7 rimbalzi, 9 assist, 3 stoppate e 3 recuperi), ben aiutato da Fournier e Randolph, con il rientrante Ty Lawson ad orchestrare il gioco. Portland invece si rassegna alla 11ª sconfitta consecutiva nonostante la 5ª gara sopra quota 30 del rookie Damian Lillard. Denver prende in mano il gioco fin da subito, e con i punti di Iguodala e gli assist di Lawson vola sul 67-47 a 21” dal riposo e quando Randolph firma l’83-63 a 4’49” dalla terza sirena sembra avere la partita in tasca. Ma Portland tira fuori l’orgoglio e soprattutto Lillard, che guida la rimonta fino al 104-101 che Hickson firma dalla lunetta a 3’33” dalla fine. Denver però si rimette in moto e con Iguodala, Lawson e Fournier fa felice il Pepsi Center. Denver: Iguodala 28 (9/12, 2/5, 4/5 tl), Fournier 24, Randolph 18. Rimbalzi: Iguodala 7. Assist: Lawson 10.Portland: Lillard 30 (6/7, 4/10, 6/7 tl), Hickson 19, Barton 17. Rimbalzi: Hickson 9, Barton 9. Assist: Hickson 6, Lillard 6.
Houston Rockets-Sacramento Kings 121-100
Il trascinatore. James Harden con una travolgente serata da 29 punti e 9 assist tirando 11/16 dal campo regala a Houston (45-35) il successo su Sacramento (28-52) che vale il sesto posto a Ovest. I Rockets a due partite dalla fine hanno lo stesso record di Golden State, con cui però hanno il vantaggio degli scontri diretti. La guardia barbuta è stato il faro di una squadra in serata positiva, con 6 giocatori in doppia cifra, il 54% dal campo e capace di limitare gli avversari al 39% al tiro. “Dobbiamo lavorare sui dettagli in vista dei playoff: sono le piccole cose che ci permetteranno di vincere le partite che contano” ha raccontato Harden a fine gara. L’ex Thunder mette subito in mostra tutta la sua classe, chiudendo il primo tempo con 23 punti e 9 assist per trascinare Houston sul 62-44 al riposo. I Rockets rompono gli indugi nel terzo quarto, quando toccano per tre volte il 27 prima di lasciare alle riserve il compito di completare l’opera. Per i Kings è la sesta sconfitta nelle ultime 7 partite.
Houston: Harden 29 (7/10, 4/6, 3/7 tl), Lin 15, Delfino 14. Rimbalzi: Asik 12. Assist: Harden 9.
New Orleans Hornets-Dallas Mavericks 89-107
Il canestro per superare quota 25.000 punti in carriera, 17° di sempre a riuscirci, a 6’32” dall’intervallo. Una vittoria per riportare i Mavs in parità nel bilancio vittorie-sconfitte. E il taglio della barba dopo quasi due mesi. E’ la notte di Dirk Nowitzki, che con Dallas (40-40) passa a New Orleans (27-54) centrando tre traguardi in uno. “E’ passato troppo tempo dall’ultima rasatura. Mia moglie ha smesso di baciarmi a febbraio” scherza il tedesco mentre si ripulisce il viso con l’aiuto di un rasoio elettrico. Poi si fa serio quando parla dei suoi 25.009 punti da giocatore Nba: “E’ un traguardo incredibile. Quando sono arrivato in questa lega quasi non credevo di essere all’altezza, ma ho lavorato duro per 15 anni e sono stato ripagato”. Quello di Dallas a New Orleans è stato un vero e proprio assolo: 52,3% al tiro, avversari tenuti al 37,9% dal campo e in vantaggio solo perché capaci di realizzare il primo canestro della partita. Poi è stato un monologo Mavs: 11-0 per prendere il comando delle operazioni, 33-19 alla prima sirena, 58-31 a 2’13” dal riposo e vantaggio mai sceso sotto i 13 punti nella ripresa. E New Orleans incassa la quarta sconfitta di fila. New Orleans: Anderson 20 (4/13, 4/7), Gordon 15, Roberts 13. Rimbalzi: Lopez 13. Assist: Roberts 6. Dallas: Marion 21 (10/15, 0/1, 1/1 tl), Nowitzki 19, Wright 16, Carter 16. Rimbalzi: Marion 7, Kaman 7, Carter 7. Assist: Marion 6.
Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 91-86
A una vittoria dai playoff. I Lakers (44-37) piegano la resistenza di San Antonio (58-22) nella prima partita senza Kobe Bryant e si portano ad un passo dalla postseason, che conquisterebbero in caso di successo mercoledì su Houston o con una sconfitta di Utah tra stasera a Minnesota e mercoledì a Memphis. La Los Angeles del dopo Kobe fatica al tiro (37% dal campo con 9/27 da tre) e chiede leadership a Dwight Howard e Pau Gasol, che sopperisce con 16 rimbalzi a una terribile serata da 3/17 al tiro. La voce di Bryant si è fatta sentire: aveva promesso di guardare la partita in tv e dare consigli telefonici nell’intervallo in caso di necessità e così ha fatto, invitando durante il riposo Gasol a non preoccuparsi degli errori al tiro rimanendo aggressivo. Poi, a fine partita, ha scelto Twitter per congratularsi con i compagni: “Ben fatto amici, ben fatto - sono i complimenti che Bryant ha fatto arrivare via Twitter ai compagni -. Manca solo una vittoria adesso per i playoff”. In attacco ad aiutare Howard (doppia doppia numero 47 e terza gara di fila sopra quota 20 punti) ci hanno pensato Antwan Jamison e soprattutto Steve Blake, a due punti dal massimo in carriera. Gli Spurs incassano la sesta sconfitta esterna consecutiva e dicono praticamente addio alla possibilità di chiudere in testa la Western Conference, visto che Oklahoma ora ha una gara di vantaggio. La banda di Popovich chiude col 37% dal campo, traditi dalla pessima serata di Parker (1/10 al tiro. “nel 4° l’ho tenuto fuori perché stava giocando malissimo” è la bocciatura di coach Popovich), dominati 58-46 a rimbalzo e costretti alla resa nell’ultimo quarto quando i Lakers hanno spedito a bersaglio 5 triple su 9 dopo il 4/18 dei primi tre periodi. Match tiratissimo con 14 parità e 8 cambi al comando, col 12-6 iniziale dei Lakers che resta fino a metà ultimo periodo il massimo divario tra le due squadre. Duncan (superato Charles Barkley nella classifica dei migliori marcatori di sempre) regala a San Antonio il 23-22 alla prima sirena, Blake esplode con 14 punti e 4/4 da dietro l’arco nel secondo periodo ma ai Lakers non basta per la fuga: al riposo è parità sul 43. Le due squadre sbagliano tanto (nessuna supera il 33% al tiro al 36’) e l’equilibrio non si spezza, con gli Spurs che a 2’40” dalla terza sirena ricorrono al fallo sistematico su Howard (6/15 dalla lunetta nei primi tre periodi). L’equilibrio regge fino al 69-69 ad inizio ultimo quarto, quando i Lakers aprono un parziale di 15-4 che li porta avanti 84-73 a 4’ dalla fine. San Antonio non si arrende, ricuce fino al 90-86 firmato Joseph a 1’09” dalla fine ma sbaglia gli ultimi tre tiri e deve arrendersi. “Abbiamo giocato duro, di squadra, e abbiamo vinto” esulta Howard a fine gara. Dopo una stagione da incubo, i Lakers “vedono” la postseason. L.A. Lakers: Howard 26 (9/15 da due, 8/17 tiri liberi), Blake 23, Jamison 15. Rimbalzi: Howard 17. Assist: Blake 4, Meeks 4, Morris 4.
San Antonio: Duncan 23 (11/22, 1/1 tl), Green 16, Neal 12. Rimbalzi: Duncan 10, Splitter 10. Assist: Parker 8.
Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 118-109
Vittoria con brivido. Denver (55-25) piega Portland (33-47) ritoccando il record di vittorie da quando la franchigia è in Nba, ma non può esultare visto l’infortunio di Kenneth Faried. The Manimal è uscito a 2’40” dalla prima sirena, procurandosi una brutta distorsione alla caviglia sinistra durante un tentativo di penetrazione. Il lungo urlava di dolore ed è stato portato fuori dal campo a braccia, ma le lastre hanno escluso fratture anche se la caviglia verrà ulteriormente testata da una risonanza magnetica in programma nel tardo pomeriggio italiano. “Non ho mai provato un dolore simile nella mia vita, mi sono spaventato molto - ha raccontato Faried, miglior rimbalzista dei Nuggets con 9,2 a partita -. Ma nei playoff devo assolutamente esserci: se riuscirò a camminare, giocherò”. Denver vince la 22ª gara consecutiva in casa e fa un passo deciso verso il terzo posto a Ovest grazie allo show di Andre Iguodala (28 punti, 7 rimbalzi, 9 assist, 3 stoppate e 3 recuperi), ben aiutato da Fournier e Randolph, con il rientrante Ty Lawson ad orchestrare il gioco. Portland invece si rassegna alla 11ª sconfitta consecutiva nonostante la 5ª gara sopra quota 30 del rookie Damian Lillard. Denver prende in mano il gioco fin da subito, e con i punti di Iguodala e gli assist di Lawson vola sul 67-47 a 21” dal riposo e quando Randolph firma l’83-63 a 4’49” dalla terza sirena sembra avere la partita in tasca. Ma Portland tira fuori l’orgoglio e soprattutto Lillard, che guida la rimonta fino al 104-101 che Hickson firma dalla lunetta a 3’33” dalla fine. Denver però si rimette in moto e con Iguodala, Lawson e Fournier fa felice il Pepsi Center. Denver: Iguodala 28 (9/12, 2/5, 4/5 tl), Fournier 24, Randolph 18. Rimbalzi: Iguodala 7. Assist: Lawson 10.Portland: Lillard 30 (6/7, 4/10, 6/7 tl), Hickson 19, Barton 17. Rimbalzi: Hickson 9, Barton 9. Assist: Hickson 6, Lillard 6.
Houston Rockets-Sacramento Kings 121-100
Il trascinatore. James Harden con una travolgente serata da 29 punti e 9 assist tirando 11/16 dal campo regala a Houston (45-35) il successo su Sacramento (28-52) che vale il sesto posto a Ovest. I Rockets a due partite dalla fine hanno lo stesso record di Golden State, con cui però hanno il vantaggio degli scontri diretti. La guardia barbuta è stato il faro di una squadra in serata positiva, con 6 giocatori in doppia cifra, il 54% dal campo e capace di limitare gli avversari al 39% al tiro. “Dobbiamo lavorare sui dettagli in vista dei playoff: sono le piccole cose che ci permetteranno di vincere le partite che contano” ha raccontato Harden a fine gara. L’ex Thunder mette subito in mostra tutta la sua classe, chiudendo il primo tempo con 23 punti e 9 assist per trascinare Houston sul 62-44 al riposo. I Rockets rompono gli indugi nel terzo quarto, quando toccano per tre volte il 27 prima di lasciare alle riserve il compito di completare l’opera. Per i Kings è la sesta sconfitta nelle ultime 7 partite.
Houston: Harden 29 (7/10, 4/6, 3/7 tl), Lin 15, Delfino 14. Rimbalzi: Asik 12. Assist: Harden 9.
New Orleans Hornets-Dallas Mavericks 89-107
Il canestro per superare quota 25.000 punti in carriera, 17° di sempre a riuscirci, a 6’32” dall’intervallo. Una vittoria per riportare i Mavs in parità nel bilancio vittorie-sconfitte. E il taglio della barba dopo quasi due mesi. E’ la notte di Dirk Nowitzki, che con Dallas (40-40) passa a New Orleans (27-54) centrando tre traguardi in uno. “E’ passato troppo tempo dall’ultima rasatura. Mia moglie ha smesso di baciarmi a febbraio” scherza il tedesco mentre si ripulisce il viso con l’aiuto di un rasoio elettrico. Poi si fa serio quando parla dei suoi 25.009 punti da giocatore Nba: “E’ un traguardo incredibile. Quando sono arrivato in questa lega quasi non credevo di essere all’altezza, ma ho lavorato duro per 15 anni e sono stato ripagato”. Quello di Dallas a New Orleans è stato un vero e proprio assolo: 52,3% al tiro, avversari tenuti al 37,9% dal campo e in vantaggio solo perché capaci di realizzare il primo canestro della partita. Poi è stato un monologo Mavs: 11-0 per prendere il comando delle operazioni, 33-19 alla prima sirena, 58-31 a 2’13” dal riposo e vantaggio mai sceso sotto i 13 punti nella ripresa. E New Orleans incassa la quarta sconfitta di fila. New Orleans: Anderson 20 (4/13, 4/7), Gordon 15, Roberts 13. Rimbalzi: Lopez 13. Assist: Roberts 6. Dallas: Marion 21 (10/15, 0/1, 1/1 tl), Nowitzki 19, Wright 16, Carter 16. Rimbalzi: Marion 7, Kaman 7, Carter 7. Assist: Marion 6.