Giorni di sofferenza e imbarazzo per la star del cinema di Hong Kong, famoso per i suoi film di azione e kung fu e anche per i ruoli di beneficenza, come quella di fare da testimonial contro l’uso della droga da parte dei giovani
HONG KONG
Sono giorni di sofferenza e imbarazzo per Jackie Chan, la star del cinema di Hong Kong, famoso per i suoi film di azione e kung fu e anche per i ruoli di beneficenza e come “ambasciatore” per nobili cause. Fra questa, dal 2009, anche quella di fare da testimonial contro l’uso della droga da parte dei giovani: ed è dunque particolarmente dura per Chan ritrovarsi alle prese con uno degli arresti di più alto profilo avvenuti a Pechino in questi giorni, in un’operazione anti-droga nei nightclub della capitale cinese: il figlio Jaycee Chan, infatti, è finito nella retata, ed è stato ora formalmente arrestato – nei prossimi 14 giorni le autorità potranno interrogarlo e stabilire se il crimine, utilizzo di marijuana, è tale da portarlo formalmente a processo. Jackie, non noto per la sua eloquenza fuori dal set, si è ritrovato dunque sotto gli obiettivi per un ruolo che non avrebbe mai voluto avere – quello di padre imbarazzato e scioccato, ma anche addolorato davanti alla possibilità che il figlio si ritrovi a scontare fino a tre anni di carcere se dovesse essere portato davanti a un giudice.
In questi giorni di retate sono finiti nei guai anche altri attori e celebrità cinesi, che si erano forse sentiti protetti dalla loro fama: invece, in un ritorno ad una moralità di facciata che si accompagna alla sempre più pubblica e ampia campagna contro la corruzione, ecco che le autorità cinesi hanno deciso di fare un esempio della cattiva condotta delle star, dichiarando perfino che le stelle cinesi devono “avere una moralità superiore alle loro controparti occidentali”.
Insieme a Jaycee, di 31 anni, era stato arrestato anche Kai Ko, attore taiwanese di 24 anni per ora rilasciato perché, sembrerebbe, il colpevole spinello era stato procurato dall’amico Jaycee. Che rischia dunque maggiormente – per non parlare di quello che lo aspetta quando ritornerà a casa.
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Sono giorni di sofferenza e imbarazzo per Jackie Chan, la star del cinema di Hong Kong, famoso per i suoi film di azione e kung fu e anche per i ruoli di beneficenza e come “ambasciatore” per nobili cause. Fra questa, dal 2009, anche quella di fare da testimonial contro l’uso della droga da parte dei giovani: ed è dunque particolarmente dura per Chan ritrovarsi alle prese con uno degli arresti di più alto profilo avvenuti a Pechino in questi giorni, in un’operazione anti-droga nei nightclub della capitale cinese: il figlio Jaycee Chan, infatti, è finito nella retata, ed è stato ora formalmente arrestato – nei prossimi 14 giorni le autorità potranno interrogarlo e stabilire se il crimine, utilizzo di marijuana, è tale da portarlo formalmente a processo. Jackie, non noto per la sua eloquenza fuori dal set, si è ritrovato dunque sotto gli obiettivi per un ruolo che non avrebbe mai voluto avere – quello di padre imbarazzato e scioccato, ma anche addolorato davanti alla possibilità che il figlio si ritrovi a scontare fino a tre anni di carcere se dovesse essere portato davanti a un giudice.
In questi giorni di retate sono finiti nei guai anche altri attori e celebrità cinesi, che si erano forse sentiti protetti dalla loro fama: invece, in un ritorno ad una moralità di facciata che si accompagna alla sempre più pubblica e ampia campagna contro la corruzione, ecco che le autorità cinesi hanno deciso di fare un esempio della cattiva condotta delle star, dichiarando perfino che le stelle cinesi devono “avere una moralità superiore alle loro controparti occidentali”.
Insieme a Jaycee, di 31 anni, era stato arrestato anche Kai Ko, attore taiwanese di 24 anni per ora rilasciato perché, sembrerebbe, il colpevole spinello era stato procurato dall’amico Jaycee. Che rischia dunque maggiormente – per non parlare di quello che lo aspetta quando ritornerà a casa.