La tragedia del Titanic poteva essere evitata, bastava lanciare subito l’allarme: questa e altre rivelazioni nel libro-scoop di Tim Maltin.
I 1517 morti nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1912 sarebbero sopravvissuti, le pagine dei giornali del 14 aprile avrebbero avuto titoli meno cubitali, ma soprattutto: l’umanità non avrebbe dovuto sorbirsi il colossal strappalacrime della squadra campione d’incassi Cameron-Di Caprio-Winslet. Invece, in seguito all’impatto con il fatale iceberg, l’equipaggio mandò la richiesta di soccorso con ben 45 minuti di ritardo. Perché?
Alcune delle possibili risposte sono contenute nel libro di Tim Maltin 101 things you thought you knew about the Titanic… but didn’t (traducibile con Le 101 cose che pensavi di sapere sul Titanic, ma non sapevi). “Loro (le autorità della nave) potrebbero aver perso tempo a considerare l’aspetto di pubbliche relazioni e a cercare di capire se la nave sarebbe affondata o meno, perché nel secondo caso avrebbero preferito ridimensionare la cosa” ha dichiarato Maltin sul quotidiano inglese Telegraph; “questo può aver portato a ritardi”.
Ma quella dei 45 minuti di ritardo non è l’unica rivelazione del libro. Nei due lunghi anni di ricerche, Maltin ha scoperto altri inquietanti dettagli. Qualche esempio: l’iceberg non è stato individuato perché nella postazione di avvistamento non c’erano binocoli; non c’erano abbastanza scialuppe di salvataggio; il capitano Edward Smith non era abituato a manovrare navi da 50.000 tonnellate e al momento della partenza sfiorò di pochissimo una collisione con un’altra nave.
Sono solo una manciata di retroscena sconosciuti o quasi, estrapolati da quel groviglio di errori che trasformò un varo leggendario in una tragica spacconata. Per scoprire gli altri novanta sarà necessario aspettare un paio di giorni (per chi conosce l’inglese) o qualche mese (ancora non è stata indicata la data di uscita italiana) e cercare 101 things you thought you knew about the Titanic… but didn’t nella sezione “storia “ delle librerie italiane.
I 1517 morti nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1912 sarebbero sopravvissuti, le pagine dei giornali del 14 aprile avrebbero avuto titoli meno cubitali, ma soprattutto: l’umanità non avrebbe dovuto sorbirsi il colossal strappalacrime della squadra campione d’incassi Cameron-Di Caprio-Winslet. Invece, in seguito all’impatto con il fatale iceberg, l’equipaggio mandò la richiesta di soccorso con ben 45 minuti di ritardo. Perché?
Alcune delle possibili risposte sono contenute nel libro di Tim Maltin 101 things you thought you knew about the Titanic… but didn’t (traducibile con Le 101 cose che pensavi di sapere sul Titanic, ma non sapevi). “Loro (le autorità della nave) potrebbero aver perso tempo a considerare l’aspetto di pubbliche relazioni e a cercare di capire se la nave sarebbe affondata o meno, perché nel secondo caso avrebbero preferito ridimensionare la cosa” ha dichiarato Maltin sul quotidiano inglese Telegraph; “questo può aver portato a ritardi”.
Ma quella dei 45 minuti di ritardo non è l’unica rivelazione del libro. Nei due lunghi anni di ricerche, Maltin ha scoperto altri inquietanti dettagli. Qualche esempio: l’iceberg non è stato individuato perché nella postazione di avvistamento non c’erano binocoli; non c’erano abbastanza scialuppe di salvataggio; il capitano Edward Smith non era abituato a manovrare navi da 50.000 tonnellate e al momento della partenza sfiorò di pochissimo una collisione con un’altra nave.
Sono solo una manciata di retroscena sconosciuti o quasi, estrapolati da quel groviglio di errori che trasformò un varo leggendario in una tragica spacconata. Per scoprire gli altri novanta sarà necessario aspettare un paio di giorni (per chi conosce l’inglese) o qualche mese (ancora non è stata indicata la data di uscita italiana) e cercare 101 things you thought you knew about the Titanic… but didn’t nella sezione “storia “ delle librerie italiane.