«Svegliarsi col braccio bloccato e non riuscire ancora a muoverlo dopo due ore... se non sapessi usare il piede come una mano, oggi mi sentirei handicappato»: è una forza della natura, un’esplosione di vitalità Massimiliano “Macshg” Sechi. Lui è un campione del mondo dei Gec, i giochi elettronici competitivi. Massimiliano è un ragazzo sassarese di 27 anni, senza mani né braccia, affetto da focomelìa, una malformazione degli arti che lo obbliga a muoversi su una sedia a rotelle. Ma questo per lui non è un problema. È proprio incontenibile la sua voglia di fare e più ci parli e più pensi a quanto sia breve la giornata per riuscire a incasellare il ritmo di attività di questo giovane.
Non si ferma mai. È un ragazzo che mostra una intelligenza vivace, uno che sa scherzare su sé stesso. Perchè nessun ostacolo può impedire i sogni. Lui ne ha molti e qualcuno gli sta a cuore più di altri. Macshg è un “motivator”, uno che si mette sempre in discussione, sta per concludere un corso di specializzazione per diventare coach a livello internazionale. Le aspettative sono molto alte: vuole iniziare col creare una “Family coaching”, per poi ampliare nelle scuole fino a diffondere queste tecniche motivazionali in giro per il mondo. Massimiliano Sechi oggi lavora come in un’azienda con il ruolo di verificare il grado di soddisfazione dei clienti. Studia, fa palestra, sollevamento pesi, gli piace nuotare, fa immersioni con bombola, è un youtuber e promuove progetti per il sociale. Per cui “No Excuse”, come si legge nella maglietta che il giovane sassarese indossa tenendo fede a un suo progetto - ha creato una linea di merchandising - per «invitare tutte le persone a non avere scuse e a impegnarsi nella società. Non bisogna essere disabili - dice - per aiutare le persone. Tutti possono farlo, anche i normodotati». Insomma, davvero non ci sono scuse, neppure per gareggiare e diventare campioni. Massimiliano Sechi - Macshg è il suo nickname, come Handless Gamer, giocatore senza mani - è uno dei più grandi campioni del mondo di giochi elettronici competitivi: «Ci vuole preparazione fisica, riflessi, tecnica. E naturalmente passione. Una passione per i videogiochi che ho coltivato sin da bambino», afferma il campione di Gec, un settore dell’Associazione sportive e sociali italiane, in cui gli atleti di videogiochi sono tesserati proprio come i giocatori sportivi. Qui l’atleta gareggia con la macchina, compete uomo contro uomo, grazie a un computer. E il nostro atleta sassarese ha raggiunto risultati eccezionali, diventando membro del team italiano di Quake III Arena, e combattendo ad esempio in Call of Duty IV, Live, Cod e Titanfall, diventando l’italiano più forte in Diablo II e uno dei tre in Europa.» Oggi i tornei di Gec valgono milioni di dollari, i grandi brand come Coca Cola ci investono, si sfrutta il videogioco per creare audience. Ma per Massimiliano la ragione di vita non sono i soldi. Sono i sogni, abbattere gli ostacoli fisici e mentali, riuscire a trovare percorsi motivazionali per sé e per gli altri. Il messaggio che ha postato su Fb è un insegnamento per tutti: «Fiero del mio percorso, ringrazio Dio di avermi messo davanti così tanti ostacoli, senza i quali non sarei mai potuto essere chi sono oggi». (La Nuova Sardegna)
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