L'Ice Bucket Challenge sta diventando un vero e proprio fenomeno di questa fine estate 2014; i video dei vip che si lanciano addosso secchi d'acqua gelata invitando tutti a donare in favore della ricerca si moltiplicano giorno dopo giorno. Ad aderire a questa iniziativa di solidarietà sono stati davvero in tanti, da Eros Ramazzotti a Jovanotti, da Gianni Morandi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, da Barbara D'Urso alla presto sposa Elisabetta Canalis. Non sono mancate le docce sexy di Belen Rodriguez ed Elena Santarelli, e quelle degli "amici" Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Alessio Bernabei dei Dear Jack e la regina della televisione Maria De Filippi.
Quest'ampia partecipazione di vip alla maratona di solidarietà per raccogliere fondi per la ricerca non è però stata condivisa in pieno da tutti; molti personaggi non hanno raccolto la sfida della doccia ghiacciata e si sono rifiutati di pubblicare il video sul web. Il coreografo e ballerino Kledi Kadiu ha, per esempio, usato parole molto forti contro chi si è messo in mostra sui social senza poi fare concretamente la donazione, che è la cosa più importante. Il professore di Amici ha pubblicato su Facebook un video dove spiega i motivi della mancata doccia e mostra a tutti l'assegno da lui inviato all'associazione con la donazione in favore della ricerca. Non solo Kledi ha ritenuto inutile lanciarsi addosso un secchio d'acqua ghiacciata, come lui anche i rapper Emis Killa e Fedez che hanno pubblicato sui social network le ricevute delle donazioni da 500 euro alla fondazione. Anche Jerry Calà ha aderito a suo modo all'Ice Bucket Challenge mostrando al pubblico i 1000 euro che ha donato di tasca sua alla ricerca, così come ha fatto Rita Dalla Chiesa.
A schierarsi contro questo tormentone, da molto giudicato un fenomeno mediatico più che filantropico, c'è anche la bellissima ex bagnina di Baywatch Pamela Anderson. L'attrice, in un lungo post su Facebook ha spiegato che alla base del suo rifiuto ci sarebbero gli esperimenti condotti sugli animali da parte delle onlus che si occupano di cercare una cura per la sclerosi multipla, test che l’attrice, attivista della Peta, la più famosa organizzazione mondiale a sostegno dei diritti degli animali, si oppone fermamente. "Mi dispiace, non posso farlo - ha scritto la Anderson - mi piacciono le sfide, soprattutto se creative e divertenti, ma questa mi ha fatto pensare. Così ho deciso invece di sfidare l’Als (l’associazione americana sulla sclerosi multipla, ndr) a non fare più test sugli animali. Negli ultimi esperimenti finanziati dall’associazione, ai topi sono stati fatti buchi nel cranio e provocate malattie invalidanti, per poi farli correre su tapis roulant inclinati sinché non sono crollati esausti. Negli ultimi dieci anni, solo una dozzina di trattamenti testati su animali sono poi passati alla sperimentazione umana. Tutti tranne uno hanno fallito". La Anderson ha concluso con un appello a donare fondi alle associazioni che utilizzano metodi di ricerca che non comportano test su animali. Il post ha totalizzato oltre 20mila condivisioni e quasi 57mila like. (TBN/Il Giornale)
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A schierarsi contro questo tormentone, da molto giudicato un fenomeno mediatico più che filantropico, c'è anche la bellissima ex bagnina di Baywatch Pamela Anderson. L'attrice, in un lungo post su Facebook ha spiegato che alla base del suo rifiuto ci sarebbero gli esperimenti condotti sugli animali da parte delle onlus che si occupano di cercare una cura per la sclerosi multipla, test che l’attrice, attivista della Peta, la più famosa organizzazione mondiale a sostegno dei diritti degli animali, si oppone fermamente. "Mi dispiace, non posso farlo - ha scritto la Anderson - mi piacciono le sfide, soprattutto se creative e divertenti, ma questa mi ha fatto pensare. Così ho deciso invece di sfidare l’Als (l’associazione americana sulla sclerosi multipla, ndr) a non fare più test sugli animali. Negli ultimi esperimenti finanziati dall’associazione, ai topi sono stati fatti buchi nel cranio e provocate malattie invalidanti, per poi farli correre su tapis roulant inclinati sinché non sono crollati esausti. Negli ultimi dieci anni, solo una dozzina di trattamenti testati su animali sono poi passati alla sperimentazione umana. Tutti tranne uno hanno fallito". La Anderson ha concluso con un appello a donare fondi alle associazioni che utilizzano metodi di ricerca che non comportano test su animali. Il post ha totalizzato oltre 20mila condivisioni e quasi 57mila like. (TBN/Il Giornale)
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