Cosa vuoi fare da grande? Una domanda tra le più banali, che avremo sentito migliaia di volte e alla quale abbiamo risposto quasi sempre con superficialità o con la voce del bambino che si emoziona per ogni cosa. Tuttavia queste poche, insulse parole iniziano ad avere un suono diverso quando siamo noi stessi a formularle, non più tanto bambini, non ancora adulti abbastanza, ma comunque costretti a decidere per la nostra vita. E’ a questo punto che emergono tutti i fantasmi, le paure e le incertezze dettate dall’età, dalle situazioni familiari, dalla società stessa che oggi, più che mai spegne i sogni già nella nostra mente prima ancora che possano sbocciare. Per gli adulti questa è una generazione di indecisi, di apatici dai quali non può cavare nulla di buono; eppure sono a migliaia i giovani che scelgono di laurearsi con merito per poi essere costretti ad abbandonare la loro patria dopo decenni di studi e sacrifici per trovare fortuna altrove, lontano mentre a chi resta tocca il destino di questa terra malata. Nonostante ciò c’è chi sceglie di restare e pur di non andare via affronta i mestieri più vari, scegliendo talvolta di ripercorrere i passi dei nonni nelle loro attività. Quella del “vecchio mestiere” è una via nobile e complessa che richiede pazienza, fantasia e voglia di imparare dai propri errori, affrontandoli con caparbietà. Lo stereotipo dell’artigiano ignorante o limitato è quanto di più falso possa esistere, perché l’artigiano non mette il denaro come fine del suo lavoro ma mette se stesso, come se in ogni oggetto da lui realizzato cadesse un po’ della sua essenza. Perché mai bisogna essere medici, avvocati o ingegneri per sentirsi “affermati”? E’ forse meno nobile dare frutto al proprio ingegno e appellarsi alle proprie capacità nel creare qualcosa di unico e diverso con le proprie mani?
Non conta il titolo nella propria professione, ma la passione che in essa si mette, perché non esiste paga più grande dell’essere soddisfatti del proprio operato. Bisogna impegnarsi fin da giovanissimi nello scoprire le attitudini e le passioni che ci distinguono e su quelle basare il nostro percorso. In questo deve avere un ruolo fondamentale la scuola che solo staccandosi dai programmi standard e dalle nozioni vuote può essere utile agli studenti, perché chi è in grado di ragionare e scegliere da solo per se stesso è “istruito” , avere mille nozioni e non saper cogliere la realtà ci rende non più utili di un pezzo di carta.
E’ giusto concludere l’articolo con un appello volto tanto a voi quanto a me stesso: non importa se sarete astronauti o muratori, non importa dove vivrete o chi frequenterete, soltanto, siate voi scegliere e a dare un senso alla vostra vita, mettete passione in ogni cosa che farete e siatene orgogliosi solo così sarete realizzati.
Non conta il titolo nella propria professione, ma la passione che in essa si mette, perché non esiste paga più grande dell’essere soddisfatti del proprio operato. Bisogna impegnarsi fin da giovanissimi nello scoprire le attitudini e le passioni che ci distinguono e su quelle basare il nostro percorso. In questo deve avere un ruolo fondamentale la scuola che solo staccandosi dai programmi standard e dalle nozioni vuote può essere utile agli studenti, perché chi è in grado di ragionare e scegliere da solo per se stesso è “istruito” , avere mille nozioni e non saper cogliere la realtà ci rende non più utili di un pezzo di carta.
E’ giusto concludere l’articolo con un appello volto tanto a voi quanto a me stesso: non importa se sarete astronauti o muratori, non importa dove vivrete o chi frequenterete, soltanto, siate voi scegliere e a dare un senso alla vostra vita, mettete passione in ogni cosa che farete e siatene orgogliosi solo così sarete realizzati.