Allarme pirati? Tranquilli, arriva Britney Spears. La popstar americana, infatti, pare avere un effetto dissuasivo contro gli attacchi dei filibustieri, messi in fuga da Baby One more time. Le sue canzoni, ha raccontato l'ufficiale della Marina mercantile americana Rachel Owens, venivano scelte dal team di sicurezza, convinto che i pirati all'arrembaggio della costa orientale dell'Africa le avrebbero odiate più di altre. "Era così efficace che raramente era necessario sparare. Appena i pirati venivano raggiunti da una scarica di Britney fuggivano il più veloce possibile". Nella lotta alla pirateria somala, però, un ruolo fondamentale è rivestito anche da altri artisti.
I pirati andrebbero a qualsiasi distanza pur di evitare la musica, ha raccontato Steven Jones, dell'Associazione per la sicurezza dell'industria marittima, spiegando che si tratta proprio di un'intolleranza alla musica occidentale: "Immagino che utilizzare Justin Bieber potrebbe però essere considerato come una violazione della Convenzione di Ginevra", ha scherzato. Un'intolleranza che è stata sfruttata anche in altri settori. Secondo il Daily beast, Born in the Usa è stata usata per far cedere i prigionieri di Guantanamo per via del suo contenuto altamente nazionalista, mentre Dirrty di Christina Aguilera è stata la persuasiva colonna sonora dell'interrogatorio di uno dei sospettati degli attentati dell'11 settembre. Nelle prigioni americane si ascolta l'heavy metal, autorizzato nel 2003 per creare paura e disorientare, prolungando lo choc della cattura. Tanto che gruppi come Ac/Dc, Rage against the machine e Nine inch nails se la presero a male e lanciarono nel 2008 una campagna perché la loro musica non fosse usata contro i detenuti. E se per i detrattori del rap potrebbe non suonare strano che i brani di Eminem e Dr. Dre siano stati utilizzati per dare fastidio ai prigionieri, i fan dei Queen potrebbero inorridire all'idea che la voce di Freddy Mercury possa risultare una tortura.
I pirati andrebbero a qualsiasi distanza pur di evitare la musica, ha raccontato Steven Jones, dell'Associazione per la sicurezza dell'industria marittima, spiegando che si tratta proprio di un'intolleranza alla musica occidentale: "Immagino che utilizzare Justin Bieber potrebbe però essere considerato come una violazione della Convenzione di Ginevra", ha scherzato. Un'intolleranza che è stata sfruttata anche in altri settori. Secondo il Daily beast, Born in the Usa è stata usata per far cedere i prigionieri di Guantanamo per via del suo contenuto altamente nazionalista, mentre Dirrty di Christina Aguilera è stata la persuasiva colonna sonora dell'interrogatorio di uno dei sospettati degli attentati dell'11 settembre. Nelle prigioni americane si ascolta l'heavy metal, autorizzato nel 2003 per creare paura e disorientare, prolungando lo choc della cattura. Tanto che gruppi come Ac/Dc, Rage against the machine e Nine inch nails se la presero a male e lanciarono nel 2008 una campagna perché la loro musica non fosse usata contro i detenuti. E se per i detrattori del rap potrebbe non suonare strano che i brani di Eminem e Dr. Dre siano stati utilizzati per dare fastidio ai prigionieri, i fan dei Queen potrebbero inorridire all'idea che la voce di Freddy Mercury possa risultare una tortura.