Oggi l'ennesimo rinvio. Italia si riserva ogni iniziativa, anche ricorso a Onu
"Inaccettabile l'imputazione proposta dalle autorità indiane. L'uso del concetto di terrorismo da rifiutare in toto, l'Italia e l'Ue reagiranno". Così il premier Enrico Letta su Twitter commenta la richiesta, giunta dalla Procura indiana, di applicare la legge antiterrorismo nei confronti dei due marò. Il vicepresidente dell'esecutivo europeo ha poi assicurato che farà "di tutto" perché ci sia appunto una "reazione forte" dell'Europa, portando il caso "all'attenzione della Commissione Ue". "Invierò una lettera dettaglia ai miei colleghi - ha detto Tajani all'Ansa - per spiegare la situazione e chiedere nuove azioni forti".
Il capo d'imputazione presentato in India dall'Attorney General, che prevede di giudicare il caso dei due marò "sulla base della legge antipirateria (SUA) - sottolinea poi una nota di Palazzo Chigi - è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l'incidente a un atto di terrorismo. L'Italia non è un Paese terrorista".
La Corte suprema di New Delhi ha fissato una nuova udienza per martedì 18 febbraio per esaminare il ricorso italiano.
Bonino, accusa inaccettabile, ricorso a Onu tra eventualità - L'accusa sulla base della legge sul terrorismo è "assolutamente inaccettabile" e significa che "l'Italia è un Paese terrorista", ribadisce da Bruxelles il ministro degli Esteri Emma Bonino che si è detta "sicura che la solidarietà internazionale ed europea che abbiamo costruito in questi ultimi mesi saprà ritrovare iniziative e parole per intervenire su questo caso, non solo a livello di colleghi in bilaterale, ma a livello dell'Unione europea in quanto tale". L'Italia, ha aggiunto, vuole che la Corte tra una settimana "prenda atto dell'inaccettabilità e dell'irragionevolezza totale di questo capo d'accusa". A chi chiede se tra le possibili reazioni dell'Italia nel caso marò ci sia anche un ricorso davanti al tribunale Onu per il diritto del mare il ministro risponde che "queste sono strade eventuali, tutto è sul tappeto. E penso anche che forse non è il caso di rendere pubbliche tutte le carte che abbiamo". La titolare della Farnesina ne ha parlato anche con Tajani, che all'Ansa ha spiegato anche che l'ipotesi di un'interruzione dei negoziati per un accordo di libero scambio Ue-India resta comunque sul tappeto. Il vicepresidente della Commissione ha osservato infine che in Europa "il clima sta cambiando".
Mauro a Delhi, violato rispetto tra democrazie - L'assenza dopo ben due anni dei capi di imputazione nei confronti dei marò "fa a pugni con lo stato di diritto e con la correttezza di rapporti tra due democrazie sovrane". Lo ha dichiarato oggi all'ANSA il ministro della Difesa Mario Mauro, a Delhi per essere vicino ai "suoi uomini" in una fase delicata del processo. "Fa bene l'Italia - ha sottolineato - a far sentire la sua voce nel consesso internazionale. Per il ministro il nuovo rinvio dimostra la "fragilità" della giustizia indiana
Nell'udienza di oggi il giudice Chauhun ha ascoltato la pubblica accusa, che ha confermato la richiesta dell'applicazione nella vicenda della legge per la repressione della pirateria (Sua act), e la categorica opposizione ad essa da parte dell'avvocato della difesa italiana Mukul Roahtgi. La Procura generale indiana ha presentato un'ipotesi di accusa basata sulla Legge anti-pirateria (Sua Act), in una versione però "light", senza evocare una richiesta di pena di morte. Ipotizzando cioè un'accusa per violenze in base ad un articolo della legge che comporta fino a dieci anni di carcere. "Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i marò tornino in Italia in attesa di una soluzione sul processo" ha detto l'inviato Staffan de Mistura
"Inaccettabile l'imputazione proposta dalle autorità indiane. L'uso del concetto di terrorismo da rifiutare in toto, l'Italia e l'Ue reagiranno". Così il premier Enrico Letta su Twitter commenta la richiesta, giunta dalla Procura indiana, di applicare la legge antiterrorismo nei confronti dei due marò. Il vicepresidente dell'esecutivo europeo ha poi assicurato che farà "di tutto" perché ci sia appunto una "reazione forte" dell'Europa, portando il caso "all'attenzione della Commissione Ue". "Invierò una lettera dettaglia ai miei colleghi - ha detto Tajani all'Ansa - per spiegare la situazione e chiedere nuove azioni forti".
Il capo d'imputazione presentato in India dall'Attorney General, che prevede di giudicare il caso dei due marò "sulla base della legge antipirateria (SUA) - sottolinea poi una nota di Palazzo Chigi - è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l'incidente a un atto di terrorismo. L'Italia non è un Paese terrorista".
La Corte suprema di New Delhi ha fissato una nuova udienza per martedì 18 febbraio per esaminare il ricorso italiano.
Bonino, accusa inaccettabile, ricorso a Onu tra eventualità - L'accusa sulla base della legge sul terrorismo è "assolutamente inaccettabile" e significa che "l'Italia è un Paese terrorista", ribadisce da Bruxelles il ministro degli Esteri Emma Bonino che si è detta "sicura che la solidarietà internazionale ed europea che abbiamo costruito in questi ultimi mesi saprà ritrovare iniziative e parole per intervenire su questo caso, non solo a livello di colleghi in bilaterale, ma a livello dell'Unione europea in quanto tale". L'Italia, ha aggiunto, vuole che la Corte tra una settimana "prenda atto dell'inaccettabilità e dell'irragionevolezza totale di questo capo d'accusa". A chi chiede se tra le possibili reazioni dell'Italia nel caso marò ci sia anche un ricorso davanti al tribunale Onu per il diritto del mare il ministro risponde che "queste sono strade eventuali, tutto è sul tappeto. E penso anche che forse non è il caso di rendere pubbliche tutte le carte che abbiamo". La titolare della Farnesina ne ha parlato anche con Tajani, che all'Ansa ha spiegato anche che l'ipotesi di un'interruzione dei negoziati per un accordo di libero scambio Ue-India resta comunque sul tappeto. Il vicepresidente della Commissione ha osservato infine che in Europa "il clima sta cambiando".
Mauro a Delhi, violato rispetto tra democrazie - L'assenza dopo ben due anni dei capi di imputazione nei confronti dei marò "fa a pugni con lo stato di diritto e con la correttezza di rapporti tra due democrazie sovrane". Lo ha dichiarato oggi all'ANSA il ministro della Difesa Mario Mauro, a Delhi per essere vicino ai "suoi uomini" in una fase delicata del processo. "Fa bene l'Italia - ha sottolineato - a far sentire la sua voce nel consesso internazionale. Per il ministro il nuovo rinvio dimostra la "fragilità" della giustizia indiana
Nell'udienza di oggi il giudice Chauhun ha ascoltato la pubblica accusa, che ha confermato la richiesta dell'applicazione nella vicenda della legge per la repressione della pirateria (Sua act), e la categorica opposizione ad essa da parte dell'avvocato della difesa italiana Mukul Roahtgi. La Procura generale indiana ha presentato un'ipotesi di accusa basata sulla Legge anti-pirateria (Sua Act), in una versione però "light", senza evocare una richiesta di pena di morte. Ipotizzando cioè un'accusa per violenze in base ad un articolo della legge che comporta fino a dieci anni di carcere. "Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i marò tornino in Italia in attesa di una soluzione sul processo" ha detto l'inviato Staffan de Mistura