Ebbene sì, persino Super Mario ha detto sì allo smartphone. L’omino più famoso della grande consolle dovrà adeguarsi alla società moderna per non perdere la sua ultima vita.
E’ lui, il re dei videogiochi, il “precursore”, se così vogliamo chiamarlo, ad aver fatto la fortuna della Nintendo, sua creatrice. E ora, quell’azienda dovrà rinunciare al mezzo che, tanto tempo fa, le aveva permesso di raggiungere la gloria. Così, oggi, per la cara e vecchia consolle, una delle più importanti innovazioni del nostro secolo, amica di tutti i bambini moderni, non è previsto altro che una solenne stretta di mano accompagnata da un sincero, ma triste: “Grazie di tutto, è stato un piacere”.
Se non sarà domani, sarà fra un mese, due, tre, un anno o dieci, ma dovrà comunque essere. Almeno, dovrà se la Nintendo vuole sopravvivere, seguendo la scia di tutti i colossi nati nell’era del “toccata e fuggi”, dove una scoperta, un’invenzione, sconvolge, spopola e passa di moda in un batter di ciglia.
Siamo nell’epoca degli smartphone e le vecchie glorie non possono che far spazio alle “giovani promesse”, inchinandosi al loro successo. Così la consolle non dovrà per forza morire, ma continuare a invecchiare in un angolo e restare a guardare, finché un’altra nuova tecnologia non prenderà a sua volta il posto del suo stesso sostituto, innescando il gene di una nuova generazione.
Perché così va il mondo, perché così si costruisce la storia, perché è soltanto così che si continua a progredire.
E’ lui, il re dei videogiochi, il “precursore”, se così vogliamo chiamarlo, ad aver fatto la fortuna della Nintendo, sua creatrice. E ora, quell’azienda dovrà rinunciare al mezzo che, tanto tempo fa, le aveva permesso di raggiungere la gloria. Così, oggi, per la cara e vecchia consolle, una delle più importanti innovazioni del nostro secolo, amica di tutti i bambini moderni, non è previsto altro che una solenne stretta di mano accompagnata da un sincero, ma triste: “Grazie di tutto, è stato un piacere”.
Se non sarà domani, sarà fra un mese, due, tre, un anno o dieci, ma dovrà comunque essere. Almeno, dovrà se la Nintendo vuole sopravvivere, seguendo la scia di tutti i colossi nati nell’era del “toccata e fuggi”, dove una scoperta, un’invenzione, sconvolge, spopola e passa di moda in un batter di ciglia.
Siamo nell’epoca degli smartphone e le vecchie glorie non possono che far spazio alle “giovani promesse”, inchinandosi al loro successo. Così la consolle non dovrà per forza morire, ma continuare a invecchiare in un angolo e restare a guardare, finché un’altra nuova tecnologia non prenderà a sua volta il posto del suo stesso sostituto, innescando il gene di una nuova generazione.
Perché così va il mondo, perché così si costruisce la storia, perché è soltanto così che si continua a progredire.