Un milione di persone in marcia in tutto il mondo per chiedere azioni coraggiose contro i mutamenti climatici: si svolge oggi per la prima volta la People's climate march, alla vigilia del vertice sul clima convocato per martedì a New York dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. Con la speranza di raggiungere un accordo globale di riduzione delle emissioni a Parigi nel 2015, alla luce dei nuovi allarmanti dati diffusi dall'organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite: nel 2013 si è registrato un nuovo record di gas a effetto serra nell'atmosfera e una rapida diminuzione della capacità della terra e degli oceani di assorbirli.
Nel nostro Paese sono in programma circa 150 appuntamenti, ma l'epicentro è nella capitale con "New York chiama Roma", iniziativa promossa da Legambiente, KyotoClub, Italian Climate Network e Power Shift Italia. Sono tre le richieste delle organizzazioni che promuovono la manifestazione in Italia. Si parte con un appello al Governo perché il tema del cambiamenti climatici diventi un punto prioritario nell'agenda e perché assuma impegni ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra, con un'accelerazione della trasformazione del sistema di produzione di energia che permetta l'uscita dai combustibili fossili e ponga fine ai sussidi alle fonti fossili. Si chiede che l'Italia si faccia portatrice in Europa di una visione lungimirante nel dibattito per la definizione dei nuovi obiettivi al 2030 proponendo +40% di risparmio energetico, +45% di fonti rinnovabili, -55% di riduzione di CO2. Infine, si propone che l'Italia contribuisca al Fondo Verde per il Clima e tenga fede agli impegni assunti a Copenaghen in tema di finanza per il clima. (Il Sole 24 Ore)
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