I sospettati erano fuggiti dal Belgio dopo il blitz delle forze di sicurezza giovedì notte a Verviers. Arrestati al valico del Frejus. Gentiloni: «In Italia allerta a livello 7 su 10»
Due terroristi legati alla cellula jihadista belga di Verviers sono stati arrestati in Francia al valico di frontiera del Frejus mentre si apprestavano a entrare in Italia. È quanto rivelano fonti della polizia francese. I sospettati erano fuggiti dal Belgio dopo il blitz delle forze di sicurezza giovedì notte a Verviers. Pare che i due stessero per «attraversare il confine nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati».
I due terroristi in fuga, sono stati arrestati nella Savoia, nella regione di Chambery. Finora sono state rilasciate sotto condizione due delle 13 persone fermate nella retata anti-terrorismo in Belgio, mentre altre tre sono state arrestate. È quanto ha comunicato la Procura federale tramite l’agenzia Belga. Una delle tre persone arrestate è l’unico sopravvissuto dell’attacco a Verviers. L’inchiesta intanto prosegue e la Procura ha fatto sapere di avere l’intenzione di mantenere il più stretto riserbo nei prossimi giorni.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ospite della trasmissione «Otto e mezzo», su La7, rispondendo ad una domanda su quale sia il livello di allerta terrorismo in Italia da 1 a 10, ha fatto sapere: «Siamo attorno al 7». Intanto, da Ankara, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, mette in evidenza la necessità di avviare una collaborazione tra gli Stati per fermare la minaccia terrorismo. A partire dalla Turchia. «È importante la collaborazione con la Turchia attraverso cui si può ridurre il transito dei combattenti stranieri verso i teatri di guerra e far calare quindi il rischio terrorismo per l’Europa». Alfano ha incontrato il collega Efkan Ala. «La Turchia - ha concluso il ministro dell’Interno - è il Paese che accoglie oltre un milione di profughi dalla Siria e da altri teatri. Si tratta dunque di un Paese strategico nella riduzione del rischio terrorismo in Europa. Attraverso lo scambio di informazioni di polizia ed intelligence possiamo raggiungere risultati migliori». (Corriere della Sera)
Due terroristi legati alla cellula jihadista belga di Verviers sono stati arrestati in Francia al valico di frontiera del Frejus mentre si apprestavano a entrare in Italia. È quanto rivelano fonti della polizia francese. I sospettati erano fuggiti dal Belgio dopo il blitz delle forze di sicurezza giovedì notte a Verviers. Pare che i due stessero per «attraversare il confine nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati».
I due terroristi in fuga, sono stati arrestati nella Savoia, nella regione di Chambery. Finora sono state rilasciate sotto condizione due delle 13 persone fermate nella retata anti-terrorismo in Belgio, mentre altre tre sono state arrestate. È quanto ha comunicato la Procura federale tramite l’agenzia Belga. Una delle tre persone arrestate è l’unico sopravvissuto dell’attacco a Verviers. L’inchiesta intanto prosegue e la Procura ha fatto sapere di avere l’intenzione di mantenere il più stretto riserbo nei prossimi giorni.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ospite della trasmissione «Otto e mezzo», su La7, rispondendo ad una domanda su quale sia il livello di allerta terrorismo in Italia da 1 a 10, ha fatto sapere: «Siamo attorno al 7». Intanto, da Ankara, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, mette in evidenza la necessità di avviare una collaborazione tra gli Stati per fermare la minaccia terrorismo. A partire dalla Turchia. «È importante la collaborazione con la Turchia attraverso cui si può ridurre il transito dei combattenti stranieri verso i teatri di guerra e far calare quindi il rischio terrorismo per l’Europa». Alfano ha incontrato il collega Efkan Ala. «La Turchia - ha concluso il ministro dell’Interno - è il Paese che accoglie oltre un milione di profughi dalla Siria e da altri teatri. Si tratta dunque di un Paese strategico nella riduzione del rischio terrorismo in Europa. Attraverso lo scambio di informazioni di polizia ed intelligence possiamo raggiungere risultati migliori». (Corriere della Sera)