Raid di tre uomini incappucciati che sparano con il Kalashnikov. «Gridavano: 'Vendicheremo il Profeta'». Agenti freddati per strada. Hollande: «Barbarie»
Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, a Parigi. Una sventagliata di pallottole contro i giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada senza pietà come mostrano video e foto. Tre uomini incappucciati e vestiti di nero (uno dei quali rimasto per strada, stando a testimonianze) sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica, prima di aprire il fuoco con dei kalashnikov.
Fuga in auto. Agenti uccisi per strada
Quel che è successo sfiora l'inimmaginabile. L'attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni: i redattori chiamati per cognome. Lo sparo che li ammazza. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra. Posti di blocco in tutta Parigi. L'auto con cui i terroristi sono scappati è stata trovata un'ora dopo l'attentato. Nel XIX arrondissement. Qui gli uomini incappucciati avrebbero preso un'altra vettura, minacciando con le armi un automobilista. E allontanandosi dopo aver investito un altro pedone. Un'ora prima dell'attacco i redattori della rivista avevano postato sull'account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell'Isis. Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri». Tra le vittime, il direttore Stephan Charbonnier, detto Charb, ed altri tre colleghi vignettisti del settimanale satirico. Secondo le Figaro si tratta di Cabu, Tignous e Wolinski. In Francia, dove la satira vanta una tradizione lunghissima ed è assai seguita, sono nomi celeberrimi. Nomi noti anche in Italia. Soprattutto quest'ultimo, Wolinski, collaboratore di varie riviste, tra cui «il Male».
Allerta massima in tutta Europa:
Degli assalitori nessuna traccia, sinora. Sono entrati nella redazione minacciando una vignettista, Corinne Rey, (più nota come Coco). Drammatico, il suo racconto. I due killer l'hanno costretta «a digitare il codice per entrare nella sede. Parlavano un ottimo francese e sostenevano di essere di al Qaeda». Un respiro lungo. E poi prosegue: «Ero andata a cercare mia figlia al kindergarten. Giungendo davanti alla porta del palazzo del giornale, due uomini incappucciati ed armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare, salire. Poi hanno sparato a Wolinski, Cabu... è durato 5 minuti... io mi sono rifugiata sotto una scrivania... ». A questo punto la fuga, facendosi largo con altre raffiche. Scene riprese e fotografate da decine di testimoni con video e foto che stanno rimbalzato su tutti i siti. Allerta massima in tutta la Francia. Siamo a livello 3: quello che prevede l'ipotesi di altri attacchi. E che estende immediatamente l'allarme a Europa e Usa. Il presidente Hollande è andato sul posto. «È terrorismo, attacco contro la libertà». «Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti - ha detto ancora il presidente - mostrare che siamo un paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un paese di libertà».Secondo alcune testimonianze, dopo l'attacco i due assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. I due durante l'attentato hanno gridato «Allah u Akbar», Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions. (Corriere della Sera)
Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, a Parigi. Una sventagliata di pallottole contro i giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada senza pietà come mostrano video e foto. Tre uomini incappucciati e vestiti di nero (uno dei quali rimasto per strada, stando a testimonianze) sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica, prima di aprire il fuoco con dei kalashnikov.
Fuga in auto. Agenti uccisi per strada
Quel che è successo sfiora l'inimmaginabile. L'attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni: i redattori chiamati per cognome. Lo sparo che li ammazza. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra. Posti di blocco in tutta Parigi. L'auto con cui i terroristi sono scappati è stata trovata un'ora dopo l'attentato. Nel XIX arrondissement. Qui gli uomini incappucciati avrebbero preso un'altra vettura, minacciando con le armi un automobilista. E allontanandosi dopo aver investito un altro pedone. Un'ora prima dell'attacco i redattori della rivista avevano postato sull'account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell'Isis. Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri». Tra le vittime, il direttore Stephan Charbonnier, detto Charb, ed altri tre colleghi vignettisti del settimanale satirico. Secondo le Figaro si tratta di Cabu, Tignous e Wolinski. In Francia, dove la satira vanta una tradizione lunghissima ed è assai seguita, sono nomi celeberrimi. Nomi noti anche in Italia. Soprattutto quest'ultimo, Wolinski, collaboratore di varie riviste, tra cui «il Male».
Allerta massima in tutta Europa:
Degli assalitori nessuna traccia, sinora. Sono entrati nella redazione minacciando una vignettista, Corinne Rey, (più nota come Coco). Drammatico, il suo racconto. I due killer l'hanno costretta «a digitare il codice per entrare nella sede. Parlavano un ottimo francese e sostenevano di essere di al Qaeda». Un respiro lungo. E poi prosegue: «Ero andata a cercare mia figlia al kindergarten. Giungendo davanti alla porta del palazzo del giornale, due uomini incappucciati ed armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare, salire. Poi hanno sparato a Wolinski, Cabu... è durato 5 minuti... io mi sono rifugiata sotto una scrivania... ». A questo punto la fuga, facendosi largo con altre raffiche. Scene riprese e fotografate da decine di testimoni con video e foto che stanno rimbalzato su tutti i siti. Allerta massima in tutta la Francia. Siamo a livello 3: quello che prevede l'ipotesi di altri attacchi. E che estende immediatamente l'allarme a Europa e Usa. Il presidente Hollande è andato sul posto. «È terrorismo, attacco contro la libertà». «Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti - ha detto ancora il presidente - mostrare che siamo un paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un paese di libertà».Secondo alcune testimonianze, dopo l'attacco i due assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. I due durante l'attentato hanno gridato «Allah u Akbar», Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions. (Corriere della Sera)