Clarkson sotto inchiesta, rimandate anche le altre puntate. L’audience a picco
Adesso la domanda non è più se la Bbc può fare a meno di «Top Gear» ma se il programma può esistere senza Jeremy Clarkson. La mancata messa in onda della puntata di domenica è costata carissima alla tv inglese: un tracollo degli ascolti del 80%. Certo la controprogrammazione era da sonno profondo, una replica di un documentario sulle pattuglie acrobatiche di Sua Maestà, che è un po’ come sostituire Borussia-Juventus con un torneo di freccette.
La rissa
Ma i numeri in questa vicenda sono tutti dalla parte di Jeremy Clarkson, l’irruento presentatore sospeso per aver tirato un destro a uno dei produttori. Pare che il tipo non fosse riuscito a rimediare un pasto caldo a lui e alla troupe di ritorno da una trasferta. «Jezza» nega e parla di spintoni, l’uomo però è finito in ospedale. L’ultima volta che sugli schermi della Gran Bretagna, l’8 marzo, sono apparsi Clarkson, Hammond e May l’audience è stata di 5 milioni e 100 mila persone. Le «Red arrows», l’equivalente delle nostre Frecce tricolori, si sono fermate a 1,3. Per la tv inglese è un cataclisma economico, senza tener conto delle probabili cause da parte delle emittenti straniere che hanno acquistato i diritti. Per un programma monco. Che non si sa nemmeno quando riprenderà.
Il futuro di Clarkson
La Bbc dice non prima della conclusione di un’inchiesta interna affidata a Ken McQuarrie, direttore della divisione scozzese. Saltano quindi la puntata di questa settimana e la prossima, in attesa che venga fatta luce sull’accaduto. E Jeremy? Dopo aver ricevuto il sostegno dei fan - oltre un milione le firme della petizione online per farlo tornare - continua a scrivere editoriali graffianti nel suo stile dalle colonne del Sun - «non c’è più spazio al mondo per dinosauri come me» - ma non è escluso che possa passare alla concorrenza. Si dice che Channel 4 sia pronta a fare follie per averlo. Solo dalla Bbc Clarkson prende un milione e mezzo di sterline, mentre «Top Gear» ne porta 150 nelle casse della tv inglese. Si può fare davvero a meno di lui? (Corriere)
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Adesso la domanda non è più se la Bbc può fare a meno di «Top Gear» ma se il programma può esistere senza Jeremy Clarkson. La mancata messa in onda della puntata di domenica è costata carissima alla tv inglese: un tracollo degli ascolti del 80%. Certo la controprogrammazione era da sonno profondo, una replica di un documentario sulle pattuglie acrobatiche di Sua Maestà, che è un po’ come sostituire Borussia-Juventus con un torneo di freccette.
La rissa
Ma i numeri in questa vicenda sono tutti dalla parte di Jeremy Clarkson, l’irruento presentatore sospeso per aver tirato un destro a uno dei produttori. Pare che il tipo non fosse riuscito a rimediare un pasto caldo a lui e alla troupe di ritorno da una trasferta. «Jezza» nega e parla di spintoni, l’uomo però è finito in ospedale. L’ultima volta che sugli schermi della Gran Bretagna, l’8 marzo, sono apparsi Clarkson, Hammond e May l’audience è stata di 5 milioni e 100 mila persone. Le «Red arrows», l’equivalente delle nostre Frecce tricolori, si sono fermate a 1,3. Per la tv inglese è un cataclisma economico, senza tener conto delle probabili cause da parte delle emittenti straniere che hanno acquistato i diritti. Per un programma monco. Che non si sa nemmeno quando riprenderà.
Il futuro di Clarkson
La Bbc dice non prima della conclusione di un’inchiesta interna affidata a Ken McQuarrie, direttore della divisione scozzese. Saltano quindi la puntata di questa settimana e la prossima, in attesa che venga fatta luce sull’accaduto. E Jeremy? Dopo aver ricevuto il sostegno dei fan - oltre un milione le firme della petizione online per farlo tornare - continua a scrivere editoriali graffianti nel suo stile dalle colonne del Sun - «non c’è più spazio al mondo per dinosauri come me» - ma non è escluso che possa passare alla concorrenza. Si dice che Channel 4 sia pronta a fare follie per averlo. Solo dalla Bbc Clarkson prende un milione e mezzo di sterline, mentre «Top Gear» ne porta 150 nelle casse della tv inglese. Si può fare davvero a meno di lui? (Corriere)
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