Dopo essere sciolto nell'acqua viene fatto riassorbire dai vestiti dell'attentatore. Lo avrebbe messo a punto il qaedista Al Asiri.
In occasione di ogni allarme terrorismo si moltiplicano le rivelazioni su nuovi tipi di bombe che i terroristi di Al Qaeda potrebbero usare. Alcune sembrano elaborazioni fantasiose, altre sono più credibili. Difficile distinguere le prime dalle seconde. Ma è anche vero che Ibrahim Al Asiri, il terrorista che ha studiato da chimico e si è tramutato in un artificiere per i qaedisti dello Yemen, ne ha messo a punto alcune inedite. Come il micro-ordigno celato nell’ano o nelle parti intime del fratello: almeno questo è quanto sostenuto dai sauditi dopo un fallito attacco, una ricostruzione finita anche in un rapporto di Europol. Ora si parla di altre novità. La prima è un esplosivo liquido che, dopo essere stato sciolto nell’acqua, è assorbito dagli abiti dell’attentatore. Poi è lasciato seccare e a quel punto il kamikaze indossa l’abito-bomba. Un metodo – si dice – che potrebbe sfuggire ai controlli. Resta da capire quale sia l’innesco, ma Al Asiri deve averci pensato. E’ possibile che un «campione», se non l’ordigno stesso, sia stato consegnato agli americani da un kamikaze che in realtà era un agente dei sauditi. Reclutato da Al Qaeda nella penisola arabica avrebbe dovuto compiere un attacco e invece è scappato portando in dote una «fascia» detonante di nuova concezione. Un’elaborazione delle famose mutande bomba impiegate da uno studente nigeriano al servizio dei qaedisti. Il secondo modello è quello che prevede una delicata operazione chirurgica per impiantare nel corpo del terrorista una piccola carica. Esperti di sicurezza hanno paventato il rischio ed hanno citato proprio i tentativi di Al Asiri. Fino ad oggi, però, non sono emersi dati concreti.
In occasione di ogni allarme terrorismo si moltiplicano le rivelazioni su nuovi tipi di bombe che i terroristi di Al Qaeda potrebbero usare. Alcune sembrano elaborazioni fantasiose, altre sono più credibili. Difficile distinguere le prime dalle seconde. Ma è anche vero che Ibrahim Al Asiri, il terrorista che ha studiato da chimico e si è tramutato in un artificiere per i qaedisti dello Yemen, ne ha messo a punto alcune inedite. Come il micro-ordigno celato nell’ano o nelle parti intime del fratello: almeno questo è quanto sostenuto dai sauditi dopo un fallito attacco, una ricostruzione finita anche in un rapporto di Europol. Ora si parla di altre novità. La prima è un esplosivo liquido che, dopo essere stato sciolto nell’acqua, è assorbito dagli abiti dell’attentatore. Poi è lasciato seccare e a quel punto il kamikaze indossa l’abito-bomba. Un metodo – si dice – che potrebbe sfuggire ai controlli. Resta da capire quale sia l’innesco, ma Al Asiri deve averci pensato. E’ possibile che un «campione», se non l’ordigno stesso, sia stato consegnato agli americani da un kamikaze che in realtà era un agente dei sauditi. Reclutato da Al Qaeda nella penisola arabica avrebbe dovuto compiere un attacco e invece è scappato portando in dote una «fascia» detonante di nuova concezione. Un’elaborazione delle famose mutande bomba impiegate da uno studente nigeriano al servizio dei qaedisti. Il secondo modello è quello che prevede una delicata operazione chirurgica per impiantare nel corpo del terrorista una piccola carica. Esperti di sicurezza hanno paventato il rischio ed hanno citato proprio i tentativi di Al Asiri. Fino ad oggi, però, non sono emersi dati concreti.