Léonarda, 15 anni, è stata arrestata mentre era in gita scolastica con i compagni. Come rom illegalmente residente in Francia, doveva essere espulsa verso il Kosovo insieme al resto della famiglia Dibrani, madre e sei figli. Il padre era già partito. Gli agenti della Paf (Police aux frontières, le guardie di confine) hanno fatto fermare il bus della scolaresca, prelevato la ragazzina, l’hanno portata in aeroporto e imbarcata sul volo per Pristina.
Tutto è successo ieri mattina. La famiglia kosovara era immigrata in Francia nel 2009 e non aveva i requisiti per la regolarizzazione, anche se li avrebbe maturati fra due mesi. Viveva a Levier, nel sud-est, vicino al confine svizzero. I figli parlano perfettamente il francese e, secondo il blog che ha denunciato l’episodio, frequentano da tre anni le scuole. In effetti, Léonarda frequentava il collège e ieri partecipava a una gita scolastica a Sochaux organizzata dalla scuola media André-Malraux e dal liceo Touissant-Louverture di Pontarlier.
Per questo, quando la polizia è arrivata al domicilio della famiglia, non l’ha trovata. Gli agenti si sono informati e hanno telefonato alla professoressa di Storia e geografia che accompagnava i ragazzi. Questo il racconto dell’insegnante, madame Giacoma: «Il linguaggio dell’agente era dei più fermi e dei più diretti. Mi ha detto che non avevamo scelta e che dovevamo imperativamente far fermare l’autobus dove eravamo perché voleva recuperare una delle nostre alunne in situazione irregolare: Léonarda Dibrani. Gli ho detto che non poteva domandarmi una cosa del genere perché la trovavo totalmente inuman
Ma la professoressa ha dovuto ottemperare. Ha cercato di spiegare a Léonarda la situazione: «Dopo i miei colleghi hanno spiegato la situazione a certi studenti che credevano che Léonarda avesse rubato o commesso un reato. Ragazzi e professori sono stati estremamente scioccati». La prefettura si difende dando un’altra versione: secondo le autorità, la madre voleva raggiungere il padre in Kosovo. I posti in aereo si erano resi disponibili ieri e gli agenti sono intervenuti su richiesta della famiglia per recuperare la ragazzina.
Fin qui la cronaca. Il problema è però subito diventato politico. Per molti esponenti del volontariato, dei partiti della gauche e dello stesso Partito socialista, si tratta della classica goccia che fa traboccare un vaso già colmo, dove il vaso è la linea dura sui rom del ministro socialista degli Interni, Manuel Valls, in perfetta continuità con quella dei suoi predecessori di destra. Lo scandalo è enorme, le polemiche violentissime. E pochi minuti fa, dopo un’intervento del premier Jean-Marc Ayrault, Valls è stato costretto ad annunciare l’apertura di un’inchiesta amministrativa. Qualche testa sicuramente cadrà. Resta l’ambiguità di un ministro di sinistra che fa una politica di destra e con metodi muscolari. E che proprio per questo è l’unico membro veramente popolare del governo più impopolare degli ultimi anni.
Tutto è successo ieri mattina. La famiglia kosovara era immigrata in Francia nel 2009 e non aveva i requisiti per la regolarizzazione, anche se li avrebbe maturati fra due mesi. Viveva a Levier, nel sud-est, vicino al confine svizzero. I figli parlano perfettamente il francese e, secondo il blog che ha denunciato l’episodio, frequentano da tre anni le scuole. In effetti, Léonarda frequentava il collège e ieri partecipava a una gita scolastica a Sochaux organizzata dalla scuola media André-Malraux e dal liceo Touissant-Louverture di Pontarlier.
Per questo, quando la polizia è arrivata al domicilio della famiglia, non l’ha trovata. Gli agenti si sono informati e hanno telefonato alla professoressa di Storia e geografia che accompagnava i ragazzi. Questo il racconto dell’insegnante, madame Giacoma: «Il linguaggio dell’agente era dei più fermi e dei più diretti. Mi ha detto che non avevamo scelta e che dovevamo imperativamente far fermare l’autobus dove eravamo perché voleva recuperare una delle nostre alunne in situazione irregolare: Léonarda Dibrani. Gli ho detto che non poteva domandarmi una cosa del genere perché la trovavo totalmente inuman
Ma la professoressa ha dovuto ottemperare. Ha cercato di spiegare a Léonarda la situazione: «Dopo i miei colleghi hanno spiegato la situazione a certi studenti che credevano che Léonarda avesse rubato o commesso un reato. Ragazzi e professori sono stati estremamente scioccati». La prefettura si difende dando un’altra versione: secondo le autorità, la madre voleva raggiungere il padre in Kosovo. I posti in aereo si erano resi disponibili ieri e gli agenti sono intervenuti su richiesta della famiglia per recuperare la ragazzina.
Fin qui la cronaca. Il problema è però subito diventato politico. Per molti esponenti del volontariato, dei partiti della gauche e dello stesso Partito socialista, si tratta della classica goccia che fa traboccare un vaso già colmo, dove il vaso è la linea dura sui rom del ministro socialista degli Interni, Manuel Valls, in perfetta continuità con quella dei suoi predecessori di destra. Lo scandalo è enorme, le polemiche violentissime. E pochi minuti fa, dopo un’intervento del premier Jean-Marc Ayrault, Valls è stato costretto ad annunciare l’apertura di un’inchiesta amministrativa. Qualche testa sicuramente cadrà. Resta l’ambiguità di un ministro di sinistra che fa una politica di destra e con metodi muscolari. E che proprio per questo è l’unico membro veramente popolare del governo più impopolare degli ultimi anni.