Colpi di artiglieria nel campo profughi di Jabaliya, rifugio di centinaia di civili Ban Ki-Moon: «Ingiustificabile». La Casa Bianca: «Colpiti civili innocenti» L’ex presidente israeliano chiede la fine dei raid: «Ora soluzione diplomatica»
Nessuno sembra in grado di fermare la guerra a Gaza, arrivata al 23esimo giorno. Oggi un colpo dell’artiglieria israeliana ha centrato una scuola dell’agenzia Onu per i rifugiati a Jabaliya nella Striscia facendo 23 morti (compresi donne e bambini) e decine di feriti. Un attacco definito dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki moon «ingiustificabile»: «Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono», ha tuonato, sottolineando che tutte le prove indicano la responsabilità israeliana. Anche gli Stati Uniti hanno parlato di «civili innocenti» uccisi ed hanno condannato l’attacco.
Altri 17 morti e 160 feriti, secondo fonti palestinesi, si sono avuti nel mercato di Sajaya, ad un passo da Gaza City, durante la tregua umanitaria di quattro ore annunciata dall’esercito israeliano - e respinta da Hamas - per le zone dove non si verificano combattimenti.
IL BILANCIO DELLE VITTIME
Oggi i morti sotto le bombe a Gaza, secondo fonti locali, sono stati circa 70, per un totale complessivo, dall’inizio delle ostilità, di 1336 vittime e circa 7200 feriti.
I soldati israeliani uccisi sono saliti a 56 con i tre morti oggi nel sud della Striscia per un tunnel e una casa che sono saltati in aria. Negli ospedali israeliani - mentre continuano a piovere razzi, soprattutto nel sud di Israele (2670 dall’inizio e 280 lanciati da Hamas nel suo stesso territorio) - sono circa 117 i feriti.
ISRAELE: “CONTINUEREMO A DISTRUGGERE I TUNNEL”
L’ingranaggio del conflitto non appare destinato a bloccarsi facilmente: il gabinetto di sicurezza di Benyamin Netanyahu - durato 5 ore - ha ordinato all’esercito di continuare gli assalti ad Hamas e di proseguire nell’eliminazione dei tunnel che Israele ritiene letali per i suoi civili. A questo proposito il comandante israeliano della zona sud Sami Turgeman non è stato ottimista per quanto riguarda i tempi: «Ci vorranno - ha spiegato - giorni per distruggere tutti quelli che conosciamo». Di diverso avviso l’ex presidente di Israele Shimon Peres per il quale invece «Israele ha esaurito l’opzione militare»: la soluzione alla crisi di Gaza, è stato il suo appello, deve essere diplomatica, con la Striscia da porre sotto il controllo del leader palestinese Abu Mazen.
Nessuno sembra in grado di fermare la guerra a Gaza, arrivata al 23esimo giorno. Oggi un colpo dell’artiglieria israeliana ha centrato una scuola dell’agenzia Onu per i rifugiati a Jabaliya nella Striscia facendo 23 morti (compresi donne e bambini) e decine di feriti. Un attacco definito dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki moon «ingiustificabile»: «Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono», ha tuonato, sottolineando che tutte le prove indicano la responsabilità israeliana. Anche gli Stati Uniti hanno parlato di «civili innocenti» uccisi ed hanno condannato l’attacco.
Altri 17 morti e 160 feriti, secondo fonti palestinesi, si sono avuti nel mercato di Sajaya, ad un passo da Gaza City, durante la tregua umanitaria di quattro ore annunciata dall’esercito israeliano - e respinta da Hamas - per le zone dove non si verificano combattimenti.
IL BILANCIO DELLE VITTIME
Oggi i morti sotto le bombe a Gaza, secondo fonti locali, sono stati circa 70, per un totale complessivo, dall’inizio delle ostilità, di 1336 vittime e circa 7200 feriti.
I soldati israeliani uccisi sono saliti a 56 con i tre morti oggi nel sud della Striscia per un tunnel e una casa che sono saltati in aria. Negli ospedali israeliani - mentre continuano a piovere razzi, soprattutto nel sud di Israele (2670 dall’inizio e 280 lanciati da Hamas nel suo stesso territorio) - sono circa 117 i feriti.
ISRAELE: “CONTINUEREMO A DISTRUGGERE I TUNNEL”
L’ingranaggio del conflitto non appare destinato a bloccarsi facilmente: il gabinetto di sicurezza di Benyamin Netanyahu - durato 5 ore - ha ordinato all’esercito di continuare gli assalti ad Hamas e di proseguire nell’eliminazione dei tunnel che Israele ritiene letali per i suoi civili. A questo proposito il comandante israeliano della zona sud Sami Turgeman non è stato ottimista per quanto riguarda i tempi: «Ci vorranno - ha spiegato - giorni per distruggere tutti quelli che conosciamo». Di diverso avviso l’ex presidente di Israele Shimon Peres per il quale invece «Israele ha esaurito l’opzione militare»: la soluzione alla crisi di Gaza, è stato il suo appello, deve essere diplomatica, con la Striscia da porre sotto il controllo del leader palestinese Abu Mazen.