Era il 25 aprile di settant’anni fa quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia annunciava «in nome del popolo e dei volontari della libertà» di aver assunto il governo del Paese, dell’Italia liberata dall’occupazione nazifascista.
Correva l’anno 1945. Il 25 aprile, la Festa della Liberazione celebra - quest’anno - un importante anniversario. Ed è, per primo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a ricordarne l’inestimabile valore storico per il nostro Paese, e non solo. «È una festa di libertà e speranza, che ricorda quello che abbiamo conquistato con il sacrificio di tanti - spiega il capo dello Stato, nel corso della cerimonia di premiazione degli studenti vincitori del concorso “Dalla Resistenza alla Cittadinanza Attiva” promosso dal Miur d’intesa con l’Associazione nazionale partigiani d’Italia - e che abbiamo il compito e il dovere di mantenere, sviluppare e consolidare sempre di più».
Settant’anni dalla lotta partigiana contro la barbarie nazifascista: «La Liberazione è una festa che impegna tutti noi - continua il presidente Mattarella - il futuro è nelle vostre mani e nella vostra capacità di riflessione, voi avete il compito di un futuro migliore». Davanti ai ragazzi delle scuole, il presidente non rinuncia ad una riflessione sulla centralità della «memoria»: «Spiegare che memoria e futuro sono connessi è compito della scuola e dello studio come dimostrano i vostri lavori. Così si crea una cultura condivisa. C’è il pericolo di un appiattimento sul presente che rimuove la memoria e rischia di perdere il senso della scuola». (Corriere della Sera)
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