E’ un dejavu, oppure no. Neppure il tempo di dare inizio a questa 64° edizione del Festival di Sanremo e due uomini all’interno del Teatro Ariston minacciano di gettarsi dalle impalcature che sostengono l’illuminazione. Si tratta di lavoratori del Consorzio del Bacino di Napoli e Caserta che chiedono a Fabio Fazio, interrotto nel suo discorso iniziale, di leggere una lettera.
Fabio Fazio accetta di buon grado, invitando ad un po’ di distensione e continua il suo discorso interrotto: “Credo che la bellezza abbia un ruolo, perché se tutto ciò che abbiamo fuori non è bello, forse ci imbruttiamo anche noi. Dobbiamo avere voglia di costruire la bellezza intorno a noi per poterla sentire anche dentro di noi. Incominciamo quindi da qui, dal Festival“.
In un secondo momento Fazio leggerà il messaggio, che inizialmente riassume così: “I due signori sono in grande difficoltà, scrivono con la speranza di essere ascoltati da qualche politico. Sono 16 mesi che, insieme ad altre 800 persone, continuano a lavorare senza percepire stipendio. Devono attendere altri 6 mesi per vedere di nuovo dei soldi. Tra di loro ci sono stati 3 suicidi; si scusano per questo intervento ma con tanta sofferenza è difficile andare avanti senza cadere nella disperazione. Chiedono solo indietro la loro dignità“. (Leonardo.it)
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