Esattamente due anni fa giungeva sugli scaffali di tutto il mondo Modern Warfare, acclamata rivisitazione in chiave moderna della serie Call of Duty, divenuta famosa sui campi della Seconda Guerra Mondiale. Oggi gli sviluppatori Infinity Ward propongono il seguito di quell’enorme successo internazionale, affrontando la grande responsabilità di confrontarsi con uno dei migliori sparatutto militari di sempre.
Call of Duty: Modern Warfare 2 prosegue sulla falsariga del predecessore, riproponendo il medesimo scenario futuribile da terza guerra mondiale; dal menu principale risulta subito chiaro come l’esperienza risulti questa volta divisa in tre alternative ben distinte. La campagna singolo giocatore permetterà di vivere un’intensa esperienza narrativa nei panni di vari soldati ai 4 angoli del globo, mentre si dipanano le sorti di un conflitto ben più grande. La modalità cooperativa è invece dedicata a due giocatori, che possono cimentarsi con le Operazioni Speciali, pacchetti di brevi missioni con obbiettivi differenti.
Ultimo ma non meno importante è il vastissimo comparto multigiocatore competitivo, che pur ricalcando nella forma l’illustre predecessore, porta un gran numero di novità e idee fresche.
Per la cronaca
La campagna singolo giocatore riprende a circa 5 anni dal precedente commiato. La morte del terrorista russo Zachaev ha infatti lasciato vacante un trono che non tarda ad essere occupato da un nuovo sanguinario leader: Vladimir Makarov.
Le missioni metteranno il giocatore nei panni di diversi soldati, appartenenti ora ai Ranger intenti a difendere quel che resta del suolo americano, ora alla task Force 141, i cui membri girano il mondo nel tentativo di seguire le tracce lasciate dal folle terrorista nello sviluppo del suo piano destabilizzante.
Chiunque abbia familiarità con la serie si troverà a proprio agio: brevi obbiettivi conducono il giocatore attaverso le ambientazioni lineari, con l’unico ostacolo costituito da una grandissima quantità di avversari da sconfiggere sfruttando l’imponente arsenale a disposizione. Per quanto sia possibile portare con sé solamente un’arma principale, una secondaria e diverse granate, la varietà offerta dall’armamentario non ha precedenti, e la qualità con cui il comportamento di ogni ferro è stato riprodotto è sorprendente, rendendo spesso necessario scegliere con cura l’arma adatta ad ogni differente situazione tattica. Un buon mix di design di livelli ed utilizzo ad arte degli script ha infatti permesso agli sviluppatori di creare una gran moltitudine di differenti circostanze belliche che in rapida successione riescono a dare al giocatore l’impressione di trovarsi effettivamente nel mezzo di un conflitto su larga scala. Infiltrazioni, imboscate, irruzioni con ostaggi, difesa del territorio, inseguimenti: dei clichè militari più conosciuti nessuno manca all’appello.
Correndo come matti su è giù per il globo, dalle Favelas al Kazhakistan tanto per intenderci, tra una folle fuga in motoslitta al rafting in canotto, non si può non provare una certa sensazione di deja vu indotta da alcune circostanze di gameplay riprese di peso dal predecessore, e da una generale mancanza di vere novità: qualche nuovo dettaglio effetivamente c’è, come l’utilizzo dello scudo antisommossa che permette un completo riparo dal fuoco nemico al prezzo dell’impossibilità di contrattaccare se non con una violenta spinta in avanti, o l’irruzione, evento scriptato che permette di sfondare in ambienti controllati dal nemico e sfruttare qualche secondo di spettacolare slow motion per eliminare tutte le minacce.
Queste nuove introduzioni sono state tuttavia sfruttate in quantità molto limitata, ed il citazionismo nei confronti del primo titolo è talvolta davveo esasperato, arrivando addirittura ad interessare la sequenza finale; a questo va aggiunto l’effetto negativo di una narrazione frammentaria e poco legata, che non riesce a trasmettere un senso di continuità ed a suscitare sufficiente coinvolgimento.
A non mancare sono gli appassionanti momenti cinematografici, perlopiù legati ad eventi scriptati o all’utilizzo di mezzi e corde o rampini, fonte di sequenze davvero emozionanti. Più discutibili sono invece le controverse sequenze in cui ci si trova dalla parte dei terroristi, con la possibilità di far fuoco su civili disarmati, nondimeno in grado di suscitare emozioni forti.
Per quanto dunque la campagna singolo giocatore di Modern Warfare 2 sia indubbiamente coinvolgente, tesissima e persino leggermente più longeva di quella del predecessore, il risultato non ha lo stesso impatto che riuscì ad avere due anni fa, a causa di una quasi completa mancanza di vere novità nel gameplay e nello stile narrativo.
Dal punto di vista del gameplay, si nota qualche upgrade alle risposte dell’intelligenza Artificiale sul campo come un gestione più ragionata dell’esasperato lancio di granate sperimentato dal predecessore, ed una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante, anche se nel complesso non si tratta di passi avanti eclatanti. La gestione dei livelli di difficoltà è rimasta invece del tutto invariata, in quanto va a rendere la mira degli avversari sempre più infallibile piuttosto che migliorarne sensibilmente le tattiche; consigliamo comunque a tutti gli appassionati di provare da subito l'esperienza a Veterano, che rende l'esperienza sin da subito più impegnativa ed appassionante. Aggiustato anche il respawn, che si presenta in misura notevolmente ridotta nella maggior parte delle ambientazioni.
Operazioni Speciali
Perlopiù riprese da livelli della campagna singolo giocatore, ma in grado di regalare anche qualche ambientazione inedita, le Spec Ops rappresentano la risposta di Infinity Ward alla mancanza di una modalità cooperativa per la campagna. 23 brevi missioni slegate da qualsiasi supporto narrativo, esse propongono ai giocatori sfide di stampo molto differente, dal semplice andare da un punto all’altro della mappa, all’uccidere il maggior numero di nemici o disattivare ordingi entro un tempo limite.
All’inizio bloccate, le missioni si rendono diponibili tramite un sistema di stelle guadagnate in quantità relativa al livello di difficoltà scelto all’inizio. La buona varietà offerta dalle mappe e dalle sfide proposte fa di questo comparto pensato per la cooperazione una buona aggiunta, sia che lo si affronti in solitaria, sia in compagnia con un amico, aggiungendo qualche ora di gameplay ben bilanciato e molto impegnativo.
Social netWARking
Il comparto multigocatore è senza dubbio l’aspetto su cui gli Infinity Ward si sono maggiormente concentrati, ben consci che esso rappresenta per la maggior parte della potenziale utenza di Modern Warfare 2 la principale risorsa d’intrattenimento. Per quanto le basi siano naturalmente rimaste le medesime, ovvero 8 modalità e 16 mappe ispirate alle ambientazioni del single player oltre ad un sistema di avanzamento e crescita del personaggio, le novità si fanno sentire.
Interessante è la possibilità di creare classi personalizzate dotate di due armi lunghe, il che rende anche i cecchini pericolosi da distanza ravvicinata, ed in generale aumenta il volume di fuoco a disposizone di ognuno. Rivisto è tutto il comparto delle ricompense previste per un certo numero di uccisioni di fila: esse sono ora in tutto 15, e 3 potranno essere sistemate in appositi slot: in questo modo si potrà non solo scegliere che ricompense avere, ma anche dopo quante uccisoni. La varietà è notevole, e si passa dal classico UAV al piazzare una torretta, sino al fuoco diretto dall’elicottero ed addirittura un’esplosione nucleare. Viceversa, accumulando una serie consecutiva di morti si avrà accesso ad altre possibilità come il Copycat, che permette di assumere la classe dell’avversario che ci ha sconfitto, o l’Antidolorifico, che fornisce un bonus di salute temporaneo al rientro in partita. Novità anche sotto il profilo degli equipaggiamenti: a fianco delle granate troviamo un coltello da lancio o la cosiddetta Infiltrazione Tattica, consistente nel piazzamento di un fumogeno che permetterà al giocatore di respawnare in quel punto, a meno che un avversario non lo rimuova. Il sistema di assegnazione dei punti per i kill si presenta in maniera più complessa, ed assegna ora bonus in caso di Vendetta o qualora si interrompa la serie di uccisioni di un nemico. A queste novità se ne affiancano alte meno rilevanti che contribuiscono comunque alla completezza del comparto, come un ampliamento della sezione mirini, lanciagranate ed ottiche da applicare alle armi ed encomi personalizzati nel caso si ottengano particolari risultati in partita, come un certo numero di assist.
Nel complesso, il comparto multigiocatore di Modern Warfare 2 si presenta a due anni dal predecessore non particolarmente rinnovato, bensì perfezionato ed arricchito da una grande moltitudine di opzioni. La qualità delle mappe derivate dalla campagna singolo giocatore è elevata, le modalità collaudate, il bilanciamento ottimo e la crescita appagante. L’aggiunta dei nuovi moltissimi perk tende nondimeno a rendere le partite più pirotecniche e caotiche di quelle viste nel predecessore, della cui relativa semplicità qualcuno potrebbe sentire la mancanza.
Durante le nostre prove il NetCode si è rivelato stabile, anche se in alcuni match si notano gli svantaggi dell'architettura ancora basata su Host; per quanto la migrazione sia ora veloce, alcuni leggeri rallentamenti sono inevitabili.
Comparto Tecnico
Modern Warfare 2 presenta un comparto tecnico di primissimo livello: ad un design che trattegia con grande efficacia i molti angoli del mondo esplorati si affianca una massiccia revisione del motore grafico del predecessore, con ottimi risultati. Modelli poligonali dettagliati, moltissima azione a schermo, grande varietà e definizione nel comparto texture, che solo sporadicamente mostra esempi di bassa qualità. Per la prima volta nella serie troviamo anche qualche abbozzo di danneggiamento dell’ambiente circostante, limitato tuttavia ad elementi di contorno dello scenario; in questo senso, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Il tutto si muove con una fluidità come da tradizione impressionante, senza perdere mai un colpo.
Ottimo il comparto d’illuminazione, che contribuisce nel creare alcune sequenze scarsamente illuminate davvero memorabili, e così l’effettistica particellare. Da notare anche il rinnovamento del comparto d’animazioni, tutte convincenti e molto fluide.
L’effettistica sonora è di buon livello, e la soundtrack del celebre compositore hollywoodiano Hans Zimmer sottolinea i momenti più drammatici con grande epicità.
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Call of Duty: Modern Warfare 2 prosegue sulla falsariga del predecessore, riproponendo il medesimo scenario futuribile da terza guerra mondiale; dal menu principale risulta subito chiaro come l’esperienza risulti questa volta divisa in tre alternative ben distinte. La campagna singolo giocatore permetterà di vivere un’intensa esperienza narrativa nei panni di vari soldati ai 4 angoli del globo, mentre si dipanano le sorti di un conflitto ben più grande. La modalità cooperativa è invece dedicata a due giocatori, che possono cimentarsi con le Operazioni Speciali, pacchetti di brevi missioni con obbiettivi differenti.
Ultimo ma non meno importante è il vastissimo comparto multigiocatore competitivo, che pur ricalcando nella forma l’illustre predecessore, porta un gran numero di novità e idee fresche.
Per la cronaca
La campagna singolo giocatore riprende a circa 5 anni dal precedente commiato. La morte del terrorista russo Zachaev ha infatti lasciato vacante un trono che non tarda ad essere occupato da un nuovo sanguinario leader: Vladimir Makarov.
Le missioni metteranno il giocatore nei panni di diversi soldati, appartenenti ora ai Ranger intenti a difendere quel che resta del suolo americano, ora alla task Force 141, i cui membri girano il mondo nel tentativo di seguire le tracce lasciate dal folle terrorista nello sviluppo del suo piano destabilizzante.
Chiunque abbia familiarità con la serie si troverà a proprio agio: brevi obbiettivi conducono il giocatore attaverso le ambientazioni lineari, con l’unico ostacolo costituito da una grandissima quantità di avversari da sconfiggere sfruttando l’imponente arsenale a disposizione. Per quanto sia possibile portare con sé solamente un’arma principale, una secondaria e diverse granate, la varietà offerta dall’armamentario non ha precedenti, e la qualità con cui il comportamento di ogni ferro è stato riprodotto è sorprendente, rendendo spesso necessario scegliere con cura l’arma adatta ad ogni differente situazione tattica. Un buon mix di design di livelli ed utilizzo ad arte degli script ha infatti permesso agli sviluppatori di creare una gran moltitudine di differenti circostanze belliche che in rapida successione riescono a dare al giocatore l’impressione di trovarsi effettivamente nel mezzo di un conflitto su larga scala. Infiltrazioni, imboscate, irruzioni con ostaggi, difesa del territorio, inseguimenti: dei clichè militari più conosciuti nessuno manca all’appello.
Correndo come matti su è giù per il globo, dalle Favelas al Kazhakistan tanto per intenderci, tra una folle fuga in motoslitta al rafting in canotto, non si può non provare una certa sensazione di deja vu indotta da alcune circostanze di gameplay riprese di peso dal predecessore, e da una generale mancanza di vere novità: qualche nuovo dettaglio effetivamente c’è, come l’utilizzo dello scudo antisommossa che permette un completo riparo dal fuoco nemico al prezzo dell’impossibilità di contrattaccare se non con una violenta spinta in avanti, o l’irruzione, evento scriptato che permette di sfondare in ambienti controllati dal nemico e sfruttare qualche secondo di spettacolare slow motion per eliminare tutte le minacce.
Queste nuove introduzioni sono state tuttavia sfruttate in quantità molto limitata, ed il citazionismo nei confronti del primo titolo è talvolta davveo esasperato, arrivando addirittura ad interessare la sequenza finale; a questo va aggiunto l’effetto negativo di una narrazione frammentaria e poco legata, che non riesce a trasmettere un senso di continuità ed a suscitare sufficiente coinvolgimento.
A non mancare sono gli appassionanti momenti cinematografici, perlopiù legati ad eventi scriptati o all’utilizzo di mezzi e corde o rampini, fonte di sequenze davvero emozionanti. Più discutibili sono invece le controverse sequenze in cui ci si trova dalla parte dei terroristi, con la possibilità di far fuoco su civili disarmati, nondimeno in grado di suscitare emozioni forti.
Per quanto dunque la campagna singolo giocatore di Modern Warfare 2 sia indubbiamente coinvolgente, tesissima e persino leggermente più longeva di quella del predecessore, il risultato non ha lo stesso impatto che riuscì ad avere due anni fa, a causa di una quasi completa mancanza di vere novità nel gameplay e nello stile narrativo.
Dal punto di vista del gameplay, si nota qualche upgrade alle risposte dell’intelligenza Artificiale sul campo come un gestione più ragionata dell’esasperato lancio di granate sperimentato dal predecessore, ed una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante, anche se nel complesso non si tratta di passi avanti eclatanti. La gestione dei livelli di difficoltà è rimasta invece del tutto invariata, in quanto va a rendere la mira degli avversari sempre più infallibile piuttosto che migliorarne sensibilmente le tattiche; consigliamo comunque a tutti gli appassionati di provare da subito l'esperienza a Veterano, che rende l'esperienza sin da subito più impegnativa ed appassionante. Aggiustato anche il respawn, che si presenta in misura notevolmente ridotta nella maggior parte delle ambientazioni.
Operazioni Speciali
Perlopiù riprese da livelli della campagna singolo giocatore, ma in grado di regalare anche qualche ambientazione inedita, le Spec Ops rappresentano la risposta di Infinity Ward alla mancanza di una modalità cooperativa per la campagna. 23 brevi missioni slegate da qualsiasi supporto narrativo, esse propongono ai giocatori sfide di stampo molto differente, dal semplice andare da un punto all’altro della mappa, all’uccidere il maggior numero di nemici o disattivare ordingi entro un tempo limite.
All’inizio bloccate, le missioni si rendono diponibili tramite un sistema di stelle guadagnate in quantità relativa al livello di difficoltà scelto all’inizio. La buona varietà offerta dalle mappe e dalle sfide proposte fa di questo comparto pensato per la cooperazione una buona aggiunta, sia che lo si affronti in solitaria, sia in compagnia con un amico, aggiungendo qualche ora di gameplay ben bilanciato e molto impegnativo.
Social netWARking
Il comparto multigocatore è senza dubbio l’aspetto su cui gli Infinity Ward si sono maggiormente concentrati, ben consci che esso rappresenta per la maggior parte della potenziale utenza di Modern Warfare 2 la principale risorsa d’intrattenimento. Per quanto le basi siano naturalmente rimaste le medesime, ovvero 8 modalità e 16 mappe ispirate alle ambientazioni del single player oltre ad un sistema di avanzamento e crescita del personaggio, le novità si fanno sentire.
Interessante è la possibilità di creare classi personalizzate dotate di due armi lunghe, il che rende anche i cecchini pericolosi da distanza ravvicinata, ed in generale aumenta il volume di fuoco a disposizone di ognuno. Rivisto è tutto il comparto delle ricompense previste per un certo numero di uccisioni di fila: esse sono ora in tutto 15, e 3 potranno essere sistemate in appositi slot: in questo modo si potrà non solo scegliere che ricompense avere, ma anche dopo quante uccisoni. La varietà è notevole, e si passa dal classico UAV al piazzare una torretta, sino al fuoco diretto dall’elicottero ed addirittura un’esplosione nucleare. Viceversa, accumulando una serie consecutiva di morti si avrà accesso ad altre possibilità come il Copycat, che permette di assumere la classe dell’avversario che ci ha sconfitto, o l’Antidolorifico, che fornisce un bonus di salute temporaneo al rientro in partita. Novità anche sotto il profilo degli equipaggiamenti: a fianco delle granate troviamo un coltello da lancio o la cosiddetta Infiltrazione Tattica, consistente nel piazzamento di un fumogeno che permetterà al giocatore di respawnare in quel punto, a meno che un avversario non lo rimuova. Il sistema di assegnazione dei punti per i kill si presenta in maniera più complessa, ed assegna ora bonus in caso di Vendetta o qualora si interrompa la serie di uccisioni di un nemico. A queste novità se ne affiancano alte meno rilevanti che contribuiscono comunque alla completezza del comparto, come un ampliamento della sezione mirini, lanciagranate ed ottiche da applicare alle armi ed encomi personalizzati nel caso si ottengano particolari risultati in partita, come un certo numero di assist.
Nel complesso, il comparto multigiocatore di Modern Warfare 2 si presenta a due anni dal predecessore non particolarmente rinnovato, bensì perfezionato ed arricchito da una grande moltitudine di opzioni. La qualità delle mappe derivate dalla campagna singolo giocatore è elevata, le modalità collaudate, il bilanciamento ottimo e la crescita appagante. L’aggiunta dei nuovi moltissimi perk tende nondimeno a rendere le partite più pirotecniche e caotiche di quelle viste nel predecessore, della cui relativa semplicità qualcuno potrebbe sentire la mancanza.
Durante le nostre prove il NetCode si è rivelato stabile, anche se in alcuni match si notano gli svantaggi dell'architettura ancora basata su Host; per quanto la migrazione sia ora veloce, alcuni leggeri rallentamenti sono inevitabili.
Comparto Tecnico
Modern Warfare 2 presenta un comparto tecnico di primissimo livello: ad un design che trattegia con grande efficacia i molti angoli del mondo esplorati si affianca una massiccia revisione del motore grafico del predecessore, con ottimi risultati. Modelli poligonali dettagliati, moltissima azione a schermo, grande varietà e definizione nel comparto texture, che solo sporadicamente mostra esempi di bassa qualità. Per la prima volta nella serie troviamo anche qualche abbozzo di danneggiamento dell’ambiente circostante, limitato tuttavia ad elementi di contorno dello scenario; in questo senso, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Il tutto si muove con una fluidità come da tradizione impressionante, senza perdere mai un colpo.
Ottimo il comparto d’illuminazione, che contribuisce nel creare alcune sequenze scarsamente illuminate davvero memorabili, e così l’effettistica particellare. Da notare anche il rinnovamento del comparto d’animazioni, tutte convincenti e molto fluide.
L’effettistica sonora è di buon livello, e la soundtrack del celebre compositore hollywoodiano Hans Zimmer sottolinea i momenti più drammatici con grande epicità.
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