Gli integratori salini (anche bevande idrosaline o integratori idrosalini) sono prodotti disponibili in vari gusti e composizioni e che vanno per la maggiore fra gli sportivi più o meno praticanti. Essenzialmente esistono tre tipologie di bevande idrosaline: integratori salini ipertonici, integratori salini isotonici e integratori salini ipotonici.
La distinzione fra le tre categorie dipende essenzialmente dal meccanismo in gioco ovvero dalla pressione osmotica che mettono in atto. Gli ipertonici sono bevande caratterizzate da una concentrazione di glicidi e sali minerali che determina una pressione osmotica maggiore a quella del plasma; gli isotonici determinano una pressione osmotica pari a quella del plasma, mentre quelli ipotonici ne determinano una inferiore. I primi richiedono tempi piuttosto lunghi di assimilazione a livello dell’intestino, i secondi richiedono tempi medi e gli ultimi tempi abbastanza brevi. Va detto che diverse bevande commercializzate come integratori salini prevedono anche l’aggiunta di calcio e vitamine (di norma la vitamina C) e, molto spesso, anche di carboidrati.
Trattandosi di integratori salini, comunque, gli ingredienti basilari sono ovviamente i sali minerali come quelli di cloro, sodio, potassio e magnesio (la presenza di norma è sotto forma di cloruri, citrati e fosfati); in particolar modo gli ultimi tre entrando nei discorsi dello sportivo soprattutto quando si parla di disidratazione e di reintegrazione salina. Durante una competizione che si svolge a temperature elevate l’organismo può perdere qualche litro d’acqua e una quantità di sodio pari a 2 g per litro. Considerando anche una sensibilità individuale alla disidratazione, si può comunque affermare che, rischiando di deludere molti, tutti gli integratori salini sono completamente ingiustificati per attività fisiche di durata inferiore alle due ore; basta reidratarsi con acqua (ed eventualmente carboidrati) per non avere alcun problema.
Va quindi bene assumere i liquidi necessari al reintegro delle scorte idriche, ma deve essere chiaro che l’acqua basta.
Fonte: Bodyline - Integrazione
La distinzione fra le tre categorie dipende essenzialmente dal meccanismo in gioco ovvero dalla pressione osmotica che mettono in atto. Gli ipertonici sono bevande caratterizzate da una concentrazione di glicidi e sali minerali che determina una pressione osmotica maggiore a quella del plasma; gli isotonici determinano una pressione osmotica pari a quella del plasma, mentre quelli ipotonici ne determinano una inferiore. I primi richiedono tempi piuttosto lunghi di assimilazione a livello dell’intestino, i secondi richiedono tempi medi e gli ultimi tempi abbastanza brevi. Va detto che diverse bevande commercializzate come integratori salini prevedono anche l’aggiunta di calcio e vitamine (di norma la vitamina C) e, molto spesso, anche di carboidrati.
Trattandosi di integratori salini, comunque, gli ingredienti basilari sono ovviamente i sali minerali come quelli di cloro, sodio, potassio e magnesio (la presenza di norma è sotto forma di cloruri, citrati e fosfati); in particolar modo gli ultimi tre entrando nei discorsi dello sportivo soprattutto quando si parla di disidratazione e di reintegrazione salina. Durante una competizione che si svolge a temperature elevate l’organismo può perdere qualche litro d’acqua e una quantità di sodio pari a 2 g per litro. Considerando anche una sensibilità individuale alla disidratazione, si può comunque affermare che, rischiando di deludere molti, tutti gli integratori salini sono completamente ingiustificati per attività fisiche di durata inferiore alle due ore; basta reidratarsi con acqua (ed eventualmente carboidrati) per non avere alcun problema.
Va quindi bene assumere i liquidi necessari al reintegro delle scorte idriche, ma deve essere chiaro che l’acqua basta.
Fonte: Bodyline - Integrazione