Ex ranger, era diventato operatore umanitario. Aveva 26 anni
L’ostaggio americano Peter Kassig è stato decapitato. Lo annuncia l’Isis in un nuovo video in cui si mostra l’uccisione dell’ostaggio in Siria. Nelle immagini, postate su diversi siti jihadisti, si vede un boia con il volto coperto in piedi accanto ad una testa decapitata. Kassig, 26 anni, era stato rapito in Siria, dove lavorava come operatore umanitario. Ex ranger, dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l’organizzazione no profit Sera (Special Emergency Response and Assistance).
L’appello dei genitori
Il 9 ottobre i genitori di Kassig avevano diffuso un appello per la liberazione del figlio. La madre si era rivolta direttamente al Califfo dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi per chiedergli di «parlare». «Sto provando a mettermi in contatto con lo Stato islamico a proposito della sorte di mio figlio. Sono una donna anziana e Abudl Rahman (il nome di Peter dopo la conversione all’Islam, ndr) è il mio unico figlio - aveva detto la donna rivolta al Califfo -. Mio marito e io siamo soli, senza alcun aiuto dal governo. Vorremmo parlare con te. Come possiamo raggiungerti?».
Decapitazioni di massa
Nel video in cui i jihadisti dell’Isis mostrano l’uccisione dell’ostaggio americano Peter Kassig si vede anche la decapitazione di massa di diversi soldati siriani fatti prigionieri. Lo riferiscono i media americani.
Fonte: Corriere della sera
L’ostaggio americano Peter Kassig è stato decapitato. Lo annuncia l’Isis in un nuovo video in cui si mostra l’uccisione dell’ostaggio in Siria. Nelle immagini, postate su diversi siti jihadisti, si vede un boia con il volto coperto in piedi accanto ad una testa decapitata. Kassig, 26 anni, era stato rapito in Siria, dove lavorava come operatore umanitario. Ex ranger, dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l’organizzazione no profit Sera (Special Emergency Response and Assistance).
L’appello dei genitori
Il 9 ottobre i genitori di Kassig avevano diffuso un appello per la liberazione del figlio. La madre si era rivolta direttamente al Califfo dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi per chiedergli di «parlare». «Sto provando a mettermi in contatto con lo Stato islamico a proposito della sorte di mio figlio. Sono una donna anziana e Abudl Rahman (il nome di Peter dopo la conversione all’Islam, ndr) è il mio unico figlio - aveva detto la donna rivolta al Califfo -. Mio marito e io siamo soli, senza alcun aiuto dal governo. Vorremmo parlare con te. Come possiamo raggiungerti?».
Decapitazioni di massa
Nel video in cui i jihadisti dell’Isis mostrano l’uccisione dell’ostaggio americano Peter Kassig si vede anche la decapitazione di massa di diversi soldati siriani fatti prigionieri. Lo riferiscono i media americani.
Fonte: Corriere della sera