E’ da molto tempo che la scienza si domanda a cosa servano gli sbadigli, ma finora non è stato ancora del tutto compreso cosa spinga le persone a sbadigliare, e probabilmente ci sono molteplici fattori che attivano questo riflesso.
Al puzzle delle numerose teorie sugli sbadigli, una ricerca aggiunge ora una nuova tessera: lo scopo degli sbadigli potrebbe essere quello di raffreddare il cervello.
I ricercatori hanno mostrato ad un gruppo di soggetti foto di persone che sbadigliano, per valutare la loro sensibilità al “contagio” dello sbadiglio (altre ricerche hanno evidenziato che dipende anche dall’età del soggetto ), ed hanno scoperto che d’estate è più facile essere “contagiati” che d’inverno.
Sebbene ci siano numerosi fattori che possono cambiare tra una stagione e l’altra, negli esperimenti l’unica variabile che ha evidenziato una correlazione con gli sbadigli è stata la temperatura, spingendo i ricercatori ad ipotizzare che gli sbadigli abbiano lo scopo di raffreddare il cervello, tramite la profonda inspirazione d’aria e la posizione della bocca e della testa che incanala il flusso “rinfrescante” in modo da sottrarre più calore possibile al cervello.
La teoria appare avere delle basi solide, anche incrociando i risultati con altre ricerche, infatti è emerso che gli sbadigli sarebbero infatti più frequenti a temperature “primaverili”: la spiegazione sarebbe allora che quando è freddo non c’è la necessità di raffreddare il cervello, mentre a temperature vicine (o superiori) a quella corporea lo sbadiglio sarebbe inutile perché l’aria inspirata non avrebbe un effetto rinfrescante.
Al puzzle delle numerose teorie sugli sbadigli, una ricerca aggiunge ora una nuova tessera: lo scopo degli sbadigli potrebbe essere quello di raffreddare il cervello.
I ricercatori hanno mostrato ad un gruppo di soggetti foto di persone che sbadigliano, per valutare la loro sensibilità al “contagio” dello sbadiglio (altre ricerche hanno evidenziato che dipende anche dall’età del soggetto ), ed hanno scoperto che d’estate è più facile essere “contagiati” che d’inverno.
Sebbene ci siano numerosi fattori che possono cambiare tra una stagione e l’altra, negli esperimenti l’unica variabile che ha evidenziato una correlazione con gli sbadigli è stata la temperatura, spingendo i ricercatori ad ipotizzare che gli sbadigli abbiano lo scopo di raffreddare il cervello, tramite la profonda inspirazione d’aria e la posizione della bocca e della testa che incanala il flusso “rinfrescante” in modo da sottrarre più calore possibile al cervello.
La teoria appare avere delle basi solide, anche incrociando i risultati con altre ricerche, infatti è emerso che gli sbadigli sarebbero infatti più frequenti a temperature “primaverili”: la spiegazione sarebbe allora che quando è freddo non c’è la necessità di raffreddare il cervello, mentre a temperature vicine (o superiori) a quella corporea lo sbadiglio sarebbe inutile perché l’aria inspirata non avrebbe un effetto rinfrescante.