Assassin’s Creed Brotherhood è, al di là di ogni dubbio, figlio del grande successo del suo illustre predecessore, che tanto ha entusiasmato critica e pubblico. I ragazzi di Ubisoft Montreal ripropongono la medesima formula di gameplay, costruendovi intorno un nuovo arco narrativo ed aggiungendo alcune interessanti ed inedite meccaniche: per quanto nato da motivi commerciali e prodotto in tempi brevi, questo inatteso sequel vanta un’offerta molto ricca, un multiplayer divertente ed un livello di sfida migliorato, pur senza riuscire a raggiungere i fasti del secondo capitolo.
Ricomincio da Roma
La nuova avventura di Ezio Auditore comincia a pochi istanti dalla brusca interruzione vista nel predecessore: la sfida con la famiglia Borgia è solo all’inizio, e già a pochi istanti dall’incipit il protagonista si troverà attaccato proprio tra le mura della sua casa a Monteriggioni. Prima di concedersi nuovamente alle meccaniche esplorative ed acrobatiche ben note ai fan della serie, Brotherhood offre al pubblico un lungo inizio tutto votato all’azione, che mostra come gli sviluppatori siano sempre più abili nell’integrare gli script alle sequenze lineari: tra una fuga a cavallo in mezzo alle macerie, l’utilizzo dei cannoni dagli spalti e la fuga finale, la sequenza dell’attacco dei Borgia porta a nuovi livelli l’aspetto hollywoodiano delle avventure degli Assassini, offrendo diversi minuti di puro intrattenimento. Sconfitto ma ancora vivo, Ezio è infine costretto a lasciare la villa di famiglia e tutti i suoi preziosi tesori, tra cui armi ed armature precedentemente accumulate. La lotta contro i Borgia si sposta dunque in casa del nemico, una Roma cinquecentesca fortemente oppressa dal dominio della casata Valenciana: con il papato nelle mani di Rodrigo e la guida degli eserciti affidata al figlio Cesare, il popolo non può che sognare una rivoluzione impossibile senza un leader. In questo turbolento contesto il compito del giocatore sarà proprio quello di destabilizzare il regno della famiglia rivale, lanciando chiari messaggi alla cittadinanza. A fianco del normale incedere delle missioni lineari cui già il predecessore ci aveva abituato, Brotherhood propone la distruzione delle Torri dei Borgia come importante attività secondaria: sparsi per la mappa cittadina, questi bastioni potranno essere distrutti solo in seguito all’eliminazione del Comandante in carica, chiaramente contraddistinto da un’icona posta sopra la sua testa, e della guarnigione di supporto, spesso numerosa e ben armata; a complicare le cose ci pensa l’introduzione di diversi modelli comportamentali per i condottieri nemici. Alcuni vi attaccheranno a viso aperto, altri cercheranno di scappare al primo segnale di pericolo, rendendone difficile l’eliminazione: nel caso non abbiate successo, potrete tentare nuovamente solo dopo diversi minuti. L’approccio assolutamente libero a queste eliminazioni giunge come gradita variante rispetto all’incedere più guidato degli incarichi offerti dalla storia. Una volta incendiata una delle torri, l’influenza dei Borgia nel territorio ad essa circostante calerà, riducendo il numero di guardie presenti e permettendovi di ristrutturare: proprio come accadeva a Monteriggioni nel precedente capitolo, potrete nuovamente darvi all’acquisto di attività commerciale
Ricomincio da Roma
La nuova avventura di Ezio Auditore comincia a pochi istanti dalla brusca interruzione vista nel predecessore: la sfida con la famiglia Borgia è solo all’inizio, e già a pochi istanti dall’incipit il protagonista si troverà attaccato proprio tra le mura della sua casa a Monteriggioni. Prima di concedersi nuovamente alle meccaniche esplorative ed acrobatiche ben note ai fan della serie, Brotherhood offre al pubblico un lungo inizio tutto votato all’azione, che mostra come gli sviluppatori siano sempre più abili nell’integrare gli script alle sequenze lineari: tra una fuga a cavallo in mezzo alle macerie, l’utilizzo dei cannoni dagli spalti e la fuga finale, la sequenza dell’attacco dei Borgia porta a nuovi livelli l’aspetto hollywoodiano delle avventure degli Assassini, offrendo diversi minuti di puro intrattenimento. Sconfitto ma ancora vivo, Ezio è infine costretto a lasciare la villa di famiglia e tutti i suoi preziosi tesori, tra cui armi ed armature precedentemente accumulate. La lotta contro i Borgia si sposta dunque in casa del nemico, una Roma cinquecentesca fortemente oppressa dal dominio della casata Valenciana: con il papato nelle mani di Rodrigo e la guida degli eserciti affidata al figlio Cesare, il popolo non può che sognare una rivoluzione impossibile senza un leader. In questo turbolento contesto il compito del giocatore sarà proprio quello di destabilizzare il regno della famiglia rivale, lanciando chiari messaggi alla cittadinanza. A fianco del normale incedere delle missioni lineari cui già il predecessore ci aveva abituato, Brotherhood propone la distruzione delle Torri dei Borgia come importante attività secondaria: sparsi per la mappa cittadina, questi bastioni potranno essere distrutti solo in seguito all’eliminazione del Comandante in carica, chiaramente contraddistinto da un’icona posta sopra la sua testa, e della guarnigione di supporto, spesso numerosa e ben armata; a complicare le cose ci pensa l’introduzione di diversi modelli comportamentali per i condottieri nemici. Alcuni vi attaccheranno a viso aperto, altri cercheranno di scappare al primo segnale di pericolo, rendendone difficile l’eliminazione: nel caso non abbiate successo, potrete tentare nuovamente solo dopo diversi minuti. L’approccio assolutamente libero a queste eliminazioni giunge come gradita variante rispetto all’incedere più guidato degli incarichi offerti dalla storia. Una volta incendiata una delle torri, l’influenza dei Borgia nel territorio ad essa circostante calerà, riducendo il numero di guardie presenti e permettendovi di ristrutturare: proprio come accadeva a Monteriggioni nel precedente capitolo, potrete nuovamente darvi all’acquisto di attività commerciale