In una chat con i tifosi del Milan il Farone nega qualsiasi tipo di attrito con il suo tecnico: "? Il mio rapporto è stato subito buono con lui per me è stato subito come un padre, ha sempre pensato a me non solo come calciatore, ma anche alla mia formazione". Poi sul suo futuro: "Spero di non andarmene mai dal Milan, voglio fare la storia di questa società"
"Allegri? Il mio rapporto è stato subito buono con lui, fin dall'anno scorso, per me è stato subito come un padre, ha sempre pensato a me non solo come calciatore, ma anche alla mia formazione". Lo ha detto Stephan El Shaarawy, nel corso di una videochat su Google e su Milan Channel. "I miei capelli? Ci metto 10 minuti a metterli a posto, ormai ho capito come si fa. Per me l'aspetto è molto importante. San Siro? Sto vivendo un sogno, sono nella squadra per la quale ho sempre tifato e sono qui a sperare anch'io di fare un pezzo di storia".
Alla domanda sui sacrifici da fare per diventare bandiera del Milan, El Shaarawy ha risposto così: "C'é sempre bisogno di fare sacrifici, c'é bisogno di applicazione e tanta umiltà, componenti che ho sempre cercato di tirar fuori finora. E' chiaro che per fare la storia del Milan c'e' bisogno di tanto altro, tanto impegno. Il Milan e' un bell'ambiente, pero' per stare qui devi dare tutto te stesso, sto attraversando un buon periodo ma devo ancora imparare tantissime cose. Chi mi ha aiutato di più nel calcio? Mister Allegri certamente. Ma anche tanti altri, come Donati, a Savona, mio primo maestro di vita. Durante il ritiro la cosa più divertente è stato il balletto con Antonini mentre gli tenevo la scarpa sulla testa. Il numero di maglia? Il 92 mi ha portato fortuna fin adesso e tengo quello, intoccabile come la cresta. Io sono un ragazzo normalissimo. Spero anch'io di non andarmene mai e lo ripeto ho intenzione di rimanere qui ancora per tanto e di fare la storia di questa societa'"
Il Faraone parla anche del suo ambientamento a Milano da diciannovenne. "All'inizio è stata un po' dura ambientarsi, non difficile, ma è chiaro Milano è un'altra realtà rispetto a Savona o a Padova, diciamo che sono riuscito a integrarmi bene sia in città che nello spogliatoio, ho avuto l'aiuto di mio padre ma anche di grandi campioni che mi hanno subito accolto bene. Il calcio come lavoro? Per restare a certi livelli, bisogna fare qualche sacrificio, io lo faccio con molto piacere, questa è la mia vita, questo è il mio lavoro, faccio sacrifici con molto piacere pur di diventare qualcuno di importantissimo. Tengono molto alla mia futura fisica, con i preparatori a Milanello gestisco molto bene l'alimentazione, mi fermo a pasta in bianco, bresaola, petto di pollo. Non ci sono alimenti a cui non so resistere".
Alla domanda sui sacrifici da fare per diventare bandiera del Milan, El Shaarawy ha risposto così: "C'é sempre bisogno di fare sacrifici, c'é bisogno di applicazione e tanta umiltà, componenti che ho sempre cercato di tirar fuori finora. E' chiaro che per fare la storia del Milan c'e' bisogno di tanto altro, tanto impegno. Il Milan e' un bell'ambiente, pero' per stare qui devi dare tutto te stesso, sto attraversando un buon periodo ma devo ancora imparare tantissime cose. Chi mi ha aiutato di più nel calcio? Mister Allegri certamente. Ma anche tanti altri, come Donati, a Savona, mio primo maestro di vita. Durante il ritiro la cosa più divertente è stato il balletto con Antonini mentre gli tenevo la scarpa sulla testa. Il numero di maglia? Il 92 mi ha portato fortuna fin adesso e tengo quello, intoccabile come la cresta. Io sono un ragazzo normalissimo. Spero anch'io di non andarmene mai e lo ripeto ho intenzione di rimanere qui ancora per tanto e di fare la storia di questa societa'"
Il Faraone parla anche del suo ambientamento a Milano da diciannovenne. "All'inizio è stata un po' dura ambientarsi, non difficile, ma è chiaro Milano è un'altra realtà rispetto a Savona o a Padova, diciamo che sono riuscito a integrarmi bene sia in città che nello spogliatoio, ho avuto l'aiuto di mio padre ma anche di grandi campioni che mi hanno subito accolto bene. Il calcio come lavoro? Per restare a certi livelli, bisogna fare qualche sacrificio, io lo faccio con molto piacere, questa è la mia vita, questo è il mio lavoro, faccio sacrifici con molto piacere pur di diventare qualcuno di importantissimo. Tengono molto alla mia futura fisica, con i preparatori a Milanello gestisco molto bene l'alimentazione, mi fermo a pasta in bianco, bresaola, petto di pollo. Non ci sono alimenti a cui non so resistere".