Un colpo solo. Un pugno scagliato con tutta la forza sulla faccia di un passante scelto a caso, per farlo svenire. E poi risate, “high five” celebrativi, furto di eventuali oggetti di valore o soldi, e l’ormai inevitabile video da mettere su internet per vantarsi. Ecco il “knockout”, gioco degli adolescenti balordi americani, che sta terrorizzando New York e il resto del paese.
La notizia ha spinto i media a fare una ricerca più approfondita, e il risultato è stato sorprendente. Può darsi infatti che le aggressioni di Crown Heights fossero davvero motivate dall’odio razziale, ma purtroppo sono solo gli ultimi casi di un gioco assurdo che si sta diffondendo in tutta l’America. Il primo episodio risale addirittura al 1992, quando lo studente norvegese del MIT Yngve Raustein venne ucciso a Cambridge, in Massachusetts. In quella occasione lontana, però, la vittima fu anche accoltellata, e quindi forse si trattava di un fenomeno diverso. Gli attacchi più recenti, però, sono drammaticamente simili. Nell'aprile del 2011 era toccato a Hoang Nguyen, un uomo di 72 anni morto a St. Louis, Missouri, dopo che un diciottenne lo aveva colpito alla testa. Nel settembre del 2012 a St. Cloud, Minnesota, lo studente ventenne Colton Ryan Gleason era stato ammazzato con un pugno da un adolescente di 17 anni. Il 23 maggio scorso un tredicenne e un quindicenne sono stati arrestati a Syracuse, nord di New York, per l’omicidio di Michael Daniels, un signore di 51 anni. Il 10 settembre, poi, tre adolescenti sono stati incriminati per l’uccisione del quarantaseienne Ralph Santiago. A rendere ancora più odioso questo crimine, il fatto che Raplh fosse un homeless disabile, innocuo e conosciuto da tutti nel quartiere.
Questi sono solo i casi più gravi, finiti con la morte, ma le denunce ormai sono decine, dalla Pennsylvania a Washington. Il gioco del “knockout” si basa sull'abilità di sferrare il “one hitter quitter”, cioé il ******* singolo che ti stende. Le vittime vengono scelte a caso per strada, e in genere gli aggressori camminano in gruppo. Per alcuni è come il rito di iniziazione in una gang: devi dimostrare il coraggio e la capacità di farlo. Infatti l’assalto è accompagnato poi dai salti di gioia, e magari dal video ripreso col telefonino per metterlo su internet e vantarsi. In alcuni casi c’è anche la rapina, col furto di quello che capita di trovare sul corpo della vittima. La spiegazione più agghiacciante, però, è quella che il giovane membro di una gang ha dato alla televisone Cbs: «Perché lo facciamo? Per divertimento»
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l primo allarme, quello che ha attirato l’attenzione nazionale, è venuto dal capo della polizia Ray Kelly. Domenica un ebreo ortodosso è stato aggredito nel quartiere di Crown Heights, Brooklyn, famoso per la rivolta che nel 1991 sconvolse la città e demolì l’amministrazione del primo sindaco nero, Dinkins attacco a sfondo razziale. Da sempre la comunità ebraica e quella nera faticano a convivere a Crown Heights, e il motivo dello scontro poteva stare ancora qui. Gli ebrei ortodossi sono facilmente riconoscibili, e quindi diventano un bersaglio. Il sospetto di Kelly era stato confermato quando il rabbino Yaacov Behrman, direttore della Jewish Future Alliance, aveva denunciato una serie di assalti simili, sette in tutto, avvenuti da settembre ad oggi. In nessun caso la polizia aveva fatto arresti. La notizia ha spinto i media a fare una ricerca più approfondita, e il risultato è stato sorprendente. Può darsi infatti che le aggressioni di Crown Heights fossero davvero motivate dall’odio razziale, ma purtroppo sono solo gli ultimi casi di un gioco assurdo che si sta diffondendo in tutta l’America. Il primo episodio risale addirittura al 1992, quando lo studente norvegese del MIT Yngve Raustein venne ucciso a Cambridge, in Massachusetts. In quella occasione lontana, però, la vittima fu anche accoltellata, e quindi forse si trattava di un fenomeno diverso. Gli attacchi più recenti, però, sono drammaticamente simili. Nell'aprile del 2011 era toccato a Hoang Nguyen, un uomo di 72 anni morto a St. Louis, Missouri, dopo che un diciottenne lo aveva colpito alla testa. Nel settembre del 2012 a St. Cloud, Minnesota, lo studente ventenne Colton Ryan Gleason era stato ammazzato con un pugno da un adolescente di 17 anni. Il 23 maggio scorso un tredicenne e un quindicenne sono stati arrestati a Syracuse, nord di New York, per l’omicidio di Michael Daniels, un signore di 51 anni. Il 10 settembre, poi, tre adolescenti sono stati incriminati per l’uccisione del quarantaseienne Ralph Santiago. A rendere ancora più odioso questo crimine, il fatto che Raplh fosse un homeless disabile, innocuo e conosciuto da tutti nel quartiere.
Questi sono solo i casi più gravi, finiti con la morte, ma le denunce ormai sono decine, dalla Pennsylvania a Washington. Il gioco del “knockout” si basa sull'abilità di sferrare il “one hitter quitter”, cioé il ******* singolo che ti stende. Le vittime vengono scelte a caso per strada, e in genere gli aggressori camminano in gruppo. Per alcuni è come il rito di iniziazione in una gang: devi dimostrare il coraggio e la capacità di farlo. Infatti l’assalto è accompagnato poi dai salti di gioia, e magari dal video ripreso col telefonino per metterlo su internet e vantarsi. In alcuni casi c’è anche la rapina, col furto di quello che capita di trovare sul corpo della vittima. La spiegazione più agghiacciante, però, è quella che il giovane membro di una gang ha dato alla televisone Cbs: «Perché lo facciamo? Per divertimento»