Marco Lavoie è un uomo che per tre mesi ha vissuto nelle foreste del Canada. Era partito per un viaggio in canoa nel nord ovest del Quebec il 16 luglio scorso e sarebbe dovuto tornare a casa dopo circa due mesi. Ma nel corso della sua avventura qualcosa è andato storto. Era il 21 ottobre quando la sua famiglia, non avendo più notizie dell’uomo, ha avvisato le autorità che hanno poi avviato le ricerche. Ed è stato lo stesso Lavoie, 44enne esperto di trekking, a raccontare quanto gli era accaduto quando finalmente l’hanno trovato. L’uomo era disidratato, affetto da ipotermia e aveva perso in questi mesi nella foresta metà del suo peso. Secondo i soccorritori se non fosse stato trovato sarebbe morto al massimo entro un paio di giorni.
Lavoie ha detto che durante una sosta sulla riva di un fiume sarebbe stato assalito da un orso e che il suo cane lo avrebbe poi messo in fuga. La sua canoa sarebbe stata danneggiata, lui avrebbe perso ogni scorta. E sarebbe sopravvissuto nutrendosi di quello che trovava nella foresta. Secondo quanto riportano alcune fonti, avrebbe deciso di sacrificare anche il suo amato cane. Disperato, avrebbe ucciso il suo pastore tedesco per usarlo come cibo. È stata una fonte anonima citata da alcuni media canadesi ad aggiungere il terribile particolare. Gli esperti di sopravvivenza, in ogni caso, giustificano un tale gesto affermando che l’uomo non dovrebbe vergognarsi perché non aveva scelta.
Lavoie ha detto che durante una sosta sulla riva di un fiume sarebbe stato assalito da un orso e che il suo cane lo avrebbe poi messo in fuga. La sua canoa sarebbe stata danneggiata, lui avrebbe perso ogni scorta. E sarebbe sopravvissuto nutrendosi di quello che trovava nella foresta. Secondo quanto riportano alcune fonti, avrebbe deciso di sacrificare anche il suo amato cane. Disperato, avrebbe ucciso il suo pastore tedesco per usarlo come cibo. È stata una fonte anonima citata da alcuni media canadesi ad aggiungere il terribile particolare. Gli esperti di sopravvivenza, in ogni caso, giustificano un tale gesto affermando che l’uomo non dovrebbe vergognarsi perché non aveva scelta.