La coppia azzurra si inchina alle russe Makarova e Vesnina e cede così il titolo conquistato lo scorso anno in due set: 7-5, 6-2
Questa volta nessun bis a Parigi. Su un Philippe Chatrier semi-deserto, Roberta Vinci e Sara Errani devono inchinarsi a Ekaterina Makarova e Elena Vesnina lasciando, come già successo nell’ultima finale giocata a Roma, il titolo di doppio proprio all’ultimo atto.
Se la sconfitta di Roma aveva però sorpreso, quella di oggi, piuttosto netta, lo fa un po’ di meno. Sotto il cielo plumbeo di Parigi e contro due grandi risponditrici come la coppia russa, Errani e Vinci non trovano mai le soluzioni per mettere in difficoltà le potenti avversarie: palle pesanti per l’umidità, poche rotazioni, rimbalzi bassi, ed ecco che i colpi piatti delle russe – sia al servizio che nello scambio sulle diagonali dal fondo – hanno praticamente sempre la meglio.
Se a tutto ciò andiamo poi ad aggiungere una giornata di poca brillantezza sotto rete anche di una che lì potrebbe fare la professoressa – Roberta Vinci – e i servizi che, per quanto già descritto, permettono sempre alle russe di prendere in mano lo scambio (Vinci ed Errani riusciranno a tenere solo 2 volte la battuta in tutta la partita), ecco che il gioco è fatto.
Non che le azzurre non ci abbiano provato però. Specialmente nel primo set – durato un’ora e cinque minuti – Errani e Vinci reagiscono a lungo ai break che arrivano in ogni turno di servizio ma, sul più bello, la Makarova riesce finalmente a rompere la regola e chiudere il vero turning game del match. Persa la battaglia per 7-5, le azzurre riescono a tenere con fatica il primo turno di servizio del secondo set ma, poi, si inchinano all’allungo russo che spinte ancora dalla violenza in risposta e da una buona sinergia a rete chiudono in poco più di mezz’ora una seconda e decisamente meno combattuta partita.
Per la coppia russa è il primo titolo di uno slam. Per Sara e Roberta la seconda sconfitta consecutiva in finale. Non sarà un’emergenza ma, certamente, un segnale.
Questa volta nessun bis a Parigi. Su un Philippe Chatrier semi-deserto, Roberta Vinci e Sara Errani devono inchinarsi a Ekaterina Makarova e Elena Vesnina lasciando, come già successo nell’ultima finale giocata a Roma, il titolo di doppio proprio all’ultimo atto.
Se la sconfitta di Roma aveva però sorpreso, quella di oggi, piuttosto netta, lo fa un po’ di meno. Sotto il cielo plumbeo di Parigi e contro due grandi risponditrici come la coppia russa, Errani e Vinci non trovano mai le soluzioni per mettere in difficoltà le potenti avversarie: palle pesanti per l’umidità, poche rotazioni, rimbalzi bassi, ed ecco che i colpi piatti delle russe – sia al servizio che nello scambio sulle diagonali dal fondo – hanno praticamente sempre la meglio.
Se a tutto ciò andiamo poi ad aggiungere una giornata di poca brillantezza sotto rete anche di una che lì potrebbe fare la professoressa – Roberta Vinci – e i servizi che, per quanto già descritto, permettono sempre alle russe di prendere in mano lo scambio (Vinci ed Errani riusciranno a tenere solo 2 volte la battuta in tutta la partita), ecco che il gioco è fatto.
Non che le azzurre non ci abbiano provato però. Specialmente nel primo set – durato un’ora e cinque minuti – Errani e Vinci reagiscono a lungo ai break che arrivano in ogni turno di servizio ma, sul più bello, la Makarova riesce finalmente a rompere la regola e chiudere il vero turning game del match. Persa la battaglia per 7-5, le azzurre riescono a tenere con fatica il primo turno di servizio del secondo set ma, poi, si inchinano all’allungo russo che spinte ancora dalla violenza in risposta e da una buona sinergia a rete chiudono in poco più di mezz’ora una seconda e decisamente meno combattuta partita.
Per la coppia russa è il primo titolo di uno slam. Per Sara e Roberta la seconda sconfitta consecutiva in finale. Non sarà un’emergenza ma, certamente, un segnale.