“Nel corso della riunione sui palinsesti Miss Italia continua a non essere prevista, a meno di ripensamenti”. La conferma arriva da un dirigente Rai, che aggiunge: “Ormai è uno show obsoleto, che ha fatto il suo tempo. Ma soprattutto, costa troppo e rende poco come investimento”. C’è poi una questione di non poco conto. “Il programma va in onda da anni su Raiuno grazie a unaconvenzione biennale, che non prevede il rinnovo automatico, ed è scaduta a settembre. Con la nuova linea editoriale di Raiuno questo accordo non aveva più ragione di esistere. Di fatto già l’allora direttore di rete, Mauro Mazza (sostituito nel novembre 2012 da Giancarlo Leone, ndr), non aveva inserito Miss Italia nei palinsesti autunnali, quindi da tempo si sapeva che non sarebbe andata in onda”.
Sulla questione Patrizia Mirigliani, patron del concorso di bellezza, non vuole commentare, anche se al sito di Davide Maggio, due giorni fa, ha dichiarato: “Miss Italia? Continua! D’altro canto io credo che, dopo 25 anni di proficua collaborazione, se la Rai avesse deciso di non mandare più in onda il programma avrebbe inviato una comunicazione ufficiale, e io al momento non ho ricevuto alcunché”. Dalla Rai però rispondono che “da mesi la signora Mirigliani chiede un incontro con i vertici aziendali per discutere la questione del rinnovo. Ma non è mai avvenuto”. E difficilmente, a quanto pare, ci sarà.
C’è poi il discorso ascolti, in costante calo, anche se la kermesse va in onda fuori dal periodo di garanzia. Quest’anno la finalissima ha registrato uno share del 24,39% (4.944.000 milioni di telespettatori), mentre nel 2011 è stato del 25,93% e nel 2010 del 29% (5.678.000 telespettatori). “Alla gente non piace più tutto questo sfarzo, vedere sfilare le ragazze in costume… è anacronistico. Oltre al fatto che ormai in tv è pieno di talent che sfornano attrici, cantanti e modelle”, continua la nostra fonte.
Ma la principale ragione per cui la Rai ha deciso di archiviare Miss Italia è che non rende più. “In passato gli sponsor del concorso compravano gli spazi pubblicitari e le telepromozioni. In questo modo si coprivano quasi interamente i costi. L’anno scorso, invece, gli sponsor della signora Mirigliani non hanno acquistato le telepromozioni all’interno del programma, su cui hanno investito molto meno. Forse preferiscono altri prodotti e scelgono con maggiore oculatezza”.
Anche l’idea di mandare in onda solo la finalissima, come accade in altri Paesi, non servirebbe a risparmiare. “I costi non dipendono dal numero di puntate – spiega il nostro informatore -. In altri tempi, quando la gente seguiva il concorso in tv, facevamo anche cinque serate per recuperare le spese. Adesso, che siano una o due puntate, non cambia molto. Perché quello che incide davvero sulle casse della Rai è l’enorme macchina organizzativa. Solo di maestranze e tecnici si contano tra le 400 e le 500 persone che lavorano per un mese in trasferta in posti come Montecatini Terme o Salsomaggiore. A queste vanno aggiunte le 280 ragazze in concorso con le rispettive famiglie e il personale al seguito (truccatori, parrucchieri, ecc.). Per dare un’idea, tutta la manifestazione costa quasi quanto il Festival di Sanremo”. E oggi non ne vale più la pena.
C’è poi il discorso ascolti, in costante calo, anche se la kermesse va in onda fuori dal periodo di garanzia. Quest’anno la finalissima ha registrato uno share del 24,39% (4.944.000 milioni di telespettatori), mentre nel 2011 è stato del 25,93% e nel 2010 del 29% (5.678.000 telespettatori). “Alla gente non piace più tutto questo sfarzo, vedere sfilare le ragazze in costume… è anacronistico. Oltre al fatto che ormai in tv è pieno di talent che sfornano attrici, cantanti e modelle”, continua la nostra fonte.
Ma la principale ragione per cui la Rai ha deciso di archiviare Miss Italia è che non rende più. “In passato gli sponsor del concorso compravano gli spazi pubblicitari e le telepromozioni. In questo modo si coprivano quasi interamente i costi. L’anno scorso, invece, gli sponsor della signora Mirigliani non hanno acquistato le telepromozioni all’interno del programma, su cui hanno investito molto meno. Forse preferiscono altri prodotti e scelgono con maggiore oculatezza”.
Anche l’idea di mandare in onda solo la finalissima, come accade in altri Paesi, non servirebbe a risparmiare. “I costi non dipendono dal numero di puntate – spiega il nostro informatore -. In altri tempi, quando la gente seguiva il concorso in tv, facevamo anche cinque serate per recuperare le spese. Adesso, che siano una o due puntate, non cambia molto. Perché quello che incide davvero sulle casse della Rai è l’enorme macchina organizzativa. Solo di maestranze e tecnici si contano tra le 400 e le 500 persone che lavorano per un mese in trasferta in posti come Montecatini Terme o Salsomaggiore. A queste vanno aggiunte le 280 ragazze in concorso con le rispettive famiglie e il personale al seguito (truccatori, parrucchieri, ecc.). Per dare un’idea, tutta la manifestazione costa quasi quanto il Festival di Sanremo”. E oggi non ne vale più la pena.