Si erano messi a piazzare dosi di marijuana a scuola per comprarsi l'iPhone o poter offrire da bere agli amici in discoteca. Tutti studenti genovesi di istituti professionali del ponente, tutti incensurati, che per arrotondare la paghetta, magra in tempi di crisi, avevano deciso di partecipare ad un giro di spaccio di cannabis tra i banchi scolastici e le varie piazze dove si radunavano di pomeriggio.
Un giro che fruttava loro da 60 a 70 euro alla settimana. Un giro proficuo, controllato da un loro compagno di classe, un diciottenne romeno che era collegato ad un'organizzazione di pusher albanesi che è stata sgominata dagli agenti della squadra investigativa del commissariato Prè. Per piazzare le dosi questi giovani usavano i social network (Facebook e Twitter) ma anche i sistemi di messaggistica istantanea come "Whatsapp". La droga veniva definita "cd". Le indagini hanno portato a scoprire due organizzazioni che controllavano lo spaccio a Genova. La prima composta da marocchini e algerini gestiva la zona dei vicoli, mentre la seconda, quella albanese (collegata agli studenti) gestiva l'immediato ponente di Genova. In manette su ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm Emilio Gatti e firmata dal gip Carla Pastorino sono finiti in sei che vanno ad aggiungersi ai quattordici arrestati nei giorni precedenti. In manette sono finiti nove nordafricani, sette albanesi, il diciottenne romeno, un sudamericano e due italiani. Gli arresti sono stati effettuati a Genova, Alessandria e Chiavari. Gli studenti genovesi coinvolti in questo giro, venti, sono stati, invece, indagati a piede libero. Per tutti il reato è di detenzione ai fini di spaccio. L'operazione del commissariato Prè è stata denominata "Diga" perchè la gang albanese aveva realizzato una centrale di spaccio proprio alla cosiddetta Diga, l'insieme dei palazzi di edilizia popolare di Begato occupando abusivamente alcuni appartamenti dove c'erano stati anche allacci abusivi. Per entrare la polizia ha dovuto avvalersi della collaborazione dei vigili del fuoco. Non sono mancate anche rocambolesche fughe in abitazione di altri ignari inquilini. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati in tutto otto chili di stupefacente: eroina, cocaina e marijuana. Per portare la droga in Italia i due cartelli si avvalevano di corrieri (uno arrestato a Chiavari e l'altro ad Alessandria) che portavano lo stupefacente in aereo ingoiando gli ovuli o in treno nascondendolo nei passeggini per i bambini. (La Repubblica)
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