RECIFE - Sette gol come i concetti base del Bushido, il codice dei Samurai che un guerriero deve rispettare per tutta la vita. Perché Italia-Giappone è stata battaglia, combattuta con coraggio e onore, nell'arena del Pernambuco di Recife. La Venezia brasiliana, per una sera, ha montato il palco verde e messo in scena un'opera epica, con tutti gli ingredienti che rendono il calcio lo sport più bello del mondo. Novanta minuti e più di reti, errori, rigori, vantaggi, rincorse, agganci, sorpassi, sulle montagne russe di una partita sempre in trasformazione, mai prevedibile, che alla fine ha sorriso agli azzurri anche con un po' di fortuna, per un 4-3 che anche nel risultato profuma di storia. «Una delle partite più sofferte e difficili della mia carriera», è il commento finale di De Rossi, uno dei paladini di Prandelli, protagonista di questa sera e di questa Nazionale.
GIAPPONE, INIZIO A MILLE - Marchisio e Abate fuori, dentro Aquilani e Maggio le modifiche alla formazione fatta da Prandelli rispetto alla formazione vincente all'esordio. Parte bene il Giappone: l'asse Kagawa-Honda si mette in moto e mette in difficoltà la retroguardia azzurra, Maeda di testa impegna per la prima volta Buffon. Ritmi altissimi, azzurri sorpresi e superati in grinta e velocità dagli avversari
HONDA APRE SU RIGORE. DENTRO GIOVINCO - Al 22' il Giappone passa in vantaggio: errore di De Sciglio in disimpegno, Buffon è costretto alla scivolata su Okazaki: tackle e palla piena, con il giocatore nipponico che successivamente frana a terra ma il direttore di gara, tra l'incredulità azzurra, assegna la massima punizione. Dal dischetto il talento della nazionale asiatica trasforma senza problemi alla sinistra di Buffon. Prandelli cambia: dopo mezz'ora finisce la partita di Aquilani, anonima, Prandelli sceglie Giovinco per aumentare il peso offensivo. Esordio per il numero 10 nella competizione.
KAGAWA CI PUNISCE ANCORA. ITALIA IN BAMBOLA - La mossa però non ottiene gli effetti sperati: Pirlo è smarrito e con lui l'Italia, che continua a sbandare sotto gli assalti degli indemoniati Samurai di Zaccheroni. E dopo il rigore regalato, il Giappone sancisce il comunque meritato vantaggio con il raddoppio: è il 34' quando Kagawa sfrutta un pallone vagante in area per colpire al volo infilando Buffon a fil di palo. Tripudio sugli spalti, dove il tifo è spostato verso Oriente: gli "Olè" dello stadio a ogni tocco di palla nipponico sono la beffa oltre al danno subito. Buffon evita il tracollo respingendo le conclusioni di Honda su punizione e di Hasebe.
DE ROSSI RIAPRE I GIOCHI. PALO GIACCHERINI - De Rossi, ammonito e diffidato, non sarà della partita con il Brasile: il centrocampista della Roma trasforma però la rabbia agonistica nello stacco con cui insacca in rete un calcio d'angolo di Pirlo e riapre la partita. L'Italia risorge e si prende il finale del primo tempo, con Giaccherini che va a un passo dall'incredibile pareggio, venendo fermato solo dal palo.
GIACCHERINI PROPIZIA IL 2-2, POI BALOTELLI: È SORPASSO - Nella ripresa è proprio Giaccherini il protagonista del pari che arriva dopo solo cinque minuti: caparbio l'azzurro nel pressare Yoshida a ridosso della linea di fondo, palla strappata e servita a Balotelli solo a centroarea, Uchida anticipa l'attaccante ma scaraventa il pallone nella propria porta. È pareggio, ma le emozioni non sono finite: qualche minuto dopo un tiro di Giovinco viene deviato da Hasebe in area, con la palla che prima sbatte sulla gamba e poi sul braccio del giapponese. L'arbitro Abal però decide per un altro rigore discutibile che Balotelli non ha problemi a trasformare nel sorpasso azzurro.
OKAZAKI CI RIACCIUFFA, PALO-TRAVERSA GIAPPONE - Giovinco di sinistro impegna severamente Kawashima. Esce Maggio, sfiancato, per Abate. Maeda si fa di nuovo pericoloso con un'altra incursione, se il Giappone ha rallentato gli azzurri sono davvero in sofferenza. Dentro anche Marchisio per Giaccherini, Prandelli termina i cambi e ha fine anche il vantaggio azzurro: Okazaki va in elevazione sul primo palo e di testa batte Buffon per il 3-3. Mancano ancora venti minuti, Buffon ci tiene su respingendo il tiro di un Honda scatenato e mettendo la punta del guanto sinistro sulla conclusione a botta sicura proprio di Okazaki: palo, la palla arriva a Kagawa in area piccola che ribatte colpendo la traversa a porta vuota. Incredibile. E non è finita.
GIOVINCO, IL COLPO DI GRAZIA. 4-4 GIAPPONE IN OFFSIDE - È sull'orlo della sconfitta che gli azzurri trovano la forza per l'ultimo colpo, quello del ko: contropiede sull'asse juventino Marchisio-Giovinco, costruito dal primo e finalizzato dal 10 azzurro che a quattro minuti dalla fine infligge la stoccata definitiva al Giappone e alla partita. L'orgoglio nipponico riporta ancora avanti gli uomini di Zaccheroni, ma la zampata sottoporta di Yoshida del quattro pari è in fuorigioco e gli assalti finali a Buffon sono vani: onore e inchino al cuore del Giappone, in semifinale ci va l'Italia.
(io ho visto solo il 1°tempo)