L’orizzonte è l’Europa e il suo sistema scolastico. Meglio: il suo sistema di formazione scolastica per l’accesso al mondo del lavoro. Così dopo aver annunciato la rivoluzione per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, e la relativa cancellazione dei test d’ingresso a partire dall’anno accademico 2015/2016, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, non si accontenta e punta ora lo sguardo alla scuola. Per il momento è solo una proposta, pronunciata ad alta voce ai microfoni di una radio, ma sembra destinata ad alzare un polverone, soprattutto tra i sindacati. L’obiettivo che ha in mente la responsabile del dicastero di viale Trastevere è quello di ridurre di un anno l’inserimento dei bambini al mondo scolastico, con la possibilità, dunque, dell’iscrizione alle elementari già a partire dai cinque anni e a tre anni l’ingresso per i bambini alla scuola d’infanzia.
Attualmente le iscrizioni per la scuola d’infanzia, relative al prossimo anno, sono un milione 30mila, mentre quelle per le scuole elementari si attestano su 2 milioni 583mila. La proposta del ministro consentirebbe, di fatto, di far recuperare agli studenti del tempo utile e farli iscrivere all’università già a 17 anni. Questo per avvicinarsi, quanto più possibile, al sistema europeo nel quale, gli studenti, iniziando prima la scuola, riescono poi a essere maggiormente competitivi sul mercato del lavoro. C’è del resto anche da dire che il nuovo progetto porterebbe alla scomparsa di tutte quelle iscrizioni – che ogni anno superano le migliaia di unità – nella cosiddetta primina, la classe che permette poi l’iscrizione diretta alla seconda elementare. Accantonata, invece, da parte della Giannini, l’idea di ridurre a quattro anni il corso di studio per gli istituti superiori. Un progetto elaborato dai suoi predecessori Profumo e Carrozza e al momento al vaglio solo in sei realtà scolastiche.
«Utilizzare come strumento di accelerazione soltanto il taglio di un anno delle superiori, senza rimodulare il resto non mi sembra la strada giusta», aveva spiegato la Giannini solo qualche giorno fa. «Ho l’impressione che ci sia un’ottima scuola primaria, licei e scuole superiori con punte di eccellenza, ma la scuola inferiore dovrebbe essere rivisitata». Perché «lo strumento migliore non è una scuola superiore di soli quattro anni – ha concluso la ministra – ma la possibilità di mandare i figli a scuola un anno prima come accade già in altri paesi». (Il Messaggero)
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