Tragedia a Lendinara, in provincia di Rovigo: un anziano signore si è tolto la vita ieri gettandosi nel fiume trascinando con sé il nipote malato. E’ accaduto in periferia, in località Arzerello: a notare per primo i due corpi che galleggiavano a pelo d’acqua è stato il poliziotto Alberto Cappellini che faceva jogging in via San Lazzaro Alto. Il comandante, che peraltro è imparentato con le vittime, è un appassionato di maratona e si stava allenando insieme a Nicola Pavan. Secondo alcuni testimoni correva in quella zona proprio per dare il cambio al nonno del bambino, Danilo Giacometti. A metterlo in allarme sarebbe stata la carrozzina vuota nei pressi degli argini del fiume. Poi la terribile scoperta in acqua.
Disperati i parenti delle vittime accorsi sul luogo della tragedia non appena sono stati avvisati di quanto accaduto. Inizialmente si è pensato ad un tragico annegamento ma in seguito la pista dell’incidente è stata abbandonata. Un suicidio-omicidio disperato: i due corpi sono stati ritrovati mentre galleggiavano nelle acque dell’Adigetto abbracciati. Il nonno aveva 73 anni. Suo nipote, di appena 5 anni, soffriva di una malattia genetica molto rara che gli causava grandi sofferenze e gli impediva anche di camminare regolarmente. Le condizioni del piccolo e l’impotenza di fronte alla malattia rara, erano motivo di sofferenza per l’uomo. I genitori avevano affidato il piccolo al nonno proprio perché stavano partecipando ad un convegno informativo sulla sua malattia. Una notizia di fronte alla quale si mischiano sentimenti di natura diversa anche se a predominare è senza dubbio il dolore per una morte frutto della disperazione.
Disperati i parenti delle vittime accorsi sul luogo della tragedia non appena sono stati avvisati di quanto accaduto. Inizialmente si è pensato ad un tragico annegamento ma in seguito la pista dell’incidente è stata abbandonata. Un suicidio-omicidio disperato: i due corpi sono stati ritrovati mentre galleggiavano nelle acque dell’Adigetto abbracciati. Il nonno aveva 73 anni. Suo nipote, di appena 5 anni, soffriva di una malattia genetica molto rara che gli causava grandi sofferenze e gli impediva anche di camminare regolarmente. Le condizioni del piccolo e l’impotenza di fronte alla malattia rara, erano motivo di sofferenza per l’uomo. I genitori avevano affidato il piccolo al nonno proprio perché stavano partecipando ad un convegno informativo sulla sua malattia. Una notizia di fronte alla quale si mischiano sentimenti di natura diversa anche se a predominare è senza dubbio il dolore per una morte frutto della disperazione.