Tra pirateria, streaming televisivo, il costo dei biglietti per un film in 3D e la costante ripetizione di formule arcinote, il cinema conosce da anni una crisi – quantomeno filosofica, se non di incassi (quelli continuano ad andare benone, almeno per ora). Come cambiare e accettare una modernità fatta di digitale e on demand? Come fermare l'avanzata di tv, console e computer, che minacciano di svuotare le sale cinematografiche e ridefinire di conseguenza l'idea stessa di "film per il cinema"?
La risposta è darwiniana: evolvere, adattarsi alle esigenze del pubblico anche a costo di rinunciare alla propria (ormai vetusta) identità. Lo pensiamo noi, lo pensa anche qualcuno la cui opinione vale decisamente più della nostra: Variety riporta infatti le dichiarazioni di Jeffrey Katzenberg, CEO di Dreamworks ed ex dei Walt Disney Studios, rilasciate nel corso di un panel tenutosi a Beverly Hills e relative a quello che secondo lui sarà il futuro della programmazione e distribuzione cinematografica. La sua idea, rivoluzionaria fino a un certo punto, è semplice: «Un film uscirà e resterà in sala 17 giorni, cioè tre weekend, periodo nel quale il 98% dei film accumula il 95% degli incassi. Dopodiché, dal 18esimo giorno, il film sarà disponibile ovunque».
Non solo: «Si pagherà a seconda della dimensione dello schermo. Vedere un film al cinema costerà ancora 15$. Su una tv da 75'' saranno 4$. Su smartphone, 1,99». Katzenberg si dice «sicuro che nel futuro questo modello si diffonderà in tutto il mondo», e a noi non dispiacerebbe: il tentativo di far coincidere – o comunque ridurre la distanza temporale tra – l'uscita in sala e l'uscita in home video non è una novità, e se diventasse una regola potrebbe trasformare l'esperienza al cinema in qualcosa di eccezionale, da riservare a film che per qualche motivo si meritano un esborso consistente, e la visione casalinga nella regola. (YouTech.it)
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